Alfonsine (Ra). L’anniversario della liberazione dal nazifascismo, 10 aprile Alfonsine, 25 aprile Italia, seguita poi dalla definitiva sconfitta di Hitler in maggio, è una annuale occasione per intensificare le iniziative di riflessione su questioni rilevanti. Sui fattori che favoriscono la nascita e l’affermarsi dell’autoritarismo, nelle sue forme più leggere fino a quelle più estreme come quelle del nazifascismo e delle autocrazie dell’Est e dell’Oriente. Su quanto e come sono state mantenute oppure no, le promesse di quella vittoria. Purtroppo, dalle nostre parti, continua a prevalere la ritualità.

Per quanto mi riguarda, nella sostanza non ho nulla da modificare rispetto alla mia nota di tre anni fa. Intendo solo scrivere un aggiornamento rispetto a quella. Vediamo.

In questi tre anni è peggiorato tutto a tutti i livelli e in tutte le dimensioni.

Guerra

Lo scontro tra le grandi potenze è ormai ai limiti di un esito finale, funesto per tutta l’umanità. L’aggressione della Russia all’Ucraina, attualmente in atto, ne è una delle più gravi manifestazioni, della quale il primo responsabile è Putin, ma gli altri non sono innocenti, visto il loro operato nel corso dei decenni e tutt’ora in atto. C’è il pericolo che si passi il segno, e quindi, ma non solo per questo, bisogna fermarsi. Le parti depongano contemporaneamente le armi, smettendo così di uccidere e distruggere, e si cominci a trattare per tutto il tempo necessario, per giungere alla pace. Si veda l’esempio estremo della Corea. Insomma, si tratta di evitare la fine atomica.

Clima-ambiente

Poche storie, andiamo dritti al punto. Il Gruppo intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc), ha pubblicato la sintesi del suo sesto rapporto, in cui è contenuto quello che può essere considerato l’ultimo avviso della comunità scientifica: contenere il riscaldamento entro parametri accettabili (più 1,5 °C) è ancora possibile, ma servono tagli profondi e immediati alle emissioni di gas serra. Non ci sarà un altro avviso da quella parte: il prossimo rapporto uscirà a fine decennio, quando ormai sapremo se la rotta sarà stata corretta. Nel rapporto è contenuto il punto di vista complessivo della scienza sul collasso.

Fino ad ora, la politica e il finanzcapitalismo, salvo poche eccezioni, a tutti i livelli sono andati in direzione opposta.

In Italia, i nuovi governanti arrivati da poco, stanno facendo peggio dei loro predecessori, anche se non è facile fare peggio. Nuovi permessi per le trivelle. Incentivi indirizzati a rovescio. Rigassificatori.

Nessun ambientalista sostiene che non sia necessaria una fase di transizione. Il fatto è che il tempo stringe e le risorse non sono infinite. Ciononostante si favoriscono gli idrocarburi e si intralcia lo sviluppo delle rinnovabili. Comandano i padroni del petrolio e del gas.

Per quanto riguarda Ravenna, comanda l’Eni. Qui quasi tutti, Istituzioni, Partiti e Associazioni, a parte Legambiente e “Ravenna in Comune”, vogliono il rigassificatore e nuove estrazioni. Io non so se i rigassificatori sono necessari per la transizione. E’ però certo che la prolungano oltre i tempi che ci sono concessi e che sottraggono risorse alle rinnovabili. Le nuove estrazioni provocano più danni che vantaggi.

Ci dicono che non bisogna disperdere un importante patrimonio industriale e non provocare crisi occupazionali. Ebbene, da decenni ci dicono che l’apparato produttivo e i lavoratori, quando necessario si devono riconvertire. Ebbene, si faccia! Per l’apparato produttivo e i lavoratori del settore interessato, è più facile che per tanti altri. Se si arriverà in ritardo rispetto ad altri, saranno guai per tutti.

Chi affronta la situazione attuale con la testa rivolta all’indietro, può essere definito un luddista del ventunesimo secolo. A Ravenna c’è questa deplorevole situazione, mentre a Civitavecchia c’è l’opposto, a dimostrazione che si può fare. A Civitavecchia l’Enel voleva riconvertire a gas l’attuale centrale carbone, ed era prevista la presenza di un potente rigassificatore. L’Eni ovviamente era interessata. La capacità di protesta e di proposta di tutta la comunità, ha ottenuto il superamento di quel progetto, accompagnato dalla decisione di costruire un enorme parco eolico in mare, distante almeno trenta chilometri da tutte le coste. Ovviamente non ci sarà il rigassificatore. Anche Eni si è piegata e parteciperà al nuovo progetto.

