Alessandra Costante, giornalista del Secolo XIX, è la nuova segretaria generale della Fnsi. Lo hanno deciso i delegati al 29° Congresso. Per la seconda volta in oltre cento anni di storia, una donna è alla guida del sindacato dei giornalisti. Prende il posto di Raffaele Lorusso.
Costante ha ottenuto 196 preferenze. All’altro candidato alla segreteria, Paolo Perucchini, presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, sono andati 88 voti. “Ci aspettano anni di sfide difficili. In questo Paese il lavoro è ‘il’ problema. La Fnsi, come ha fatto in questi anni, lo metterà sempre al centro della sua attività. La difesa del diritto al lavoro e la difesa dell’articolo 21 vanno di pari passo”, è stato il primo commento della neoeletta segretaria generale.
Nella prima riunione del Consiglio nazionale, dopo la chiusura dei lavori del Congresso è stato eletto anche il nuovo presidente. Si tratta di Vittorio Di Trapani, giornalista di RaiNews24, già segretario dell’Usigrai. Di Trapani succede a Giuseppe Giulietti.
Oltre al rinnovo delle cariche e alle tensioni tra le varie componenti, che ormai sono parte integrante della liturgia di ogni congresso che si rispetti, sono stati due i grandi temi al centro del dibattito congressuale: il lavoro e il valore dell’informazione.
Il tutto all’interno di quello scenario che l’Fnsi ha ribattezzato “mediamorfosi”, il processo di grande cambiamento che sta attraversando il mondo dei media da un po’ di anni e che ha impattato pesantemente sul lato industriale del business a fronte di un “consumo” di informazione in crescita: si vendono poco più di 1,2 milioni di copie di giornali al giorno (tutti i quotidiani) ma ci sono circa 40 milioni di italiani che consultano siti di informazione.
Cifre che aprono tanti spunti di riflessione e dibattito ma che evidenziano plasticamente che il “giornalismo non è morto” (cit: Carlo Bartoli, presidente Ordine dei Giornalisti). Assume forme nuove, mutevoli rispetto al passato ma non ha esaurito la sua funzione. Anzi, la sfida è quella del riconoscimento dell’importanza di questa funzione da parte dell’opinione pubblica. Negli anni quel valore è sempre meno percepito.
Il titolo che Fnsi ha scelto per il congresso è significativo: L’informazione è democrazia. Con l’accento a fare la differenza. Tutti concordi sul valore dell’informazione per la qualità della democrazia e tutti concordi che senza un’informazione libera e indipendente c’è il buio dell’autoritarismo o peggio ancora.
Riconoscere il valore dell’informazione, chiusa la stagione del turbopopulismo, è la sfida principale. Per dare valore all’informazione e garantire il pluralismo è necessario anche un supporto pubblico e questo è stato uno dei temi di confronto con i sottosegretari Sisto e Baracchini e con il ministro e collega Gennaro Sangiuliano, intervenuti al congresso.
Un maggiore valore dell’informazione potrebbe (potrebbe) trasformarsi in una maggiore qualità del lavoro dei giornalisti, il vero grande problema per migliaia di precari pagati spiccioli. Decine di interventi in questa direzione, intercalati da qualche buona esperienza di giornalismo cooperativo nato da licenziamenti, a tratteggiare una situazione drammatica, fino alla doccia gelata della vertenza Gedi (il gruppo che controlla Repubblica, Stampa e molte testate locali), con la possibile vendita di una serie di testate del Veneto e non solo e la reazione dei giornalisti annunciata dal palco del Congresso.
Questa di Gedi sarebbe una ulteriore prova del disimpegno degli editori sul fronte dell’informazione, proveniente da un gruppo che ha investito in altre attività, legate all’intrattenimento social.
Nella grande sfida tra “verità” (la mission del giornalismo) e “attenzione” (la mission di algoritmi e degli Ott), quest’ultima ha segnato un punto… In attesa di vedere gli effetti che produrrà il nuovo regolamento Agcom sull’equo compenso per i contenuti indicizzati dalle grande piattaforme online, una delle poche possibili luci che si vedono alla fine di un tunnel di cui non si conosce ancora la lunghezza.
Dicevamo delle liturgie che appartengono a ogni congresso, delle divisioni e delle mozioni contrapposte. Ma la Fnsi, governata da una maggioranza che rappresenta circa i due terzi dei delegati, dopo l’aspra stagione di cui il destino dell’Inpgi è stato il culmine, dovrà porsi anche il tema dell’unità. Non per operazioni di facciata ma nell’interesse dell’informazione, che è democrazia.
(Silvestro Ramunno, presidente Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna)