Imola. Teatro “Stignani” quasi pieno il 14 aprile pomeriggio per la prima edizione del Premio Marina Garbesi, la giornalista imolese di La Repubblica scomparsa due anni fa con un figlio autistico, Ludovico, tutt’ora con il padre Giovanni Maria Bellu.
Dopo i saluti del sindaco Marco Panieri e della presidente della Consulta delle Professioni Chiara Sortello che giustamente ricorda il padre di Marina “Vico Garbesi comandante partigiano” (e, aggiungiamo noi, intellettuale del Pci), a ritirare il premio sono stati tre padri di figli autistici, Stefano Belisari, in arte Elio delle Storie Tese, Gianluca Nicoletti e Domenico Pesacane (Mimmo Pesce per gli ascoltatori di Tele Lombardia).
Tre artisti che, a modo loro, fanno capire in poche e chiare parole che “bisogna uscire da quel cazzo di concetto per cui chi fa il buono è un debole”, “mentre per essere fighi bisogna essere cattivi, invece si è sempre dei vigliacchi, infatti si è spesso cattivi alle spalle dei più fragili”. Ad esempio i figli che nascono con problemi come l’autismo “che si fanno la cacca addosso anche da grandi quando dopo i 18 anni li lasciano alle famiglie che si trovano molte volte sole ad aiutarli. E noi, con i nostri mezzi, siamo genitori fortunati mentre altri sono messi assai paggio”. Premiato anche chef Bottura con l’associazione “Il Tortellante” dove ragazzi affetti da handicap “riescono a fare i migliori tortellini del mondo mettendo in ognuno la loro follia. Siamo riusciti a fare una rivoluzione tranquilla”, assicura lo chef, e premiata pure la grafich-editor Leila Marzocchi che ha disegnato un ricordo dello sterminio dei nazifascisti che cominciò, ancor prima che con gli ebrei, dalle persone con handicap.
Chiusura con l’arcivescovo di Bologna don Matteo Zuppi che battezzò proprio il figlio di Marina Garbesi, Ludovico: “Dobbiamo avere tutti un bellissimo stato di famiglia in cui nessuno sia lasciato solo”.
(m.m.)