Faenza. Senti le parole “pirati” o “corsari” e ti vengono in mente i Caraibi e personaggi come Francis Drake e Henry Morgan o anche il Jack Sparrow cinematografico. Ma di pirati e corsari ne abbiamo avuti anche noi, in tutto l’Adriatico, su su fino alle coste della Romagna. E neanche tanto tempo fa.

Ce ne parla con dovizia di particolari il libro “Pirati e corsari nel mare di Romagna (secoli XV – XIX)” edito da Il Ponte Vecchio e firmato da Eraldo Baldini, Giancarlo Cerasoli, Oreste Delucca e Davide Gnola, che verrà presentato alla Bottega Bertaccini di Faenza sabato 22 aprile alle ore 17.30..

Le spiagge della Romagna, che oggi sono luoghi di vacanza e svago, sono state per secoli una pericolosa frontiera frequentata anche da pirati e corsari: una presenza che, contrariamente a quanto suggerisce l’immaginario di molti, ha riguardato dunque non solo mari lontani, ma anche il Mediterraneo e il nostro Adriatico.

Da noi non c’erano pirati inglesi, francesi o senza patria che assaltavano i galeoni spagnoli pieni d’oro. Le comunità costiere e portuali della Romagna hanno dovuto fare i conti in passato con le continue incursioni di “uscocchi” e “barbareschi”, con razzie di cose e rapimenti di persone, e con la “guerra di corsa” che ha caratterizzato per alcuni secoli lo scontro tra l’Impero Ottomano e gli stati mediterranei ed europei.

Una storia di grande fascino, in gran parte sconosciuta al pubblico, che questo libro intende raccontare attraverso vari aspetti: il contesto marittimo in cui avviene, le incursioni presenti negli archivi e nelle memorie, le testimonianze materiali ancora visibili, in primo luogo le torri di guardia nei porti e lungo i litorali, gli ex voto che rappresentavano i sentimenti, le paure e le speranze di chi allora abitava sulla costa.