Crossroad ai nastri di partenza coi suoi mille incroci di stili e riferimenti musicali. Torna il festival musicale più diffuso in regione. Una edizione 2023 vulcanica, come sempre. Oltre 60 concerti dislocati in più di 20 Comuni, 26 località, per l’ingaggio di 450 musicisti. Quasi 5 mesi di ottima musica che nell’espressione dei suoi ritmi e tradizioni culturali diversi si riassume in una parola chiave: “scoperta”. Scoperta di nuove esperienze nei progetti sperimentali e originali, di giovani talenti emergenti, di luoghi distanti dalla via Emilia, dispersi nella piatta padana o dall’altra parte ai piedi delle colline. Il format del festival patrocinato da ANCI Emilia Romgna e SIAE e organizzato in collaborazione con la Regione e col sostegno del Ministero della Cultura e di diverse altre Istituzioni territoriali, porta la musica in periferia, nei piccoli teatri, auditorium, sale. Insomma la musica per tutti, ovunque, un invito a scoprire un’idea di cultura di prossimità di alto livello, opportunità di inclusione, di conoscenza, di apertura mentale.
Su questo si è espresso l’apprezzamento di Mauro Felicori, assessore regionale alla cultura, definendolo un’eccellenza della produzione culturale in regione con un programma di altissima qualità distribuito in molti Comuni. Oltre a sottolineare la caratteristica diffusa di Crossroads, la direttrice artistica, Sandra Costantini, mette l’accento sulla coniugazione di grandi nomi e artisti giovanissimi, italiani e stranieri, da tutto il mondo e con una presenza sempre più estesa di artiste. Non solo, anche la combinazione fra tradizione e sperimentazione fa del festival un evento articolato e speciale.
Da segnalare in primis la presenza di vertice del contrabbassista Dave Holland che sarà a Imola il 14 marzo al Teatro “Ebe Stignani” mentre una curiosa sorpresa è la vena di blues singer della popolarissima Irene Grandi al Teatro “Alighieri” di Ravenna il 6 maggio.
Artisti residenti
Una peculiarità di Crossroad è l’ospitalità di musicisti che nel corso del Festival si esibiscono più volte, con formazioni e programmi diversi proponendo anche sperimentazioni interessanti. Il livello alto è rappresentato da artisti come Fabrizio Bosso (tromba), Mauro Ottolini (trombone), Francesco Bearzatti (sassofono), Flavio Boltro (tromba). Bosso si cimenterà con due omaggi a due grandi: uno a Steve Wonder col suo quartetto e Nico Gori (Casalgrande, Teatro “De Andrè” il 12 luglio), l’altro a Pino Daniele in duo con Julian Oliver Mazzariello (piano) presso la Casa della Musica di Parma il 16 giugno. Ottolini sarà coi Quintorigo a Modena (La Tenda, 29 marzo) per un omaggio al grande Mingus. Un’altra dedica per lui a Lester Bowie con il sempreverde Enrico Rava a Russi il 30 aprile al Teatro Comunale ma prima il 24 marzo a Massa Lombarda presso la Sala del Carmine con il Lounge Jazz del quartetto Licaones e Francesco Bearzatti. Bearzatti che a Ferrara l’8 aprile al Jazz Club Torrione S. Giovanni si cimenterà in un tributo al clarinettista Tony Scott, per sbarcare in Romagna 6 giorni dopo , il 14 aprile all’Auditorium “Corelli” di Fusignano col fisarmonicista Carmine Joanna. Una produzione per quartetto jazz ed ensamble di ottoni (orchestra Cherubini Brass 10tet) per Flavio Boltro con un programma di arie da opera e jazz songs a Correggio (Teatro “Asioli”) il 18 maggio.
Festival e Rassegne nel Festival
Come ormai da tradizione Crossroads include altre rassegne e festival In particolare a Imola col già citato Dave Holland (14 marzo) e l’Orchestra giovanile “Luigi Cherubini” diretta da Enrico Saverio Pagano e Simone Zanchini alla fisarmonica come solista con musiche di Richard Galliano, Roberto Di Marino e Astor Piazzolla (18 aprile). Entrambi i concerti si terranno al Teatro comunale e saranno preceduti dalla presentazione di un libro. La prima per la presentazione di “Pepito. Il principe del jazz” (Minimum Fax, 2022) di Marco Molendini con l’autore Marco Molendini e Filippo Bianchi, la seconda per “You tourned the tables on me. 115 musicisti contemporanei ritratti dal 1974 al 1981” (Seipersei, 2022) di Roberto Masotti, Franco Masotti, Daniel Charles con Franco Masotti e Veniero Rizzardi.
