Imola. Nuova puntata sulla discarica di Imola e sull’ipotesi del completamento della sopraelevazione del terzo lotto. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta dell’11 maggio, ha dichiarato inammissibile la pratica con la quale la Regione Emilia Romagna chiedeva un parere sulla realizzazione dell’opera. Ora dunque ritorna tutto sul tavolo del presidente Stefano Bonaccini.
Il comitato “Vediamoci chiaro” fa il punto della situazione e annuncia future battaglie qualora, come credono, la Regione proseguirà con la sua idea di riaprire il sito di via Pediano.
“Bonaccini a gennaio del 2020 in piena campagna elettorale per le elezioni regionali dichiarò, senza titubanze, che per lui la discarica Tre Monti era un ‘capitolo chiuso’, ma si sa certe facce sono mutevoli – ricorda il comitato imolese -. Capitolo talmente chiuso che, il giorno seguente la sua vittoria, la Regione fece riaprire la conferenza dei servizi per il completamento della sopraelevazione del terzo lotto tentando di aggirare le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, nonché il parere del ministero dei Beni culturali, tutti contrari non solo alla sopraelevazione ma anche al 4° lotto”.
Tuttavia la decisione del Governo di non decidere, secondo “Vediamoci chiaro”, non è una buona notizia. “In questi anni la Regione, e i diretti interessati all’affare, non hanno mai smesso di lavorare per riavviare il conferimento in discarica (ma quale economia circolare?), nonostante dichiarassero spesso pubblicamente il contrario. Visti però i problemi autorizzatori non rimaneva che risolvere la questione andando al Consiglio dei Ministri che, nella seduta del 11 maggio, ha dichiarato inammissibile la pratica e rimandato il tutto alla Regione. Una mossa politica del governo, utile solo a togliersi dall’imbarazzo, che rimette in mano a Bonaccini la questione. Ora c’è da scommettere che la cordata Bonaccini, Panieri, Hera e ConAMI ritenterà di portare nei colli imolesi altri 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali provenienti da tutta Italia, come ha sempre fatto in passato, per i lauti guadagni di pochi speculatori e lo svantaggio (ambientale e sanitario oltre a un deprezzamento immobiliare palese) dei tanti cittadini imolesi e riolesi. Ormai, più che una scommessa, è una certezza, viste le carte da loro prodotte in questi anni con il benestare dell’Amministrazione di Imola, dei Comuni del circondario imolese e della Romagna Faentina”, si legge nel comunicato.
Il comitato ricorda inoltre come le amministrazioni e gli enti di tutela come Asl, e in parte Arpa, non abbiano “mai avviato uno studio specifico di analisi dell’inquinamento rilasciato dalla discarica e degli impatti sanitari causati alla popolazione esposta, come invece noi cittadini e numerosi esperti chiediamo da 8 anni. A Imola si muore di alcune malattie più che nel resto d’Italia e della Regione e, questo fatto, pare non interessare a nessuno dei controllori”.
La preoccupazioni in caso di riapertura è che non sia per tempi brevi: “Non ci raccontino la favola che si riparte con il conferimento di rifiuti per soli 18 mesi e che si tratterà della sola sopraelevazione. La verità è nelle carte già agli atti: il quarto lotto, ad oggi, è archiviato temporaneamente per modifiche progettuali, e sarà ripresentato. Si accettano scommesse… Basta ai giochetti politici di scaricabarile delle responsabilità, basta ai contenuti tecnicamente vuoti e tristi, basta con i conflitti di interesse. Ora serve un piano di indagine, un avvio immediato del post mortem e l’avvio di una indagine sanitaria (investigazione) per tutelare e non contare a posteriori malattie, morti o danni ambientali. Inoltre invitiamo chi di competenza ad accertare un eventuale danno erariale visto il lungo coinvolgimento degli enti pubblici a vantaggio di interessi privati”.
Il comitato “Vediamoci chiaro”, però, a tutela della cittadinanza imolese, “è sempre pronto a impugnare ogni atto in sede amministrativa e civile per evitare l’approvazione di questo impianto disastroso per il futuro della comunità”.