Mentre aiutiamo a spalare il fango vero, siamo stati inondati da un fango ancora peggiore: quello della disinformazione e delle calunnie. Coloro che al governo in questi decenni non hanno fatto nulla o poco nè per ridurre in maniera significativa le emissioni di gas serra nè per contenere le conseguenze sempre più disastrose del cambiamento climatico con seri piani di adattamento, oggi cercano di sviare l’attenzione dalle proprie responsabilità individuando nel mondo ambientalista il capro espiatorio.
Semplicemente ridicolo, e tanto più vergognoso. Chi ha promosso l’uso delle fonti fossili rallentando la transizione energetica, chi ha cementificato, chi non ha tutelato i bacini fluviali e creato opere per diminuire i danni da eventi catastrofici, oggi accusa gli ambientalisti, che da decenni hanno raccolto l’allarme sul riscaldamento globale lanciato dalla comunità scientifica mondiale, proponendo una gestione sostenibile del territorio.
Per questo oggi non ci difendiamo: siamo noi invece che accusiamo, forti del nostro impegno dentro e fuori dalle istituzioni, e forti dei dati della comunità scientifica che danno ragione a noi contro i negazionisti climatici. Siamo noi che accusiamo i governi nazionali di cui non abbiamo fatto parte e denunciamo la insufficienza delle politiche regionali. Anche recentemente abbiamo sollecitato il completamento della costruzione delle casse di espansione per il fiume Senio.
Altro che rigassificatori e Italia hub del gas: occorre cambiare rotta, subito. Smettere di cementificare con la sempre più invadente logistica, e cominciare a desigilizzare i suoli. Basta costruire in aree esondabili. Usiamo da subito i fondi destinati a nuove bretelle e autostrade per ripristinare la viabilità ordinaria e mettere in sicurezza i collegamenti ferroviari. Potenziamo con personale, mezzi e fondi adeguati l’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio affidandole compiti di autorità di bacino prevalente sui tanti enti che gestiscono le acque con logiche privatistiche e scoordinate tra loro.
Certo, occorre ricostruire: per questo rinnoviamo ancora una volta la nostra solidarietà alle comunità colpite. E per questo sosteniamo la raccolta di fondi lanciata dalla Regione e l’azione della Giunta affinché il governo metta a disposizione le risorse necessarie. È chiaro però che la ricostruzione dovrà fare tesoro di questa tragedia ambientale.
L’allarme è arrivato, e ha parlato in modo chiaro a chi vuole guardare la realtà in faccia. Chi invece si ostina a nascondere le sue gravi responsabilità accusando in maniera irresponsabile Verdi e ambientalisti – da sempre in prima fila con proposte di gestione sostenibile dei territori – prepara solo nuove catastrofi. Non c’è futuro se non mettiamo al primo posto la cura della casa comune. Tutto il resto è distrazione di massa.
(Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – Paolo Galletti, co-portavoce di Europa Verde-Verdi Emilia-Romagna)
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BRAVA SILVIA!
Però una domanda: cosa abbiamo in comune con chi “…in questa Regione ha promosso l’uso delle fonti fossili rallentando la transizione energetica, chi ha cementificato, chi non ha tutelato i bacini fluviali….”