Francesco Spadoni non c’è più. C’è, però, intatta e granitica, la sua eredità sportiva, ideale, culturale e politica.
Lo conobbi da vicino all’ inizio degli anni 80, quando divenni Segretario della Dc imolese, perché mi invitò per alcuni anni alla presentazione delle iniziative sportive.
Tutto avveniva durante il periodo delle pesche, fiore all’ occhiello di uno sportivo che sapeva trattare la terra e i suoi prodotti con la sapienza di chi sa sommare la Fede e l’Amore per la terra ed i suoi frutti.
Erano tempi, quelli, dove era necessario avere coraggio nel manifestare le proprie idee, se non coerenti con il pensiero unico degli anni 80.
Sull’aia di Casa Spadoni venivano allestiti tavoli, sedie e panche: la platea delle giocatrici e genitori era pronta.
Lontano dalle tentazioni il tavolo con l’ immancabile merenda, ricca dei prodotti Clai. Se la stagione era quella giusta, il trionfo delle pesche era scontato.
La presenza del Segretario della Dc non era simbolica, ma prendeva significato e sostanza dalle parole di Francesco: “C’è il Segretario della Dc imolese perché si sappia qual è il nostro pensiero politico e gli chiediamo un saluto”.
“Breve” era sottinteso e lo sguardo di Anna Maria Loreti, la Presidentessa, non lasciava margini a chiacchere superflue.
Cooperatore cristiano senza incertezze, sapeva muoversi con la prudenza dei forti e gettarsi nelle iniziative con l’animo di chi vuole costruire a beneficio della società.
All’ amata Moglie Anna Maria e ai figli Luca, Cristiano, Emanuela e Carlo il più sincero cordoglio e un fraterno abbraccio.
(Vittorio Feliciani)