Bologna. “Hove” è il nome del progetto di Hera, in partnership con Eni, che trasformerà gli oli esausti della ristorazione collettiva e della raccolta degli oli domestici in biocarburante. Già nel 2022 la multiutility bolognese ha avviato alla trasformazione in biocarburante ben 1.540 tonnellate di oli alimentari esausti. Il progetto ha visto coinvolti nel bolognese 352 punti di raccolta territoriale degli oli urbani e 84 punti di ristoro Cirfood, Camst group, Elior e Roadhouse.

“Il progetto di recupero e trasformazione degli oli esausti, si inserisce pienamente nel più ampio, ambizioso, contributo che il Gruppo Hera sta dando alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del Paese – spiega Franco Fogacci, direttore gentrale Servizi ambientali e Flotte Hera -. Si tratta di un impegno, ben articolato nel Piano Industriale al 2026, che prevede investimenti per oltre 4,1 miliardi, finanziati anche dal Pnrr, su sviluppo dell’economia circolare, promozione delle fonti rinnovabili, tutela del patrimonio idrico e resilienza delle reti”.

I risultati nazionali del progetto Hove

Un rifornimento di circa 1,7 milioni di litri di biocarburante, grazie al recupero di oltre 1.540 ton. di olio vegetale esausto. Sono questi, in estrema sintesi, i risultati 2022 del progetto Hove (Hera oli vegetali esausti), focalizzato sul recupero degli oli di scarto di cucina, frutto sia delle raccolte urbane nei territori dove il Gruppo Hera svolge il servizio di igiene urbana, che delle partnership con grandi gruppi della ristorazione, di cui gestisce e valorizza questi preziosi scarti di cucina.

Una volta pretrattati secondo i rigidi standard del Gruppo, gli oli vengono convogliati alla bioraffineria Eni di Venezia a Porto Marghera, dove, grazie alla partnership fra Hera ed Eni, vengono trasformati in biocarburante idrogenato.

I numeri nel territorio di Bologna

Il territorio di Bologna è stato protagonista significativo di questo progetto di transizione energetica, grazie agli oli raccolti nei 317 contenitori stradali, nelle 35 stazioni ecologiche e negli 84 punti di ristoro Cirfood, Camst Group, Elior e Roadhouse, coinvolti grazie al rapporto di partnership con Hera. Complessivamente, nel perimetro della Città metropolitana di Bologna sono state raccolte 371 tonnellate di oli di scarto, che hanno consentito di produrre oltre 408.000 litri di biocarburante idrogenato.

Biocarburante tassello della transizione energetica

Oltre alla protezione ambientale (gli oli vegetali esausti se non smaltiti correttamente possono essere molto pericolosi per la natura), l’attività costituisce un tassello rilevante della transizione energetica. Il biocarburante, infatti, abbatte sensibilmente le emissioni di anidride carbonica rispetto ai processi di produzione del gasolio tradizionale senza necessità di modifiche al motore o agli impianti di distribuzione e dunque può accompagnare la progressiva elettrificazione del trasporto leggero, oltre a essere un’immediata soluzione per i segmenti non facilmente elettrificabili come, ad esempio, il trasporto pesante, marittimo e aereo.

Una parte del biocarburante prodotto alimenta i mezzi Hera

Nel segno della piena circolarità, una parte del biocarburante prodotto a Porto Marghera, ritorna a Hera, che vi alimenta una parte della flotta dei mezzi destinati alla raccolta dei rifiuti urbani.

Un progetto che vale l’anidride carbonica assorbita da oltre 58.000 alberi

Complessivamente, il biocarburante derivante dall’azione Hera ha consentito di evitare l’emissione nel 2022 di circa 4.900 ton di CO2: dal punto di vista ambientale, l’equivalente dell’anidride carbonica assorbita in un anno da oltre 58.000 alberi.

Per saperne di più clicca qui >>>>