Nei giorni scorsi abbiamo cercato di coinvolgere il presidente Cesac, Michele Filippini, sulla situazione della Cavim.
Essendo stato uno dei promotori per una raccolta firme fra i soci Cavim per arrivare ad una assemblea e chiedere, oltre ad altri adempimenti, l’azzeramento del gruppo dirigente della coop, gli abbiamo chiesto quale proposta alternativa è al momento in gioco e per fare cosa, ovvero rilanciare la coop o puntare sulla sua liquidazione.?
Ecco la risposta.
“Cesac è una cooperativa che deve tutelare i propri soci che, a suo tramite, hanno conferito a Cavim 22.000 quintali di uva nella vendemmia 2021. Ad oggi Cesac ha ottenuto acconti ben inferiori alle medie di liquidazione delle altre cooperative del territorio ed ha già versato ai propri soci più di quanto abbia incassato da Cavim.
Cavim non ha ancora convocato l’assemblea per la approvazione del bilancio al 31.7.2022 – i cui termini sono abbondantemente scaduti – e sia dalla Assemblea del 29.01.2023 che dalla comunicazione inviata recentemente dal Presidente del Consiglio di Amministrazione è risultato un futuro quanto mai incerto in cui è stata ipotizzata una “procedura che preveda la continuazione dell’attività da parte di una ditta terza”, ovvero, da quanto ci è dato capire, la individuazione di un assuntore che a mezzo di un contratto di affitto d’azienda o di cessione di azienda garantisca entrate tali da offrire ai creditori Cavim la possibilità di incassare i loro crediti.
Se questo permetterà di ottenere una liquidazione più appropriata delle uve conferite nell’anno 2021 Cesac prodigherà ogni sforzo per sostenere come socio questa soluzione, altrimenti attiverà ogni più utile intervento previsto dalla legge e dallo statuto della cooperativa Cavim per ottenere il pagamento dei crediti non pagati ed il risarcimento dei danni patiti.” (Michele Filippini)
Abbiamo deciso di cominciare in questo modo l’articolo dedicato alla vicenda Cavim, perché, da fonte non sospetta, ci viene detto che la coop di Sasso Morelli è alla ricerca di un partner per mettere le basi del rilancio dell’azienda.
Ancora a dicembre il presidente Baldisserri parlava di liquidazione coatta e reagiva con fastidio a chi proponeva strade alternative.
Oggi possiamo dire che a Cavim sono arrivate non una ma due proposte, la prima (già formalizzata nero su bianco) da parte della Cantina Poletti, ma ci sono anche contatti con importante gruppo cooperativo che opera a livello nazionale.
Tutto questo è successo dopo che il consiglio di amministrazione ha stoppato per ben tre volte la “liquidazione coatta” ed ha individuato una figura per coordinare la strategia di ripartenza della cantina.
Si tratta di buone notizie per i soci della cooperativa, ma accanto alle buone nuove dobbiamo registrare ancora pesanti silenzi.
E qui torna ripetutamente la figura del presidente Baldisserri, abbiamo già ricordato che è presente anche nel Cda di Caviro, una potenza nel comparto, dalla quale però non sono mai arrivati a Cavim segnali di attenzione o di disponibilità a forme di sostegno in questa fase delicata.
Un altro convitato di pietra è Confcooperative che ha appena riorganizzato la sua struttura sotto il titolo Terre d’Emilia e quindi ha in teoria contatti con le più importanti cooperative nel comparto.
In questi mesi il silenzio ha regnato sovrano e si era interrotta la comunicazione con la realtà di Sasso Morelli e quindi ci permettiamo di ricordare che la mutualità e la solidarietà non possono essere parole da usare nelle ricorrenze celebrative, ma principi che vanno messi in opera ogni volta che serve.
In particolare ora che una coop come Cesac non esclude vie legali per far arrivare ai propri soci quanto a loro spetta.
Quindi Baldisserri si trova davvero in una situazione spiacevole e forse un suo farsi indietro, come alcuni soci hanno chiesto, potrebbe essere quanto mai opportuno.
(m.z.)