Disuguaglianza

Siamo decine di milioni in Italia a vivere sulla nostra pelle il peggioramento delle condizioni di vita. Per esempio. Il nostro potere d’acquisto è in calo da decenni. La sanità, la scuola e la tutela del territori sono in continuo peggioramento. Questo però, di per sé, non dimostra che la disuguaglianza è aumentata. Si può vedere l’aumento della disuguaglianza confrontando la nostra situazione con quella di coloro che stanno meglio: la loro condizione migliora continuamente. A capirlo ci aiuta l’ultimo Rapporto Oxfam, il cui titolo è: “La disuguaglianza non conosce crisi”.

Nell’Introduzione del Rapporto, si afferma che: “Per la prima volta in 25 anni, la ricchezza estrema e la povertà estrema sono aumentate drasticamente … anche in Italia …”. In Italia, “il carovita sta erodendo il potere d’acquisto di gruppi sociali più fragili e di tanti lavoratori i cui salari non tengono il passo con l’inflazione.” Oxfam aggiunge: “Le disuguaglianze non sono casuali né le marcate divergenze nelle traiettorie di benessere dei cittadini, lungo le sue molteplici dimensioni, sono ineluttabili. Sono piuttosto il risultato di precise scelte di politica pubblica, che hanno prodotto negli ultimi decenni profondi mutamenti nella distribuzione di risorse e potere, dotazioni ed opportunità.”

Poi in Italia è arrivata l’estrema destra, più che per meriti propri, per demerito dei suoi oppositori. Questa destra ovviamente fa il suo mestiere, e provoca una accelerazione dell’aumento delle disuguaglianze e, purtroppo, è ancora confusamente e debolmente contrastata. A proposito di questi oppositori, si può ricordare un passaggio del Mein Kampf di Hitler, opportunamente interpretato e adattato: “Perché solo la preoccupazione di durare e la paura dell’ascesa del nostro Movimento … mette loro in bocca parole (riassunto mio: nostre) … associandole al loro precedente tesoro di parole … “. Aggiungo, non solo parole della destra attuale, ma anche fatti.

Democrazia

Essendo la politica dominata dal finanzcapitalismo (Francesco e Gallino), la democrazia non può che accelerare la propria decadenza. Numerose sono le evidenze in tutto l’Occidente (avvisare la pur benarrivata Schlein). Ovviamente, devo precisarlo, non sono un partigiano delle dittature e, peggio, delle autocrazie.

Per l’Italia, pochi esempi. Il Parlamento è sempre più esautorato. Le leggi elettorale fanno violenza alla rappresentanza. L’autonomia differenziata spaccherà l’Italia. Con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica avremo l’uomo solo al comando. Il partito della Meloni, si veda “Rivista Studio”, 2 nov 2022 : “ … lo stile comunicativo di Fratelli d’Italia non è solo aggressività e spavalderia. E’ anche un susseguirsi di motivi ricorrenti con uno che spicca su tutti: l’uso martellante del termine Nazione, e gli svariati proclami in cui viene inserito.” Anche da questo termine si diramano le politiche di destra note, ma “C’è però un ulteriore elemento, più sfuggente … il fatto che la parola sia in grado di evocare nostalgie del passato piuttosto pesanti, mantenendo però una provvidenziale distanza di sicurezza.”

Nel pesante passato, faccio notare che c’è anche questo: “La concezione nazionale si distingue essenzialmente dalla marxista in questo, che essa riconosce il valore della razza e quindi riconosce il valore della persona e ne fa uno dei pilastri del suo edificio.” Più avanti: “Deve perciò lo Stato sbarazzare senza pietà la direzione suprema, dal principio parlamentare secondo il quale la decisione spetta alla maggioranza, cioè alla massa, e porre in luogo di quello, l’assoluto diritto della persona.” Le ultime due citazioni sono prese anch’esse da Mein Kampf.

Che fare?

Flaiano scrisse: “La situazione è grave, ma non seria.” Oggi è grave e basta.

Sulle cose da fare come sinistra, richiamo quanto scritto nella nota di tre anni fa, che trova conferma negli sviluppi successivi.

Aggiungo. E’ necessario smettere di fantasticare di coesione sociale “malintesa”, conquistare il centro e altre amenità. Si deve partire anche dalla presa d’atto che nella società c’è conflitto e nominarlo apertamente senza stupidi timori. Certo, oggi il conflitto è molto più articolato rispetto al passato, perciò bisogna saperne vedere tutti i soggetti sociali in conflitto, e prendere parte. Senza dimenticare gli interessi di coloro che non sono ancora nati. Poi occorre la proposta e l’azione a sostegno degli interessi oggi soccombenti, tutto nel quadro di una visione di società nella quale si affermino i valori permanenti della sinistra, ovviamente aggiornati.

(Rino Gennari)