Imola. Ziodon, suona strano: è il titolo di un libro, sarà un libro bizzarro, uno di quei libri in cui più leggi e meno capisci. Per fortuna nulla di tutto questo; è invece un libro con una storia curiosa, accattivante, pensate, una ragazza che riceve in eredità un… prete da accudire. Da qui parte una serie di imbarazzanti incontri non abbastanza desiderati che si intrecciano con storie d’amore e di finto amore, mentre la ragazza esamina se stessa e tutti coloro che si avvicendano nella storia. Un libro pervaso da sentimenti e da ironia, da sensi di colpa e da sprazzi di gioia. Lia Giberti Sarti è autrice al suo quarto libro, già conosciuta in Imola e nel circondario.

Ziodon. Una eredità difficile” (Echos edizioni) sarà presentato sabato 15 aprile, ore 17, nella sala Martelli di Toscanella, a cura dell’associazione di volontariato “Per la cultura a Dozza”, dialogherà con l’autrice Serena Malavolti.

Lia, ci conosciamo da parecchio tempo e so che scrivi da una vita. A cosa dobbiamo questa tua interessante passione?
“A dire la verità sono più di 30 anni che la scrittura occupa una grossa parte di me. Ho sempre letto moltissimo e il desiderio di mettermi alla prova è andato crescendo. Mi capitò di leggere qualcosa a proposito di un concorso letterario, avendo tempo, vi partecipai con un racconto. Beh la cosa mi divertì molto, mi piacque tanto che iniziai a scrivere sempre più spesso, quando la famiglia mi lasciava uno spazio libero, scrivevo racconti”.

Quando andavi a scuola, immagino fossi molto brava in Italiano, è così?
“Sì, alle elementari e alle medie sicuramente sì. Alle superiori un po’ meno e ti spiego il perché. Negli ultimi 3 anni del Liceo avevo una insegnante che dava temi i cui titoli non mi piacevano proprio, non mi attiravano per niente e quindi scrivevo solo per dovere di studentessa. Erano temi corretti, ma non altro. Comunque passò del tempo, e la voglia di mettermi alla prova era sempre presente, finché ho cominciato a scrivere qualcosa più lungo di un racconto”.

Lia Giberti Santi

Lia Giberti Sarti, costituzionalmente, rappresenta la donna fragile: non tanto alta, magrissima (la invidio), una folta capigliatura bionda (altra pulsione di invidia) sotto la quale si nasconde tanta fantasia, voglia di esplorare il mondo e in egual misura l’animo umano. La contraddistinguono forza e carattere pervicace, mentre dai suoi libri traspaiono sensibilità e attenzione per ogni particolare sia umano che materiale.

Lia, ti capita mai di trovarti davanti al foglio bianco e non sapere cosa scrivere? E’ una situazione abbastanza comune per gli scrittori.
“Fino ad oggi, no; io mi avvicino al foglio bianco solo quando ho qualcosa da raccontare, una trama già imbastita e un finale già tracciato, che poi durante la stesura della narrazione, può anche cambiare, ma per cominciare qualcosa devo avere già idee chiare in testa, altrimenti non inizio nemmeno, non azzardo l’improvvisazione”.

Da dove ti vengono queste belle idee per formare un romanzo, è solo fantasia?
“Sai le occasioni possono essere tante, basta solo saperle cogliere. Dalla mia vita, da quella degli altri, da ciò che vedo, si elabora con un po’ di fantasia, poi io sono molto pignola, non scrivo tutto il romanzo come viene viene, per poi riprenderlo per correggere le eventuali storture, gli errori che sfuggono; io devo rileggere ogni capitolo appena terminato e correggere immediatamente, altrimenti non riesco a proseguire con serenità. Anche per rispetto verso chi mi leggerà, devo essere corretta nelle mie esposizioni”.

Riprendiamo da “Ziodon”, hai usato un linguaggio diverso dagli altri libri…
“In effetti, sai perché? Perché io mi pongo sempre nei panni del/della protagonista, che ad esempio nel romanzo di cui parliamo, si tratta di una ragazza giovane, dinamica, senza troppi scrupoli religiosi, che pensate un po’ a causa di una eredità, inizia a frequentare un prete”.

Vero lo riconosco, Lia Giberti Sarti ha qui usato un linguaggio sciolto ma asciutto, senza fronzoli leziosi, molto moderno, spesso ironico: “L’ironia nella vista serve sempre, aiuta molto”. dice Lia.

Lia Giberti in occasione di un premio

Così la sua vita, di racconto in racconto prima, di romanzo in romanzo ora, è costellata di successi, premi in diverse occasioni letterarie, oppure segnalazioni particolari in concorsi dove non era vincitrice, ma a buona ragione ottenendo critiche alquanto positive, dai giudici preposti. Gli ultimi due libri sono stati esposti al Salone del Libro di Torino. Una bella soddisfazione!

Lia cosa nascondi ora nel cassetto?
“Sono già a buon punto con un altro libro, ormai ho iniziato questa strada spesso intralciata dai miei nipotini ai quali dedico molto tempo, ma senza di loro non sarei io. La mia famiglia mi ha sempre incoraggiata. Sono contenta anche di partecipare all’associazione ‘Pegaso scrittura creativa e dintorni’, di Castel S. Pietro Terme, mi piacciono le iniziative che prendiamo e portiamo a termine con tanta buona volontà e lavoro, mi spronano a fare sempre meglio. Una cosa che mi gratifica molto è la lettura, sono divoratrice di libri instancabile. Non ho grande simpatia per i ‘corsi’ di scrittura, intendiamoci, non per immodestia, ma dettano troppe regole e il mio timore è che finiscano per inibirmi, a non essere più me stessa.”

Un discorso tira l’altro e vorrei poter ascoltare tutto e oltre, ma non si può, i nipotini e il libro nel cassetto aspettano la nonna e la scrittrice Lia Giberti Sarti e chi si prenderebbe la responsabilità di privare bambini e lettori, di tale personalità?

Bibliografia di Lia Giberti Sarti

L’eredità di una ragazza dentro – Ed. La Mandragora (Racconti)

Inevitabili bugie e mezze verità – Ed. La Mandragora (Romanzo)

La sua Australia – Echos Edizioni- Sembra un romanzo, ma è una storia vera di vita coniugale e di viaggi.

Ziodon Un’eredità difficile – Echos Edizioni – ultimo romanzo

(Lina Cremonini)