Bologna. In Emilia-Romagna sono interessate dai consumi tipici dei prodotti pasquali oltre 3 mila pasticcerie e imprese del settore dolciario (comparto che include pasticceria fresca, gelati, biscotti, cacao, cioccolato, confetteria, etc.) con una alta vocazione artigianale: sono ben 2.758 le imprese artigiane, rappresentando l’83,6% delle imprese totali del settore.
Il dato emerge da un focus specifico del Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna.
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“Anche in queste feste pasquali l’artigianato si conferma un punto di riferimento importante per i consumi emiliano romagnoli. Qualità, varietà dell’offerta e una biodiversità della produzione che esalta ancora di più la maestria dei nostri artigiani – sottolinea Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia Romagna -. Oltre l’83% delle imprese del settore dolciario è rappresentato da realtà artigiane. Una ricchezza imprenditoriale importante che si tramuta in un valore per tutta la nostra regione. Purtroppo c’è difficoltà a tramandare questa tradizione e la mancanza di figure professionali accentua questo aspetto. Ci auguriamo che vengano messe in atto delle azioni per qualificare la formazione. Su questo fronte non mancherà mai il nostro impegno e quello del nostro ente di formazione, Formart”.
Da segnalare che i prezzi della pasticceria fresca salgono della metà rispetto all’alimentare. La crisi combinata di materie prime e dell’energia ha provocato effetti pesanti sul comparto dolciario e in particolare per le pasticcerie, le quali però reagiscono con un incremento dei prezzi dimezzato rispetto alla tendenza di prodotti alimentari e inferiore alla media europea.
La difficoltà nella ricerca di figure professionali
Nonostante il settore stia tirando, resta molto complicata la ricerca di figure professionali. Quasi metà dei pasticceri, panettieri e pastai artigiani sono difficili da reperire. In Emilia-Romagna delle 2.770 entrate previste dalle imprese per le professioni di pasticcieri, gelatai e conservieri artigianali e panettieri e pastai artigianali, 1.260 unità pari al 45,5%, risulta di difficile reperimento, quota superiore di 2,4 punti rispetto a quella nazionale (43,1%). Al 55,8% delle entrate di queste professioni è richiesto un livello elevato, medio-alto e alto, di competenze green, quota salita di 48 punti rispetto a quella di 5 anni prima dell’8%.
La tavola di Pasqua con i prodotti della tradizione
La biodiversità della produzione agroalimentare emiliano-romagnola, ad elevata vocazione artigianale, si declina in ben 398 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, che posizionano la nostra regione al quarto posto dietro a Campania (580 prodotti), Toscana (464 prodotti) e Lazio (456 prodotti).