Era il 2006 quando l’ex vicepresidenti degli Stati Uniti d’America Al Gore esce nelle sale cinematografiche con il docu-film dal titolo “An Inconvenient Truth”, tradotto in “Una scomoda verità”, dove denunciava a tutto il mondo il problema del riscaldamento globale di natura antropica.

Spesso mi interrogo su cosa voglia dire essere di sinistra al giorno di oggi.

Crollato il muro delle ideologie tardo Ottocentesche e con l’addentrassi sempre di più in un sistema tardocapitalista, l’aggettivo “di Sinistra” sembra perdere oggi ogni significato.

Personalmente io mi rispondo che essere di sinistra vuole dire due cose:

La prima è che si è dalla parte dei più deboli, di coloro che sono più fragili, perché credo che in questa vita finita che ci viene data, non si vinca niente se si arriva prima degli altri, ma si vince solo quando a tutti viene data la possibilità di arrivare al traguardo.

In secondo luogo essere di sinistra vuol dire onestà intellettuale, ovvero non mentire agli altri, ma cercare di essere sempre veri, perché la menzogna per sua stessa natura genera una disparità, la mistificazione della realtà impedisce di avere una comprensione chiara e priva le persone di compiere delle scelte consapevoli.

Cercherò dunque in questo scritto di essere il più possibile coerente con i due valori sopracitati, anche se per esserlo dovrò fare come Al Gore, ovvero dire delle scomode verità, perché la verità, molto più spesso di quanto ci piaccia ammetterlo, ci obbliga a confrontarci con la brutale e inamovibile forza del “ciò che è”, contrapposta al dolce e confortevole “ciò che vorremmo fosse”.

Quello che è accaduto e sta tuttora accadendo in Emilia-Romagna non si può relegare a semplice negligenza amministrativa come qualche delirante esponente di FDI vorrebbe far credere.

La verità è che nel giro di 36 ore è scesa una quantità d’acqua pari a circa ¼ di quella annuale.

Sarebbe bellissimo potersi illudere che tutto questo si sarebbe potuto prevenire con un po’ più manutenzione ordinaria o straordinaria che sia, ma la realtà è che questo è solo il primo di quella che si prospetta essere una lunga serie di eventi climatici estremi legati all’attività antropica.

Già, avete letto bene, il primo di molti. Questo dice il report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, se non si prenderanno misure drastiche per combattere il riscaldamento globale quello a cui si è assistito in questi giorni diventerà qualcosa di sempre più costante, tanto da poter diventare normale.

Il report però dice anche che c’è ancora una piccola finestra di tempo per poter aggiustare il tiro ed anche se sarà impossibile tornare indietro, almeno si potranno evitare effetti ancora più disastrosi.

Mai come oggi è chiaro che ci troviamo tutti di fronte ad un bivio, il pianeta è malato e come a tutti i malati si palesano due scelte, affidarsi agli esperti e accettare le cure per quanto queste possano essere dolorose e invasive, oppure affidarsi ai santoni dalle soluzioni facili e delle diete miracolose.

Non è per nulla una scelta facile e non pretendo in alcun modo di imporre la mia visione sugli altri, ma almeno vorrei che il partito di cui ho la tessera e che nel mio piccolo ho accettato di rappresentare si decidesse a scegliere quale strada percorrere.

Caro PD, se sono entrato a far parte di questa grande e complessa comunità è perché ho visto nel Partito lo strumento per cambiare la società in cui viviamo, nonostante i numerosi alti e bassi, questa mia convinzione non è mai venuta meno, ma ora è il momento di decidere cosa si vuole fare da grandi.

Per troppo tempo abbiamo temporeggiato e forse con un eccesso di ingenuità abbiamo creduto che tutto si sarebbe potuto dolcemente riconvertire, che il capitalismo si sarebbe potuto riformare e che con una buona mediazione si sarebbe arrivati ovunque.

È il momento di prendere decisioni nette e radicali, le nuove generazioni hanno dimostrato che non sono più disposte ad accettare vaghi paternalismi come risposte e se ad ogni loro azione di protesta non violenta, da destra arrivano insulti e critiche, da sinistra invece cosa arriva? Nel migliore dei casi un vago ed imbarazzato sostegno.

Decidiamoci una buona volta di ascoltarli seriamente, offriamogli una spalla istituzionale su cui poter contare, apriamogli le porte dei nostri circoli e dei nostri direttivi a tutti i livelli.

Prendiamo coraggio e apriamoci al confronto, altrimenti rischiamo di rimanere indietro con il rimpianto di non aver fatto abbastanza per evitare la catastrofe.

(Alberto Carnelos, segretario Partito democratico Unione comunale Massa Lombarda)