Imola. Giovedì 23 febbraio nel corso del Consiglio Comunale il sindaco di Imola è nuovamente intervenuto sul tema dell’autonomia dell’Ausl di Imola, richiamando le dichiarazioni del sindaco di Bologna che auspicava la fusione in una unica Asl metropolitana.
“Nel discorso del sindaco Panieri abbiamo colto dei distinguo rispetto alle posizioni decisamente più esplicite, in difesa della nostra imprescindibile autonomia, espresse a mezzo stampa circa un mese fa- si legge nel comunicato dell’associazione Noi Imola -. Secondo Panieri i luoghi dove affrontare i temi come la fusione delle Asl sono le sedi istituzionali (Ctssm e Conferenza Metropolitana). Da questo si intuisce che non è escluso che la fusione possa essere discussa e decisa nelle suddette sedi. Tra l’altro, ricordava il sindaco, è certamente in corso una riorganizzazione della sanità regionale (Parma, Ferrara, Asl Romagna) ma con alcune questioni che saranno imprescindibili: una di queste è ‘l’autonomia del nostro Distretto’ ed ha aggiunto ‘finché avremo un distretto e un budget, allora possiamo garantire servizi di qualità’. Parole su cui occorre riflettere, poiché c’è una differenza sostanziale tra Asl autonoma e Distretto autonomo”.
Il Distretto è una parte dell’Asl, la stessa Asl di Bologna ha già 6 distretti, Imola ne ha uno. “Se quello di Imola diventerà solo un distretto dell’Asl metropolitana di Bologna non avremo più la gestione delle risorse economiche e le decisioni organizzative e gestionali saranno prese a Bologna. Peraltro, esiste da anni un gruppo di lavoro regionale in cui si studiano gli accorpamenti e la riorganizzazione delle Asl e degli ospedali, al quale partecipano regolarmente anche i nostri amministratori e dirigenti, che quindi conoscono molto bene quello che bolle in pentola. Scelte che avvengono senza tenere conto dell’opinione dei cittadini e che vengono calate dall’alto al momento più opportuno”.
“Per addolcire la pillola e confondere la realtà i responsabili della sanità regionale e locale continuano a ripetere che avremo autonomia, ma nel Distretto, e che questa e la strada per creare sinergie, fare rete e garantire qualità”, continua Noi Imola.
Il sindaco ha affermato più volte “che sono proprio la qualità dei servizi sanitari e la prossimità gli obbiettivi dell’Amministrazione, evidenziando le difficoltà che si incontrano a causa delle sempre minori risorse che giungono alle regioni dal governo nazionale. (Ricordiamo che dal 2011 il rapporto PIL/Spesa Sanitaria è in costante calo, anni in cui abbiamo visto governi di tutti i colori)”.
Pensiamo “che il destino della nostra Asl e la qualità dei servizi siano temi troppo importanti per essere lasciati solo a politici e tecnici autoreferenziali, e che pertanto debbano essere affrontati in incontri pubblici con i cittadini. Ancora una volta ci faremo promotori di eventi per tenere alta l’attenzione su un tema così vitale”.
Come volevasi dimostrare…
Il detto “piccolo è bello” di qualche tempo fa non è più applicabile. Bisogna prendere atto della realtà e prendere le dovute soluzioni. Parlare di qualità dei servizi sanitari in riferimento alla nostra Ausl di Imola è un ossimoro. Liste d’attesa per le visite specialistiche lunghissime, dove i tempi sono accettabili solo in presenza di prescrizioni urgenti; o addirittura agende chiuse. Metà dei reparti senza primario ma solo con facenti funzioni e quindi poco o per nulla interessanti per i professionisti validi in cerca di carriera. Radiologia con macchinari all’avanguardia donati da aziende e fondazioni del territorio ma senza radiologi. Mentre non ci sono carrozzine per gli anziani non autosufficienti che devono recarsi negli ambulatori per le visite specialistiche. Ambulatori dislocati in modi antilogistici: all’ospedale nuovo per accedere ai poliambilatori bisogna attraversare tutto l’ospedale, idem per il DEA. L’ambulatorio ortopedico del Lolli è posizionato al primo piano a cui si accede attraverso prima a una porta a due ante che devono essere aperte entrambe e poi una tagliafuoco a molla che un paziente in carrozzina da solo non può gestire. Per non dire che è disponibile un solo stallo per auto per disabili e nessuna carrozzina disponibile. Ancora: a Forlì e a Ravenna sono presenti i reparti di Diabetologia con i servizi di controllo del piede diabetico annessi; a Imola c’è solo un ambulatorio generico. A Imola non è formalizzato il reparto di Senologia come invece è presente al Morgagni di Forlì (Distretto dell’Ausl Romagna). L’U.O. di Chirurgia sopravvive solo grazie al S.Orsola di Bologna. Idem Cardiologia grazie a Villa Maria di Cotignola. Per non parlare dei tempi di evasione degli accessi al Pronto Soccorso…
E’ questa la qualità che si vuole difendere perseverando con il modello attuale?