• Ciao. Sei puntuale. Come sempre, del resto. Un’altra delle tue qualità tanto rare nelle ragazze al giorno d’oggi.
E come ti sei vestita elegante! Sembra quasi tu debba essere presente ad un avvenimento importante e invece non lo deve essere. Non lo deve proprio essere.
Quando ci siamo conosciuti non eri così elegante, anzi: quei tuoi jeans consumati e sbiaditi, non perchè li avessi acquistati così, ma per il semplice fatto che li avevi stra-portati, l’immancabile maglietta bianca a giro collo e sopra quella camicetta blu che mi è sempre piaciuta tanto.
Sai, ora come ora mi viene da sorridere, ma se avessimo avuto ancora possibilità di tempo te l’avrei chiesta in regalo. Già, il tempo. A volte, senza quasi rendercene conto, ce lo lasciamo scorrere addosso con indifferenza, come si passasse vicino a una cosa inutile o indifferente poi, quando ci viene a mancare ne scopriamo l’immenso valore.
• Non sarà una lacrima quella che vedo ti sta rigando il viso? Anche il pianto deve essere utilizzato con attenzione. Il pianto è una delle manifestazioni dell’animo tra le più personali e sincere.
Te ne sono grato, ma sbagli. Sappiamo tutti e due molto bene che piangere è perfettamente inutile. La colpa di questo nostro ultimo incontro non è né tua e tanto meno mia. Dunque non serve piangere.
Dobbiamo invece sorridere all’immensa ricchezza che ci è passata tra le mani e che ci renderà ricchi per tanto, tanto tempo a venire.
Il grande, immenso valore della fortuna del nostro incontrarci, la dolcezza del nostro stare insieme, delle nostre parole dette e non dette ci ha reso ricchi quasi a nostra insaputa. Ed è una ricchezza che nessuno, mai più riuscirà a rubarci.
Anche perchè, e ne sono certo, ben poche persone credo riescano a comprendere, a commisurare, ad assaporare il valore del nostre incontro. Del nostro stare insieme.
• No! non dire nulla. Tu devi solo ascoltare. Ascolta le mie misere parole e lascia che riesca a scoprire nei tuoi occhi le sensazioni che risvegliano dentro di te.
Già, perchè tu forse non lo sai, ma i tuoi occhi sono un libro aperto per me. Non sei mai riuscita a nascondermi nulla e, ne sono certo, non hai mai neppure per un attimo cercato di farlo.
Io quasi mi divertivo, sai, a parlare, a parlare cercando di scoprire tutto quello che le mie parole generavano dentro di te.
Dopo poco mi riusciva tanto facile lo scoprirlo che mi sorprendevo a sorridere, cercando di mettere la massima attenzione affinchè tu non te ne avvedessi. Anche ora, e non potrebbe essere diversamente, sei un libri aperto aperto nei tuoi occhi.
Non dire quindi nulla, non disperdere parole che nulla possono paragonate alla verità dei tuoi occhi.
• Chissà poi perchè abbiamo deciso di vederci quest’ultima volta. Sappiamo tutti e due molto bene che non ci vedremo più, che il nostro tempo trascorso insieme, il tempo che mai avrei saputo e potuto trascorrere in modo più meraviglioso non ci sarà più dato.
Ci occorre, contrariamente a quanto pensi (e non mentirti perchè sai che ti leggo …) assaporarne l’intenso profumo, il sapore avvolgente, il ricordo di una ricchezza senza pari. La perfidia di questo mondo, per noi, ora, senza domani, ci lascia ricchi, in barba alla sua stolta crudeltà.
Quello che c’è stato tra di noi ci resterà dentro e nessuno riuscirà ad impossessarsene privandocene. Nei silenzi che verranno, inevitabili nelle giornate a venire, il silenzio del ricordo ci sarà caro e ci verrà perfino da sorridere, quasi come quando ci si incontrava.
Non siamo neppure stati originali: darci appuntamento sempre nello stesso posto, quasi temessimo di rovinare la magia dell’incontro inserendo una qualche variante. Quasi un gioco. Io me ne stavo sempre seduto, come ora, ad aspettarti.
Sì, sono sempre voluto venire in anticipo assaporando, anzitempo, la gioia profonda, dolce e avvincente dell’attesa. E il profondo profumo tutto intorno quando ti vedevo spuntare dall’angolo, laggiù, come sempre. E come sarà sempre.
No, non stupirti della mia confessa e scoperta fragilità. Io non saprò resistere a privarmi di queste attese. Mi siederò qua e attenderò, attenderò l’immagine dei miei ricordi, delle mie sensazioni e sarà dolce il rimpianto di non poter più rivivere l’immagine della tua figura che si avvicina.
• Poi, la tua presenza, la fisica sensazione della presenza. Le tue braccia sulle mie spalle, le mie mani sui tuoi fianchi, quasi a trattenerti, e le tue labbra sulle mie. Socchiuse.
Sai, ne sono certo: non dimenticherò mai il ripetersi di questi attimi. Il ripetersi di un nostro piccolo rito sempre nuovo. Tutto il resto non conta, non vale. Cosa può valere tutto il resto privato di questo fuggente attimo di assenso.
La ripetuta scoperta che tu ci sei, che mi vuoi, che ci sono. Che ti voglio. E ancora, e ancora. Per sempre.
Tutti gli altri non lo sanno, non lo possono sapere, ma sarà per sempre.
Tutti miseri tapini e noi ricchi dei nostri ricordi. Ora vai, si è fatto tardi, molto tardi, avrai di certo mille cose da fare per il viaggio che ti aspetta.
• No! Niente abbracci. Niente baci appassionati. Dammi la tua mano nella mia. Lascia che te la baci.
Mi serve questo dolce ricordo. Lo serberò quando avrò il nulla per tanto e tanto tempo tutto attorno a me.
E il silenzio. Girati e allontanati. Io resterò qui a guardarti fino a vederti scomparire là, da dove, all’improvviso, mi apparivi.
Non girarti, ti prego. Non voglio che tu mi veda piangere come uno scolaretto. Non trattenere dentro di te questa mia ultima immagine.
Oh si! Piangerò e piangerò ancora, fino alla fine della speranza, quando la ragione riuscirà ad avere la meglio sul desiderio. Ah, vita ingrata, che mi ha dato tanta felicità e dolcezza e ora mi presenta un conto tanto amaro.
L’illusione della felicità infinita in un mondo amaro dove tutto finisce. Lo scriveva anche Llorca: muore anche il mare. E domani … Ma ci sarà un domani degno di essere vissuto?
Non far si che il tempo vuoto e senza colore e sapore ci sovrasti e ci annulli. Non voglio che sia così per te: lascia tutta a me la tristezza di questo nostro addio.
• Addio. Se ci sarà una vita degna di essere vissuta potremo rivederci. Tutto il resto silenzio. E vuoto.
(Mauro Magnani)
Il ricordo ci custodira’.