E ora gli imolesi e gran parte degli emiliani romagnoli diventeranno schleiniani? Dopo essere stati dalemiani, veltroniani, bersaniani, renziani e anche un po lettiani ora sarò interessante vedere come reagiranno di fronte ad una segretaria femminista, ecologista e di sinistra.

Ricordiamo che nei circoli dell’imolese Bonaccini ha ottenuto oltre il 75% contro il 18,5% della Schlein e nel voto di domenica un 65% contro il 35% della neo segretaria. Insomma è chiaro che in queste terre Schlein è vista un po’ come un corpo estraneo.

D’altra parte però un partito che è riuscito a far diventare segretario Matteo Renzi, con tutto ciò che ne è conseguito, qualche domanda dovrà farsela. La stessa domanda alla quale ha già dato una risposta il milione di votanti di domenica 26, decidendo che era davvero ora di cambiare.

L’esito del voto delle primarie chiede una discontinuità con il passato, con un apparato che pian piano si è allontanato dalla base chiudendosi in un fortino per difendere le proprie posizioni e i propri posti. E questo preoccupa non poco i “vecchi” gruppi dirigenti.

La vittoria di Elly Schlein segna, quindi, un elemento di profonda rottura con gli schemi politici tradizionali del Pd e già le avvisaglie di una certa resistenza ad un cambiamento, appena appena accennato, si avvertono. Basta leggere i primi post su facebook e su twitter di personaggi conosciuti del partito democratico, oppure i silenzi di chi in questi giorni si era prodigato a suon di sms e whatsapp per seguire passo dopo passo le uscite di Bonaccini.

Certo, la Schlein è ben consapevole di tutto questo, ma d’altra parte la sua forza è anche rappresentata dall’essere l’unica speranza di rilancio del Pd, rimettendo in gioco quei milioni di votanti che, stanchi dei vecchi metodi dei “vecchi” politicanti, avevano rinunciato al voto, o guardato altrove.

Se vi è, quindi, preoccupazione dentro alle sezioni del Pd imolesi o all’interno del suo gruppo dirigente (ma esiste un gruppo dirigente imolese?), siamo convinti che la stessa preoccupazione stia allargandosi anche alle altre forze politiche e, in particolare, ad una destra che, forse, avrebbe preferito l’usato sicuro Bonaccini ad una segretaria donna difficile da inquadrare.

Allora perché non cogliere, dopo tanto grigio, questo vento di speranza uscito dai gazebo delle primarie, un vento che se gestito bene potrà rimescolare le carte in tavola e ridare una nuova identità alla sinistra o al centrosinistra se si preferisce. E a farne davvero una alternativa a questa destra il cui unico merito è stato quello di emergere dalle macerie create dalla disfatta del centrosinistra.

(Valerio Zanotti)