In merito all’articolo “Aggredito alla Vie en Rose, chiusa la discoteca per sette giorni” riceviamo e pubblichiamo questa memoria inviata da Maurizio Spoglianti, collaboratore e dipendente della discoteca imolese.

Essendo stato presente ai fatti, accaduti alla “Vie en Rose” nella notte tra sabato 25 marzo e domenica 26, che hanno portato alla chiusura del locale per 7 giorni su disposizione della Questura, dopo aver letto i vari articoli di stampa sull’argomento pieni di inesattezze, scrivo la presente per rendere un quadro personale della situazione basato su ciò che ho visto e sentito.

Tra le ore 2.30 e le 3 di notte notavo che un addetto alla sicurezza accompagnava un ragazzo nell’ufficio che è posizionato in prossimità dell’ingresso del locale. Pertanto mi recavo in ufficio per capire cosa fosse successo.

All’interno dell’ufficio era presente il titolare del locale, sig. Ezio Rizzoli, in compagnia di un altro ragazzo (successivamente ho appreso dal sig. Rizzoli che aveva notato lui il ragazzo poco prima seduto su un muretto dell’ingresso esterno e lo aveva invitato in ufficio), seduto a lato di una delle due scrivanie: percependo che era successo qualcosa tra i due mi sono seduto alla scrivania per capire cosa fosse successo.

I due ragazzi, uno seduto e l’altro in piedi di fronte, distanziati di circa due metri, si scambiavano accuse reciproche: quello seduto sosteneva di aver ricevuto un colpo al viso da quello in piedi e di aver subito la frattura di un dito della mano destra (che effettivamente risultava storto a prima vista); l’altro ammetteva di averlo colpito con uno schiaffo al volto ma sosteneva che il dito se l’era rotto da solo quando, cercando di colpirlo con un pugno per reazione, lo aveva preso di striscio allo zigomo (che in effetti a prima vista appariva arrossato) andando poi ad impattare il muro retrostante.

Preciso che:

1) durante la permanenza in ufficio non è emerso che altre persone avessero partecipato alla disputa;

2) nessuno dei contendenti ha fatto richiesta dell’intervento delle forze dell’ordine o dell’ambulanza nonostante avessi chiesto al ragazzo seduto se il dito gli facesse male (cosa che peraltro, essendo dotati entrambi di cellulare, avrebbero potuto fare autonomamente in qualsiasi momento);

3) si è appurato dai discorsi tra i due che all’origine della lite c’era il contendersi una ragazza;

4) siccome qualsiasi animosità tra i due ragazzi era cessata, come possono testimoniare altri dipendenti presenti nell’ufficio, non si è ritenuto necessario il ricorso alle forze dell’ordine.

Il ragazzo seduto ha detto che si sarebbe fatto accompagnare al Pronto Soccorso dai suoi amici che lo aspettavano fuori e io ho spiegato ad entrambi che se volevano procedere per vie legali si sarebbero potuti recare presso il comando dei Carabinieri o al Commissariato di Polizia nei giorni successivi.

Questa parentesi in ufficio è durata circa 20/30 minuti al termine della quale, i ragazzi sono stati accompagnati dal servizio d’ordine in tempi differenti alle rispettive vetture per evitare eventuali strascichi nel parcheggio. Infatti nulla è poi successo.

In seguito a questo episodio la Questura ha emesso un’ordinanza di chiusura del locale per giorni 7 in base all’articolo 100 del Tilps correlandolo ad un altro episodio successo il 9 ottobre del 2022 (l’unico che finora si era verificato nel corso di tutta la stagione, nella sera di apertura del locale dopo due anni e mezzo di chiusura causa Covid).

Vorrei precisare che, in quella occasione, non avvenne nessuna rissa bensì l’estromissione dal locale di un giovane in escandescenza che, a seguito all’intervento delle forze dell’ordine, fu poi arrestato.

Infine vorrei sottolineare i danni che da queste situazioni subiscono anche i dipendenti del locale, pur essendo incolpevoli, ma che non vengono mai considerati.

(Maurizio Spoglianti, collaboratore e dipendente della discoteca Vie en Rose di Imola)