Andrea Segrè non si ferma mai. Dopo aver fondato il Last Minute Market, ora è il direttore scientifico dell’Osservatorio della Campagna Spreco Zero.
Prof. Andrea Segrè, lei è riconosciuto come il pioniere della lotta allo spreco alimentare in Italia e in Europa, ha fondato lo spin off dell’Università di Bologna Last Minute Market, ideato la “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”, dirige l’Osservatorio internazionale Waste Watcher e la Campagna Spreco Zero, ha scritto numerosi libri e appare spesso in tv, eppure, a quanto pare, il problema non sembra ancora risolto: cosa bisogna fare ancora per ridurre del 50% lo spreco entro il 2030 come chiede l’Onu nell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile?
In effetti qualche risultato c’è ma bisogna fare molto di più. In occasione della X Giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare, lo scorso 5 febbraio, abbiamo presentato i dati dell’Osservatorio Internazionale Waste Watcher sull’Italia. Fanno riflettere. Perché se da un lato la diminuzione del 12% dello spreco domestico pro capite su base annua è un buon segnale, dall’altro la quantità, la qualità e le ragioni per cui gettiamo via il cibo sono allarmanti. In media si gettano nella spazzatura 524 grammi di alimenti ancora buoni a settimana, 27 kg all’anno pro capite. Che rappresentano non solo un valore economico rilevante, 6,5 miliardi di euro considerando il prezzo medio degli alimenti buttati, ma anche un pesante impatto ambientale poiché si tratta di rifiuti da smaltire e rilevanti costi energetici. Bisogna fare prevenzione perché a livello domestico i sistemi di recupero solidale come Last Minute Market non sono possibili. Ma c’è un ulteriore elemento che esce dal rapporto: sono proprio gli alimenti che fanno bene al consumatore a venire gettati via per primi, nell’ordine: frutta fresca, insalate, patate, pane fresco, verdure. Insomma proprio gli alimenti alla base di una dieta sana e sostenibile come è la dieta mediterranea. La crisi economica ed energetica, l’inflazione dei prezzi alimentari, la difficile uscita dalla pandemia, hanno poi determinato diversi cambiamenti nelle abitudini alimentari, andando incidere anche sulla qualità dei prodotti alimentari acquistati, che si sta abbassando per le fasce della popolazione più povera.
E nel mondo com’è la situazione?
I nuovi dati internazionali li presenteremo a Roma il prossimo 29 settembre. Riferendosi alla rilevazione del 2022 posso dire ci sono delle notevoli differenze fra i paesi. Per dire gli 0,5 kg pro-capite a settimana in Italia, sono meno della metà del dato riferito agli USA (1,1 kg), mentre il Sud Africa e il Giappone sono circa la metà rispetto al nostro paese. Ma fare una classifica degli spreconi non ha molto senso, ci sono abitudini alimentari molto diverse. La vera questione è capire cosa, quanto e perché si spreca, e poi attivare politiche pubbliche e strategie private per fare prevenzione dello spreco alimentare domestico e adottare nel contempo diete sane e sostenibili. I due “temi” sono molto collegati, e la Dieta mediterranea è un buon esempio per mangiare bene e sprecare poco. Il gruppo di lavoro che coordino per il Ministero degli Affari Esteri nell’ambito del Food System Summit dell’ONU, dove partecipano tutti gli attori del sistema alimentare italiano, ho proprio questo strategico obiettivo: promuovere la nostra cultura alimentare nel mondo. Fare prevenzione dello spreco serve anche, e soprattutto a questo.
Molto recentemente lei ha presentato una APP antispreco, Sprecometro.it, che con il suo team è stata messa a punto con lo scopo di verificare subito gli impatti e registrare lo spreco come un diario, creando consapevolezza diretta nel consumatore sia della perdita monetaria nel proprio portafoglio che del danno all’ambiente e all’economia globale. Ci spiega come funziona?
Sì, tutto il lavoro dell’Osservatorio Waste Watcher International, condotto dal mio gruppo di ricerca e dallo spin off Last Minute Market, si basa sull’economia comportamentale e promuove indagini su campioni rappresentativi delle popolazioni, sia a livello nazionale che internazionale. Attraverso lo sviluppo di un’applicazione, lo Sprecometro (si scarica dagli store Apple e Google Play), abbiamo messo a terra lo stesso tipo di approccio ma declinato sul singolo utente, che può verificare il suo livello di spreco in Grammi, Euro, Acqua e CO2, quindi percepire immediatamente l’impatto economico e ambientale se getta via un qualsiasi alimento. Dopodiché l’utente in base agli errori che fa viene indirizzato a dei contenuti che lo/la aiutano a ridurre lo spreco (lista della spesa, temperature nel frigorifero, lettura delle scadenze…). La cosa interessante è che si possono attivare dei gruppi e vedere oltre ai propri progressi anche quelli dell’aggregato. Tutti assieme possiamo vincere la sfida di dimezzare lo spreco entro il 2030 come ci chiede l’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile.
Per informazioni: www.lastminute.it – www.sprecozero.it
(a cura di m.z.)