Fiagnano è una località un poco sperduta tra la Valsellustra ed il Sillaro (poco lontano da Imola), vi si giunge con una strada poco agevole. Vi si trovano le vestigia di un antico castello e di una chiesa di cui si conserva il campanile, incontrando paesaggi tipici ed interessanti: c’è una vista mozzafiato sulla vallata sottostante con calanchi a strapiombo. Si tratta di un insediamento alto-medievale dal nome di “Castrum Flagnani”, all’interno del comune di Casalfiumanese, di cui oggi non rimane che un piccolo borgo fortificato.
Tutte le volte che mi reco in quelle terre aspre e poco popolate, mi chiedo come sia stato possibile che abbia dato i Natali ad un grande Papa e mi interrogo su come potesse essere quel luogo mille anni fa, quale vita conducessero le persone.
Sì, perché ivi nacque l’importante personalità di Onorio II, Lamberto detto “Scannabecchi” (Fiagnano, 9 febbraio 1060 – Roma, 13 febbraio 1130), il 163º Papa della Chiesa cattolica dal 1124 alla sua morte.
Viveva nel podere Castagnola, ai confini della Romagna nel contado imolese; dunque, non fu “bolognese” come alcune biografie recitano, tra cui quella della Treccani, mentre più precisi sono il sito www.santiebeati.it che cita i “dintorni di Imola”, il sito www.cronologia.it che afferma “presso Imola” e l’Enciclopedia Cattolica che parla della “Romagna Occidentale”, mentre il nome di Fiagnano è sovente storpiato.
C’è una leggenda popolare sull’infanzia di questo pontefice dotto e austero, che testimonia l’ammirazione dei contemporanei per il contrasto fra le umili origini e la nobile vita. Si narra che mentre aiutava il padre nella accensione del forno per il pane, richiesto da questi su cosa avrebbe voluto fare da grande, rispondesse prontamente “Da grande sarò Papa”. Alla derisione del padre (“Tu sarai Papa se questo bastone fiorirà!”, indicando l’annerito “sfurgò”, il palo usato per attizzare gli sterpi nel forno) il bastone, piantato nel terreno, si ricoprì immediatamente di una rigogliosa fioritura.
Lamberto venne poi definito come dotato di grandi capacità, tanto che l’abate di Montecassino affermò: “di ignorarne di chi fosse figlio, ma di saper solo ch’era pieno di dottrina da capo a piedi”.
Dopo aver intrapreso i primi studi a Imola, si trasferì a Pisa a perfezionarsi nel campo della dottrina ecclesiastica: esperto giurista, si distinse per le sue capacità, tanto da essere inviato alla corte papale e da diventare arcidiacono della Chiesa di Bologna.
Nel 1099 Urbano II lo creò Cardinale; nel 1106 partecipò al Concilio di Guastalla; nel 1117 Pasquale II° lo nominò Vescovo di Ostia; Callisto II° lo nominò Legato Pontificio, in tale veste viaggiò in Italia, Francia, Germania con numerosi importanti incarichi.
Si era nella fase più acuta della “lotta per le investiture” e la Chiesa aveva bisogno di persone che sapessero trattare con fermezza con l’Imperatore e di esperti con solide basi giuridiche.
Lamberto fu uno degli artefici del Concordato di Worms (1122) dopo la cui firma lui in persona officiò la Messa solenne. Tale patto, unanimemente considerato dagli storici come uno dei principali momenti del Medioevo, stabilì delle precise regole in materia di investiture ecclesiastiche, ponendo fine alla cosiddetta “lotta per le investiture“, iniziata oltre trent’anni prima tra Gregorio VII° ed Enrico IV.
In base all’accordo, l’Imperatore rinunciava al diritto di investire i vescovi dell’anello e del bastone pastorale, simboli del loro potere spirituale, riconoscendo solo al Pontefice tale funzione, e concedeva che la loro consacrazione fosse libera.
Il Papa, a sua volta, riconosceva all’Imperatore il diritto, in Germania, di essere presente alle elezioni episcopali, purché compiute senza simonia né violenza, e di investire i prescelti dei loro diritti laici (cioè i diritti feudali); inoltre, soltanto in Germania, l’investitura feudale precedeva quella episcopale, in Italia e in Borgogna, invece, avveniva il contrario, era la consacrazione episcopale a precedere quella feudale.
