“La nostra rabbia è energia rinnovabile”: con questo slogan le ragazze e i ragazzi di Fridays for future tornano in piazza il 3 marzo per il Global Strike for Climate, lo sciopero globale per la giustizia climatica.

I temi sono quelli che le persone stanno vivendo sulla propria pelle. Il caro energia da un lato, con le bollette che vanno alle stelle a causa della speculazione finanziaria e della dipendenza tutta italiana dal gas fossile. La crisi climatica dall’altro – che dai fossili è causata – con i bacini idrici già a secco in pieno inverno, ragione di terrore per l’agricoltura e l’industria di tutto il nord Italia.

Crisi che si incrociano e hanno responsabili con nomi e cognomi. Le multinazionali dell’Oil&Gas in primis, che lucrano sulla guerra macinando extraprofitti da capogiro. I governi, che ignorano gli avvertimenti della scienza – e ormai anche quelli del senso comune – e continuano a investire su mastodontiche infrastrutture fossili, come dimostra il cosiddetto Piano Mattei lanciato dalla premier Meloni.

E dire che le soluzioni ci sarebbero. Non solo la transizione ecologica è necessaria, perché l’alternativa è la catastrofe climatica. Non solo è possibile, perché abbiamo tutte le tecnologie necessarie. La transizione ecologica è desiderabile. Investire sul trasporto pubblico e, nell’immediato, renderlo gratuito per le tratte locali è assieme decarbonizzazione dei trasporti e lotta al carovita. Ridistribuire gli extraprofitti delle multinazionali – in primis la nostra ENI – è l’unico modo per calmierare le bollette già da ora. Impiantare massicciamente rinnovabili, anche con lo strumento delle comunità energetiche, è l’unico modo per tenerle basse sempre.

La vicinanza temporale con una data fondamentale, l’8 marzo, non è poi casuale. Da anni la causa ecologista e quella transfemminista si incrociano nelle piazze. Come scrivono i portavoce nazionali di Fridays For Future Italia: «la vicinanza di queste due date, ci permetterà di camminare insieme nella preparazione delle manifestazioni. L’ecofemminismo è una fondamentale chiave di lettura della realtà, che ci può dare gli strumenti per capire quanto le nostre città sono invivibili anche dal punto di vista della parità di genere. Lottiamo per costruire comunità basate sulla cura reciproca e non sull’indifferenza e sul profitto, che sia sul corpo o sul territorio. Manifestiamo con un lungo e teso filo verde e viola che collega le due piazze».

Il corteo a Bologna partirà da Piazza San Francesco alle ore 9. Assieme alle studentesse e agli studenti dell’università e delle scuole di Bologna ci saranno lavoratrici e lavoratori dell’industria emiliana e rappresentanti del mondo sindacale, associativo, di movimento.

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