L’ultimo atto politico di Jacinda Ardern, Primo ministro della Nuova Zelanda, è andato in scena al parlamento del suo paese. Il monologo emozionante, che ha tutte le carte in regola per essere una vera lezione, recita così: “Si può essere ansiosi, sensibili, gentili, essere una madre, oppure no, un nerd, uno che piange, uno che abbraccia, si può essere tutte queste cose insieme e allo stesso tempo essere una leader”.
Un discorso emozionate, sicuramente personale, e nel giorno in cui la leadership femminile ha subito un altro scossone.
La leader dei socialdemocratici, Sanna Marin, si dimette; Jacinda Ardern appare per l’ultima volta al New Zealand Parliament, di cui è stata a capo per 5 anni prima di annunciare il ritiro (inaspettato) lo scorso gennaio.
“So cosa richiede questo lavoro e so che non ho più abbastanza energie per rendergli giustizia”, erano state le sue parole, provocando fin da subito illazioni da pare dei vertici politici sul fatto che abusi e minacce potessero aver contribuito al suo addio dalla politica.
Ma il suo addio è un (lungo) flusso di coscienza.
“Pensavo di dover cambiare radicalmente per sopravvivere come politica. Non è stato così. Lascio questo posto sensibile come non lo sono mai stata”, racconta Ardern, rivelando i suoi timori, ansie e preoccupazioni nel ricoprire il ruolo da prima ministra.
“Una posizione che non avevo mai pensato di dover ricoprire – confessa – Odiavo le interrogazioni parlamentari così profondamente che i giorni prima facevo fatica a mangiare”.
Durante l’intervento Ardern si è descritta come una persona apprensiva, “una che piange e abbraccia”, ma che preferisce “essere criticata per essere una che abbraccia piuttosto che per essere senza cuore”.
Porta in aula le emozioni che ha vissuto, le paure provate. Ma non può dimenticare i successi e i trionfi. Quelli nella risposta Covid, alle catastrofi come l’eruzione vulcanica di Whakaari e pure all’attacco terroristico di Christchurch contro la comunità musulmana neozelandese.
Obiettivi raggiunti che le sono valsi un riconoscimento a livello internazionale. E pure gli stessi – soprattutto le rigide restrizioni Covid, i non-progressi nelle disuguaglianze e nell’emergenza climatica – che le sono stati rinfacciati più volte in questi anni di governo e che hanno (forse) attenuato i suoi risultati politici.
Ma il sipario di Ardern oggi si è ufficialmente chiuso. Con una lezione, prima. E un messaggio, poi: “I prossimi leader potete essere voi”.
Standing ovation, abbracci, cori Maori.
Ma la strada per nuove leadership gentili ha fatto un passo avanti.
(Tiziano Conti)
Il video di YouTube, 30 minuti, con il suo discorso di addio, in inglese e – in piccola parte – in maori.