Imola. Il 27 aprile Azione Imola, ha organizzato un primo incontro di conoscenza e approfondimento aperto agli iscritti e non, sulle tematiche della gestione delle acque, nella fattispecie, visti gli invitati, i punti trattati sono stati la bonifica idraulica di pianura e montana, l’irrigazione e il riuso dell’acqua del depuratore.
Relatori il dott. Rossano Montuschi del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale , la dott.ssa Alice Dall’Ara (già ricercatrice del Cnr ) e la dott.ssa Patrizia Grandini della Ada Srls. Purtroppo non è potuto essere presente , nonostante avesse dato la sua adesione, il presidente del Consorzio del Canale dei Molini di Imola e Massa Lombarda, sig. Giordano Zambrini.
La riunione, nonostante i contenuti altamente tecnici, si è protratta più del previsto per l’interesse suscitato nei presenti. In sintesi riportiamo alcuni dati e alcune considerazioni. Intanto è opportuno partire dalle attività del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale che gestisce il territorio imolese assieme a quello della Bonifica Renana. Questo Consorzio ha un territorio di competenza di 2.006 kmq, 1240 kmq in zona montana (toscana compresa) e 760 kmq in pianura, opera quindi oltre che nella provincia di Ravenna, anche in provincia di Bologna,Forlì-Cesena, Ferrara e Firenze per un totale di 35 comuni. Il consorzio , come ogni altro analogo consorzio, è un ente di diritto pubblico, titolare di una funzione pubblica conferita dalla legge.
I consorzi di Bonifica sono retti dal principio dell’autogoverno ed autofinanziamento dei soggetti privati interessati, che sono i proprietari degli immobili ( terreni o fabbricati) ricadenti nel territorio di competenza, assoggettati al contributo di bonifica. Grazie a questi si gestiscono (manutenzione ordinaria e straordinaria) le opere di bonifica idraulica sia in pianura (più di 1000) che in montagna (più di 5000).
In merito all’irrigazione , che è una attività secondaria, le spese di gestione sono a carico totale di chi usufruisce del servizio, mentre gli investimenti sono in parte in carico all’Ente Pubblico (UE, Ministero, Regione) e la rimanente parte in carico agli utilizzatori. L’acqua che il consorzio utilizza per l’irrigazione è derivata dal Canale Emiliano Romagnolo CER. Ogni anno si prelevano circa 60/80 milioni di mc di acqua che vengono distribuiti a valle del CER tramite canali aperti, a monte invece con condotte a pressione, quindi con minori dispersioni. In collina il consorzio già da anni ha promosso e attivato numerosi reti rurali per l’irrigazione. Questo sia con contributi pubblici che con investimenti privati. Purtroppo sono da registrare tempi “biblici” legati alla burocrazia necessaria all’ottenimento dei diversi permessi richiesti.
Se si vuole far vivere l’agricoltura, in particolar modo in collina, gli investimenti (come quelli su irrigazione, bonifica idraulica montana ovvero briglie, riforestazione, drenaggi) sono indispensabili, visto che, da una parte le quantità medie annuali di acqua stanno diminuendo, rischiando di arrivare a breve a livelli di pioggia pari a quelli del Marocco, e dall’altra parte viviamo eventi atmosferici violenti dove in poche ore può scendere l’acqua che sarebbe dovuta scendere in alcuni mesi, o, come accade oggi, pioggia continua concentrata in un arco temporale di alcuni giorni.
Per la zona di Imola il Consorzio si sta interessando alle cave dismesse nella zona di Zello. Sono aree dismesse, già scavate, da recuperare, che potrebbero avere un ruolo importante non solo ai fini produttivi, ma anche ambientali. Ci vuole la volontà e il coraggio di investire ed accelerare i tempi di questi progetti. Sarebbe importante ragionare sul ruolo del Canale dei Molini come infrastruttura a servizio di una fascia di aziende site nella pedecollina che hanno necessità di approvvigionamento idrico.
In merito all’utilizzo delle acque reflue le rappresentanti della società ADA hanno illustrato alcuni numeri riguardanti i depuratori in Italia e la necessità di iniziare a riutilizzare questa acqua, opportunamente trattata, per fini agricoli. Vi è il concreto pericolo nei prossimi anni di una riduzione delle quantità di acqua a disposizione della collettività e ciò potrebbe portare ad una conflittualità quindi iniziare a pianificare il suo recupero sarebbe sicuramente utile. Così come ragionare della qualità dell’acqua da usare in agricoltura, valori che la Regione ha promesso di pubblicare nel 2006, ma ad oggi non ci risulta avere fatto.
Il tema del riuso riguarda anche la gestione delle microplastiche presenti in queste acque reflue.
A conclusione della serata possiamo dire che come tutte le cose primarie assistiamo ad un eccesso di burocrazia, ad una parcellizzazione delle competenze, che non aiuta nella pianificazione a lungo termine, e nella cronica carenza di risorse destinate alla gestione della bonifica idraulica del territorio, specie quello montano.
(Mara Mucci, coordinatrice di Azione a Imola)