Imola. “La transizione ecologica (sostenibile) del settore automotive – Prospettive e conseguenze economiche e Supply Chain” è il tema di un incontro organizzato dal Centro Studi Luigi Einaudi che avrà luogo giovedì 11 maggio, ore 18, nella Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola (Palazzo Sersanti, piazza Matteotti 8).
Interverranno Adolfo De Stefani Cosentino (presidente Federauto), Gian Primo Quagliano (presidente Econometrica e Centro Studi Promotor) e Pierangelo Raffini (assessore allo Sviluppo economico del Comune di Imola). I lavori saranno introdotti da Francesco Corrado (presidente del Centro Studi “Luigi Einaudi”). Modera l’incontro il giornalista Valerio Zanotti.
L’evento ha il patrocinio del Comune di Imola e si svolge in collaborazione con l’Associazione liberi professionisti e lavoratori autonomi “Giovanni Codronchi Argeli”. L’iniziativa è resa possibile grazie al contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola. Durante l’evento saranno svolte riprese foto-video.
Ingresso gratuito, prenotazione necessaria al link: https://imola11maggio.eventbrite.it
“Come sempre il nostro Centro studi si pone l’obiettivo di fornire elementi per approfondire temi di attualità – spiega Francesco Corrado -, come lo è quello della transizione all’elettrico nel settore automotive. Il nostro interesse è di portare nella discussione riflessioni, dati ed elementi di conoscenza utili per capire, e l’iniziativa dell’11 maggio approfondirà questi aspetti: dalle tipologie di carburanti (elettrico, sintetico, biocarburanti) all’approvvigionamento di queste fonti; dalla fotografia attuale del parco macchine in Italia ed Europa, al costo delle auto elettriche ed endotermiche; dal quadro economico attuale nel quale viene calata questa scelta, agli effetti sull’occupazione in tutta quella che è la catena dell’approvvigionamento del settore. Senza dimenticare chiaramente il confronto tra l’impatto inquinante delle diverse tecnologie”.
Le dichiarazioni
“Questa transizione all’elettrico la possiamo spiegare con due parole: inarrestabile e irraggiungibile – afferma Adolfo De Stefani Cosentino -. Ormai quasi tutti i costruttori stanno andando in quella direzione. Entro due anni il 44% delle vetture prodotte per il mercato europeo saranno elettriche; il 66% delle nuove motorizzazioni saranno anch’esse elettriche. Irraggiungibile perché non tutti possono permettersi di cambiare l’auto. La decisione del Consiglio UE di non chiudere ai carburanti sintetici è solo un favore alla Germania, anche perchè per fare un litro di fuel oggi ci vogliono 20 euro, che potranno scendere a 3 si va verso una produzione industriale, ben lontani però dallo 0,45 che costa oggi produrre benzina e gasolio. Mentre sono rimasti fuori i biocarburanti, che già si potrebbero usare in tutti gli euro 6 e in gran parte degli euro 5. Il problema è che li ha proposti l’Italia che è la cenerentola d’Europa. Tutte queste affermazioni le spiegherò con dati alla mano, compreso il falso mito che l’elettrico non inquina. L’errore di fondo nasce dal non considerare il concetto di neutralità tecnologica, ma solo quello di emissione. L’importante è che la macchina non emetta C02, ma dimostrerò che un’auto elettrica non inquina certamente meno”.
“Sono molti i Paesi che mettono in discussione il fatto che a partire dal 2035 nel territorio della Ue non si possano più immatricolare auto con motore a combustione interna – aggiunge Gian Primo Quagliano -. La speranza è che si possa trovare un accordo affinché, a partire dal 2035, si possano anche immatricolare, oltre alle auto elettriche, anche altre auto con emissioni zero di CO2, senza mettere in discussione la strategicità dell’auto elettrica nella salvaguardia dell’ambiente. Non a caso tutti i paesi dell’Ue si stanno da tempo muovendo in questa direzione, ma i risultati raggiunti sono molto diversi tra paese e paese. Purtroppo su questo fronte l’Italia è molto indietro. Nel 2022 infatti la quota delle auto elettriche sulle immatricolazioni di auto in Italia è stata del 3,7% contro il 12,1% dell’Unione europea. Il problema principale è che l’auto elettrica oggi costa decisamente di più di un’auto tradizionale. Gli incentivi attualmente in vigore non funzionano e gli stanziamenti dedicati restano in larga misura inutilizzati e ciò, anche e soprattutto, perché nell’accesso agli incentivi vengono penalizzate le flotte aziendali e questo nonostante che il mondo delle aziende sia ideale per far decollare gli acquisti di auto elettriche”.
“Rispetto a quando abbiamo pensato questa iniziativa il quadro oggi è un poco più chiaro. Con la ratifica del Consiglio Ue sembra ci siano alcune aperture, in particolare sui carburanti sintetici, anche se sono esclusi i biocarburanti sui quali l’Italia puntava. L’obiettivo che ci poniamo con questo incontro è di capire vantaggi, svantaggi e rischi di questo passaggio epocale. Una transizione energetica all’elettrico così spinta, dopo che per un centinaio di anni si è fatto poco sul fronte dell’inquinamento, non può che creare determinati problemi. L’elettrico non è la panacea, commetteremmo un grave errore se abbandonassimo altre possibilità, come quelle create dall’idrogeno. Anche perché l’elettrico non è esente da problemi di inquinamento, ad esempio nello smaltimento delle batterie, così come non è facile la ricerca delle materie prime per confezionarle. Infine ricordiamo che sono circa 270 mila le persone impiegate direttamente o indirettamente dall’industria automobilistica nel Paese e, quindi, potranno sorgere problemi di ricollocamento per parte di queste professionalità”, conclude Pierangelo Raffini.
La situazione ad oggi
Il Consiglio Ue a fine marzo 2023 ha dato il via libera al regolamento che prescrive lo stop ai motori endotermici per le auto e i furgoni nuovi a partire dal 2035. L’Italia si è astenuta ritenendo che, da parte della Commissione, ci sia stata un’apertura sui carburanti neutri in termini di rilascio di anidride carbonica.
Infatti in una dichiarazione della Commissione, al momento non resa nota, viene stabilita di fatto una specie di deroga per i motori endotermici alimentati da carburanti sintetici, che dovrà essere oggetto di uno specifico regolamento di esecuzione per le omologazioni di questi veicoli, istituendo così un processo di omologazione solido e a prova di evasione per i veicoli che sono alimentati esclusivamente, in via permanente, con combustibili rinnovabili di origine non biologica, ovvero gli e-fuels, i carburanti sintetici.
Si tratta di una sorta di compromesso, tuttavia da quel che si capisce al momento i biocarburanti, che l’Italia avrebbe voluto fossero affiancati ai combustibili sintetici, restano esclusi dalla “deroga” di fatto concessa a questi ultimi.