Torna anche Cassero Jazz a Castel S. Pietro Terme il 18 marzo con Amaro Freitas Solo (pianoforte) e il 19 marzo con una vecchia conoscenza come Javier Girotto(sax e flauto) in duo con Vince Abbracciante (fisarmonica).
Tappa consueta a Dozza il 15 e 16 aprile al Teatro Comunale con rispettivamente Guano Padano e il quartetto Saxofollia.
Immancabile Ravenna Jazz dal 4 al 13 maggio con i workshop di “Mister Jazz” tenuti da Flavio Boltro e Maria Pia De Vito e la produzione originale di “Pazzi di Jazz” quest’anno dedicata a Charlie Mingus. Moltissimi i musicisti e gli incroci ritmici per questa edizione.
Incroci con il jazz italiano
I massimi protagonisti del jazz italiano daranno vita a un’inarrestabile girandola di concerti, dai repertori alquanto diversificati. Un programma succulento che oltre agli italiani già citati, schiera Paolo Fresu, Rita Marcotulli, Furio di Castri, Gianluca Petrella, Karima, Rossana Casale, Silvia Donati, Silvia Valtieri, Lisa Manara, Enrico Pieranunzi, Uri Caine, Anna Bassy, Andrea Mingardi, Sara Jane Ghiotti, John De Leo, Ferruccio Spinetti, Petra Magoni, Peppe Servillo, Manomanouche, Koro Almost Brass Quintet, Ripa Trio, Natalio Mangalavite, Aldo Betto, Lua Nova Trio, Musica Nuda, Cristiano Calcagnile,On time Band, Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio Petretti.
Incroci col jazz statunitense
In più occasioni si arriverà dritti dritti al jazz statunitense: quello puro e incontaminato, fortemente legato alla tradizione post bop del sassofonista Bobby Watson, del pianista David Hazeltine (in trio) e del sassofonista Bob Mintzer, un peso massimo della fusion ma in questa occasione impegnato come solista in contesto più classico, una produzione originale con la Jazz in’It Orchestra. Quello modernista del batterista Joey Baron, con il trio MiXMONK che lo vede assieme al pianista Bram De Looze e il sassofonista Robin Verheyen). Quello hi-tech del quartetto del sassofonista Donny McCaslin. Quello legato all’avanguardia storica del batterista Famoudou Don Moye e quello ad alta tensione emotiva, dai riflessi timbrici rock e blues, del chitarrista Julian Lage . Quello venato di atmosfere western del chitarrista Bruce Forman (trio co-diretto col batterista Chicco Capiozzo e infine il pianista Shai Maestro israeliano che ha scelto New York come sua base e punto di riferimento culturale.
Incroci con l’Europa
Incessante è anche il via vai tra la scena europea e l’Emilia-Romagna: dalla Gran Bretagna sbarcherà Sarah Jane Morris. Con l’italiano Solis String Quartet darà una toccante e personale rilettura dei classici dei Beatles. Dalla Germania arriveranno il trio del virtuoso chitarrista manouche Joscho Stephan e la pianista-cantante Olivia Trummer, in un duo dalle sonorità essenziali eppure melodiche con il batterista Nicola Angelucci . La Francia avrà per portabandiera la cantante Laurianne Langevin e il pianista Cyrille Doublet, con il loro antiretorico omaggio a Édith Piaf e la chanson parigina. Il giovane prodigio del pianoforte Antón Cortés rappresenterà la Spagna con la sua abbagliante traslazione del flamenco sul pianoforte.
Incroci con Caraibi e Sud America
Le rotte più esotiche del festival raggiungeranno l’America Latina, in molteplici occasioni. Si approderà a Cuba con l’appassionante quartetto della violoncellista e cantante Ana Carla Maza, con il trio dell’esuberante violinista e cantante Yilian Cañizares, con il trio del pianista Alfredo Rodriguez, abbagliante virtuoso nonché pupillo di Quincy Jones . I vividi colori della musica brasiliana, tra jazz, folclore e samba, brilleranno nel solo del pianista Amaro Freitas, nel duo di chitarre con Romero Lubambo e Chico Pinheiro e nel quartetto di un altro iconico chitarrista.
(v.g.)