Dopo la morte di Callisto II° nel 1124, l’elezione del nuovo Papa fu al centro del conflitto fra due potenti famiglie romane, i Pierleoni e i Frangipane. I cardinali, riuniti nella chiesa di San Pancrazio, elessero il candidato dei Pierleoni, il romano Teobaldo, che scelse il nome di Celestino II°, ma i Frangipane non accettarono la sconfitta: entrarono con la forza in Laterano e con la forza costrinsero Celestino II° alla sottomissione consegnando il Laterano a Lamberto, i cardinali ne ratificarono l’elezione e lo riconobbero legittimo pontefice, la consacrazione avvenne il 21 dicembre 1124 coil nome pontificale di Onorio II°.
I cinque anni ed alcuni mesi del suo papato trascorsero senza scosse nell’Urbe, pertanto, Onorio poté rivolgere tutti i suoi interessi alle questioni di Chiesa (intervenne nelle faccende dei monasteri di Cluny e di Montecassino) ed in quelle diplomatiche.
Il primo problema che dovette affrontare fu l’incoronazione ad imperatore dell’anti-re Corrado di Svevia, celebrata senza il suo assenso: Onorio II° appoggiò il duca di Sassonia, che nel 1125 era stato eletto Imperatore con il nome di Lotario II°.
Un altro successo che il Papa riuscì a conseguire fu quello di mediare con i Turchi per ottenere la liberazione di Baldovino II°, Re di Gerusalemme.
La via diplomatica non riuscì con Ruggero d’Altavilla, duca di Sicilia, con il quale si venne a scontri, poi dopo confuse vicende i contendenti si rassegnarono ad addivenire a patti ed il 22 agosto 1128 il Papa concesse formalmente l’investitura a Ruggero come Duca di Puglia, Calabria e Sicilia.
Intanto, attraverso i legati papali e i concili, il papato stava affermando un controllo sempre più forte sulle Chiese nazionali.
Verso il 1130 Onorio II emanò una bolla in favore del vescovo Bennone della diocesi di Imola, sua terra natale, con la quale restituì all’episcopato i diritti precedentemente ceduti dal vescovo scismatico Morando ai nobili imolesi. Il documento ha un valore storico notevole, poiché enumera tutte le pievi (18), i monasteri (18 anch’essi), i castelli (16) e i porti interni (ben 5) esistenti all’epoca nel territorio.
Onorio II° durante il pontificato ha creato 27 cardinali nel corso di sei distinti concistori.
Ma la cosa più importante è che i Canonici Regolari Premostratensi e i Cavalieri Templari ricevettero da lui l’approvazione papale.
L’Ordine Premostratense, all’epoca assai potente ed ancor oggi attivo in tutto il mondo, fu approvato con la bolla “Apostolicae disciplinae” del 19 maggio 1126.
Ancor più significativa, almeno per il sottoscritto che ha dedicato tempo allo studio dell’argomento, la scelta di approvare la “Regola” dei Cavalieri Templari, sorti in Terrasanta circa un decennio prima, con il Concilio di Troyes: fu un grande incontro di personalità, presenti un legato papale, due arcivescovi, gli abati di numerosi conventi, altri ecclesiastici e nobili.
La partecipazione dell’importante cardinale Mattia di Albano dimostra che anche Onorio II° era particolarmente interessato all’avvenimento ed è plausibile che abbia seguito l’evoluzione dell’Ordine con grande attenzione già prima del Concilio.
Con Stefan Harding (abate di Citeaux) e Hugues di Màcon (Abate di Fontigny) vi presero parte i più importanti dignitari dei Cistercensi, a dimostrare la forte influenza di questi, guidati da San Bernardo di Chiaravalle, la personalità più importante ed influente della Chiesa dell’epoca, sugli ideali dei Templari.
L’approvazione della Regola fu il momento decisivo per lo sviluppo dei nuovi Cavalieri che ebbero l’approvazione ufficiale della Chiesa alle loro attività di tipo nuovo che univano i voti religiosi alla possibilità di combattere ed uccidere: una novità inedita e colma di conseguenze che li avrebbe portati nella storia e nella leggenda.
I Templari reclutarono in quei mesi molti uomini per la Crociata e ricevettero numerose donazioni, quindi il loro nome rimase strettamente legato al Papa imolese che oggi è ricordato in innumerevoli studi e ricerche soprattutto per quest’ultima faccenda.
Alla fine, Onorio II°, ammalatosi gravemente, morì nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 1130 e la sua sepoltura definitiva avvenne a San Giovanni in Laterano.
Casalfiumanese ed Imola gli hanno intitolato strade, in internet si possono trovare parecchie immagini di affreschi e dipinti a lui dedicati.
Un grande Papa delle nostre terre, dunque, che volentieri ricordiamo.
(Marco Pelliconi)