Imola. “L’aumento dei prezzi delle materie prime, l’impatto sugli autonomi e i liberi professionisti” è il titolo dell’iniziativa che si è svolta lo scorso 3 marzo a Palazzo Sersanti organizzata dall’Associazione liberi professionisti e lavoratori autonomi “Giovanni Codronchi Argeli”, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e la collaborazione del Centro studi “Luigi Einaudi” Imola.
L’iniziativa ha permesso ha permesso di mettere a fuoco le motivazioni per cui si è giunti alla situazione odierna e is uoi riflessi sulle diverse categorie di lavoratori e persone. “Siamo molto soddisfatti per la riuscita di questa iniziativa che ha coinvolto molti liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprenditori – ha affermato Wanessa Grandi, presidente della Codronchi Argeli -. Grazie ai nostri ospiti, per circa due ore, vi è stata la massima attenzione di tutti gli intervenuti. Sono certa che ciascuno di noi si porterà a casa tanti elementi di riflessione e, spero, utili per la propria attività. Certo, viviamo momenti difficili, ma, al di là dei tanti problemi, dagli interventi emergono anche elementi di positività che ci potranno servire da guida per il percorso di ciascuno di noi”.
“Ho scelto di partecipare all’iniziativa perché il tema della serata è estremamente importante per tutti noi – ha aggiunto il sindaco di Imola Marco Panieri -. Certo ogni realtà sta vivendo problemi di vario genere a causa della situazione che si è generata in questi anni, per il Comune di Imola, ad esempio, l’aumento dell’energia ha avuto un impatto devastante. Siamo passati da 3 milioni di euro a 7 milioni di euro di costi energetici. Abbiamo presentato in questi giorni il bilancio per il 2023, non vi è aumento delle tasse e neppure il costo dei servizi è variato. La nostra risposta è stata quella di riorganizzare la macchina comunale e adottare tutte le strategie utili per ridurre l’impatto di questi problemi. Le comunità energetiche sono una strada ma potremmo fare anche altri investimenti grazie ai fondi del Pnrr. Nel nostro territorio, se mettiamo assieme il Comune di Imola, l’Ausl, l‘Asp e altri soggetti avremo a disposizione circa 156 milioni di euro. Dobbiamo imparare allora a fare rete, ad agire come sistema unico per dare risposte in positivo”.
Gli interventi
Prof. Piergiorgio Guliani , docente dell’Università Europea di Roma, Dipartimento di Scienze economiche
Bisogna dare atto all’associazione Codronchi Argeli e alla sua presidentessa di aver colto il momento giusto per dedicare una serata a questi temi estremamente sentiti. Temi da affrontare con attenzione e soprattutto con chiarezza e correttezza. Dire, come ho sentito in questi giorni sui media nazionali, che l’inflazione sta calando quindi i prezzi diminuiranno è una grande stupidaggine. Semplicemente aumenteranno, ma meno di prima. Così come bisogna ricordare che l’aumento dell’inflazione viene da lontano, è da diversi anni che si sta preparando questa tempesta. Il mondo non è soltanto quello dei G7. Oggi stanno crescendo di importanza i cosiddetti Brics (acronimo usato in economia internazionale per riferirsi ai seguenti paesi: Brasile · Russia · India · Cina · Sudafrica, ndr), che in pratica sono quei paesi che forniscono le materie prime. Ebbene si sono resi conto che il suo prezzo era troppo basso e che noi, mondo occidentale, senza non saremmo andati avanti. Allora stanno cambiando le regole del gioco. Da qui nasce il problema. Attenzione però. la nostra inflazione è diversa da quella degli Stati Uniti, che deriva in gran parte da un surplus di moneta. Quindi se la Bce, come sta facendo, risponde alla stessa maniera della Fed la strada è sbagliata e ci può portare verso fenomeni di recessione”.

Da sinistra, Marco Gasparri, Gianluigi Longhi, Piergiorgio Giuliani, Wanessa Grandi, Giancarlo Mazzuca
Marco Gasparri, presidente della Delegazione imolese di Confindustria Emilia
Di sicuro gli imprenditori, piccoli e grandi che siano, in questa particolare situazione, in gran parte causata dalla speculazione, sono stati costretti ad essere anche analisti di mercato, consulenti finanziari. Ci siamo, quindi, inventati un ruolo nuovo all’interno delle imprese proprio per cercare di capire e carpire ciò che stava succedendo, per interpretare il futuro, che non è semplice. Chi non ha strutture come le grandi imprese si è un po’ improvvisato consulente di se stesso.
Abbiamo fatto di necessità virtù, riorganizzando la produzione, in molti casi riportando a casa ciò che avevamo decentrato. Abbiamo assistito a ciò che viene definito un reshoring (un ritorno a casa) che è l’opposto dell’offshoring.
Di certo la situazione ora è leggermente più calma, ma ricordo che non siamo ancora usciti del tutto dalla pandemia e che abbiamo una guerra alle porte, e ciò non favorisce certo la tranquillità dei mercati. Le stesse fonti speculative, che hanno avuto un ruolo importante negli ultimi 18-20 anni, oggi pesano meno. Bisogna poi vedere se questo momento di apparente serenità non stia preparando una nuova tempesta Gli analisti sono convinti che ci siano altre commodities che presto potrebbero essere oggetto di speculazione”.
Gianluigi Longhi, dottore commercialista, revisore dei conti – libero professionista con studio in Lugo (Ravenna) e Milano.
La situazione è talmente complessa e variabile, direi fluida, che non si comprende bene che direzione prenderanno l’economia e la finanza nei prossimi mesi. C’è una guerra in corso che determina incertezza, e, comunque vada a finire, la conclusione non sarà piacevole, di certo non tornerà mai più come prima. L’instabilità sarà regina per i prossimi anni. Nonostante questo c’è un clima di ottimismo, crescono salari e prezzi e ciò spinge in alto l’inflazione con conseguente aumento del costo della vita, con parte della popolazione, in particolare i lavoratori dipendenti, che vede calare il proprio potere d’acquisto. Questo è il vero dramma. In questa situazione c’è il rischio che qualcuno ci guadagni, ad esempio le banche, ma dall’altra parte lavoratori e imprese si ritrovano sempre più compressi.
Ora sembra che l’inflazione abbia una flessione. Attenzione però, già negli anni ‘70 abbiamo vissuto una situazione analoga quando l’inflazione ebbe tre picchi. Si creò un’inflazione galoppante che procurò una gelata dell’economia, si entrò in stagflazione. Si crea così un circolo vizioso con stagnazione e inflazione, la gente ha paura perché non sa come sarà il futuro, l’inflazione continua ad alzare i prezzi, crollano gli investimenti, c’è una contrazione della domanda e l’unica regola che vale è quella del denaro contante, l’unico che può determinare il prezzo, ma che può anche alimentare nuovi fenomeni speculativi.
Se si ripetesse questa situazione il rischio è quello di una recessione globale con conseguente caduta dei consumi ed effetti distorsivi sul benessere delle famiglie, delle diverse categorie di lavoratori e dei pensionati.”