Romano Rossi ci ha lasciato, dopo una lunga malattia, in prossimità del 25 aprile.

Per me è un caro amico e compagno di studi, ricerche, pubblicazioni, iniziative, avventure culturali; per il territorio una personalità di assoluto rilievo.

Romano Rossi con il basco del Battaglione Friuli

Nato a Riolo Terme nel 1960 e residente a Casola Valsenio, di famiglia antifascista (il padre fu tra i primi partigiani di montagna), legatissimo alle origini ed alla famiglia, ha lavorato nel settore della comunicazione aziendale e della promozione pubblicitaria, collaborando con agenzie pubblicitarie, con periodici, tra cui “sabato sera” e “sette sere”, e con tante aziende del territorio.

A questo ha sempre affiancato l’interesse per la storia locale: che poi tanto locale non è.

Perché è nelle nostre vallate che sono avvenuti i duri combattimenti sulla Linea Gotica, riportati da tutti i libri di storia nel mondo, ben oltre quello che noi comunemente pensiamo.

Romano questo aveva bene presente ed ha dedicato tante energie alla storia ed alla memoria.

Romano Rossi  (sulla destra) con il Presidente della Repubblica Mattarella

A lui si devono una infinità di iniziative, tra le quali la riscoperta delle vicende della Brigata Ebraica, la quale fino alle sue pubblicazioni era poco nota pure in Israele. Basti pensare che ha promosso importanti monumenti e opere commemorative fra le quali: il monumento ed il giardino dedicati alla Brigata Ebraica a Cuffiano (Riolo Terme), il monumento dedicato alla Brigata Ebraica a La Serra (Castel Bolognese), il monumento dedicato alla Brigata Ebraica a Imola, la lapide sul ponte della Brigata Ebraica a Pesaro, inoltre ha scritto il soggetto dei documentari Realizzati con la regia di Alessandro Quadretti “La Brigata Ebraica in Romagna” e “La Calzha (i Sikh nella campagna d’Italia)”.

Poi, ha rilanciato l’Associazione Reduci del Gruppo di Combattimento Friuli, di cui è stato attivissimo Presidente, e degli altri Gruppi che valorosamente hanno affiancato gli alleati come cobelligeranti lasciando centinaia di morti sul fronte antinazista e riscattando così anch’essi, come i partigiani, l’onore e la dignità dell’Italia. Del resto, il sacrario della Friuli è proprio a Zattaglia, tra Casola Valsenio, Brisighella e Riolo Terme.

Romano aveva rispetto per tutti i combattenti, in primo luogo i partigiani, gli Alleati Inglesi ed Americani, i Polacchi, i Sikh, i Maori, tutti coloro che lasciarono vittime in nome della Liberazione. Ha pure mostrato pietà per i nemici, infatti anche a lui, con altri, si deve il fatto che a Monte Battaglia siano ricordati pure i caduti tedeschi, gesto non banale, ma sicuramente opportuno nell’ambito dell’odierna Europa Unita.

Perché Romano pensava in grande, e forse questa sua visione non sempre è stata compresa.

Ha promosso celebrazioni, mostre, audiovisivi, la costruzione di lapidi in onore della Brigata Ebraica e della Friuli ed è autore di numerose opere relative al periodo della Seconda Guerra Mondiale, in particolare del passaggio del fronte in Emilia Romagna ed a Riolo, la sua città, dove avvenne lo sfondamento delle difese tedesche.

Fra le sue tante pubblicazioni si segnalano: “Alfredo Oriani, foto storia di un mito”, “Battaglie sull’Appennino – Storia della Prima Divisione Inglese da Firenze a Monte Grande, Il Gruppo di Combattimento Friuli – 1944-1945, “La battaglia per la Gotica – Il Secondo Corpo statunitense da Firenze a Monte Grande”, “La Brigata Ebraica. Fronte del Senio 1945” con il rabbino Rev. Luciano Caro, “La battaglia di Forlí 1944-1946”, “Una corriera per la valle del Senio. La cooperativa trasporti di Riolo Terme” con Paolo Grandi, “Riolo dei Bagni 1944-1945” con Gaspare Mirandola, altro ancora.

L’attestazione dei vasti rapporti che intratteneva si è manifestata al funerale, forse stupendo i compaesani: hanno portato saluti o presenziato Generali ed ufficiali della Friuli e dell’Esercito Italiano, il rabbino di Ferrara Luciano Meir Caro ed un esponente dell’Ambasciata di Israele, rappresentanti della comunità Sikh in Italia, una delegazione dell’Esercito Inglese, autorità civili e religiose tra cui i Sindaci di Casola Valsenio, Riolo Terme, Palazzuolo sul Senio, Castel Bolognese, tantissimi amici e conoscenti ed esponenti di Associazioni d’Arma e di quell’associazionismo diffuso di cui Romano era fautore e promotore.

Era una personalità di valore e di prestigio della comunità, impegnato con passione nella promozione dei valori della lotta di Liberazione nel ricordo di chi per la libertà e la dignità dell’Italia ha sacrificato la propria vita.

Guardava al futuro, aveva ancora tante idee e progetti, di cui due di assoluto rilievo: far meglio entrare nei libri di testo delle scuole le vicende dei Gruppi di Combattimento Italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, fino ad ora un poco in ombra; promuovere una mostra-museo permanente sull’argomento. Toccherà agli amici vedere se sarà possibile realizzare questi obiettivi.

(Marco Pelliconi)