Crescono le temperature della Terra al pari delle discussioni della politica e della scienza volte a non superare un aumento di due gradi entro il secolo altrimenti saranno dolori, soprattutto per l’area mediterranea che secondo dati del Cnr sembra “scaldarsi” a valori doppi rispetto a quelli dell’intero pianeta, con precipitazioni diminuite rispetto al passato ma con piogge più violente e concentrate, questo perché si trova in una zona di transizione tra la fascia tropicale e le media latitudini.

Dati nazionali molto attendibili confermano ciò anche perchè disponiamo di uno “storico” meteorologico (forse) unico al mondo che, sebbene reso “omogeneo” nel settecento, fu iniziato nel Seicento quando Ferdinando II dè Medici realizzò la prima rete di raccolta dei dati meteo dal Granducato di Toscana all’Europa centrale.

Il forum di scienziati dell’Onu sui cambiamenti climatici (Ipcc) ha da tempo avvertito che il ciclo dell’acqua continuerà ad intensificarsi man mano che il pianeta si scalderà, indicando approssimativamente nel 7% l’aumento percentuale dell’intensificazione piovosa estrema ogni grado celsius di aumento delle temperature medie globali, questo anche per il Mediterraneo che, infatti, da motore di stabilità non lo è più perché le sue acque più calde rilasciano sempre più calore in atmosfera favorendo così quegli eventi estremi (tornado e bombe d’acqua) che a noi erano sconosciuti fino a una decina di anni fa.

L’ultimo di questi eventi in ordine di tempo sembra proprio quello dell’alluvione in Emilia-Romagna del maggio 2023 perché tanta acqua è mai caduta in così breve tempo nello stesso territorio (inizio maggio) per poi “bissare” negli stessi luoghi una decina di giorni dopo, e da quì purtroppo i guai con strade e ferrovie allagate, auto spazzate via dalla furia dei torrenti in piena, ponti crollati, case e vite distrutte a causa di questi due calamità atmosferiche che in successione hanno scaricato piogge violente e incontrollabili che unite a forti mareggiate stanno causando danni ingenti.

Le proteste e le accuse che poi seguiranno la fase di un’emergenza che è ancora in corso, saranno contro la cronica inadeguatezza d’interventi e di fondi stanziati per la salvaguardia del territorio che si protrae fin dal 1966, dopo le alluvioni di Firenze e Venezia, e che ha visto gli “esecutivi” che si sono succeduti dopo quelle due devastanti calamità agire in modo inefficace soprattutto a fronte dei crescenti cambiamenti climatici innescati dal riscaldamento globale, di cui è responsabile un uso eccessivo di combustibili fossili, che ha invertito la tendenza del passato fatta di maltempo di bassa intensità e prolungato nel tempo in precipitazioni a carattere intenso e di breve durata.

L’appello più pressante è perciò rivolto al mondo della politica, dell’economia, delle imprese e dei media fino a quelle istituzioni che gestiscono il territorio, ed è quello per “cambiare la rotta” sulle strategie nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici, soprattutto dal punto di vista culturale per dare finalmente “valore” alla natura e alle questioni ambientali che sono finite nel dimenticatoio e ghettizzate al punto da non poter più essere garanti del benessere sociale e lo sviluppo umano.

(Giuseppe Vassura)