Domenica 26 febbraio passata in questura, a Ravenna. No non pensate male, non ho commesso reati. Una domenica in questura per l’open day Passaporti. Al momento unico sistema per avere il passaporto in tempi ragionevoli, diciamo per la pasqua prossima.
Già ben prima delle 8 la fila è lunga. I 100 posti previsti vanno via in un baleno. Qualcuno arriva alle 8.20, con un po’ di anticipo sull’ora di apertura indicata. Peccato i posti sono esauriti. “Ci dispiace, torni a sperare per una prossima opportunità, non so quando si ripeterà”.
Tanti rinunciano, qualcuno più tenace e magari residente lì, poco distante, dopo qualche ora ripassa e, sorpresa delle sorprese, un qualche decisore è tornato sui suoi passi e ha dato ordine di distribuire un altro rotolo di 100 posti in aggiunta ai primi.
Ora tutti gli astanti all’ingresso della questura, seppur sferzati dal vento freddo di questa mattinata gelida, son soddisfatti col biglietto in mano, in attesa. Si, ma quando mi tocca?
Il poliziotto gentile agli ultimi dei primi 100 dice torni verso le 13, 13.30. Per il secondo blocco sarà per il pomeriggio. I cartelli esposti che prevedevano solo un rotolo di posti dicono che alle 12.30 si chiude.
Ma le cose van più svelte del previsto, forse qualcuno ha rinunciato, forse hanno aperto un ulteriore sportello, fatto sta che verso le 12 inizia a entrare il secondo blocco.
Ma come?, alle 13 ritornano quelli del primo blocco e nessun poliziotto controlla la sequenza dei numeri di accesso. Insomma un gran casino. Caos, freddo e domenica persa per avere un semplice documento come un passaporto. Ci sono tutti gli ingredienti per uno scoppio d’ira collettiva.
E invece no, tutto si svolge serenamente. Nessuno cerca di saltare la fila, tanta cortesia fra tutti e con i poliziotti che di tanto in tanto si affacciano alla porta. Aprono le porte, ci accomodiamo, si formano capannelli. Tanta voglia di parlare, di raccontare la propria storia per arrivare all’ambito documento. Stranamente ogni storia è diversa.
Chi ha avuto un buon suggerimento, chi ha seguito le istruzioni on line.
Nonostante tutto il clima è sereno, come ritrovarsi in un circolo sociale, si scambiano esperienze, si danno consigli, ci si sente uniti.
Che strano. Sarà per il freddo fuori che non fa sentire persa una domenica, sarà che stanno emergendo i limiti di internet e dei social che chiudono il contatto diretto fra le persone.
O sarà che sta emergendo la coscienza di attraversare un momento difficile, politicamente e socialmente confuso, dal quale si esce ritrovando il dialogo e la concordia nei momenti e nelle persone di vita quotidiana.
Personalmente sono entrato nel gioco alle 11 e ne sono uscito da ultimo alla 17. Un plauso e un ringraziamento alle forze dell’ordine che hanno dato una grande prova di cortesia e rispetto per noi utenti cancellando tutti i dubbi sull’attuale organizzazione degli apparati dello Stato. Le persone hanno fatto la differenza.
(Tiziano Tesselli)