Arriva in Emilia Romagna un nuovo soggetto istituzionale: si tratta di Agrocepi (opera oviamente nel comparto agricolo) e ci siamo rivolti al suo presidente, Corrado Matinangelo, per conoscere meglio questa realtà.
Quando e perché nasce Agrocepi?
Agrocepi nasce come Federazione agroalimentare di Cepi ( Confederazione europea piccole imprese) nel 2017 su mio impulso e di alcune altre figure imprenditoriali e professionali e in questi anni l’ associazione si è radicata già in 12 Regioni italiane. Agrocepi è una organizzazione di datori di lavoro del settore agroalimentare e non una organizzazione professionale agricola. La mission principale è di costruire le aggregazioni tra produttori primari, trasformatori e operatori commerciali attraverso Accordi di Filiera e Reti di imprese. Avevamo avvertito l’ esigenza di una organizzazione che rappresentasse non tanto la singola impresa ma il “colletivismo imprenditoriale nei vari anelli delle filiere agroalimentari”.
Quali le iniziative più significative messe in campo fino ad oggi. Che ruolo pensate di poter avere in Emilia Romagna?
In Emilia Romagna grazie ad alcuni contatti, a partire da Roberto Fenati (ex direttore Cia Imola, ndr), lo scorso gennaio abbiamo dato vita alla Associazione regionale di Agrocepi con la novità di essere una Federazione agroitticaalimentare. Qui una evoluzione in più in quanto vorremmo integrare l’ agroalimentare con la pesca quale modello di nuovi processi di insieme. In Emilia Romagna molto umilmente essendo un territorio di avanguardia sull’ aggregazione agricola vorremmo che nel rispetto della cooperazione, le imprese singole non solo agricole, possano unirsi in reti con progetti coesi che assicurino un valore aggiunto a tutti gli attori del settore e con forti elementi di innovazione accompagnati da un ricerca sempre più avanzata.
Oltre ad esprimere una sentita solidarietà alle popolazioni colpite dagli ultimi eventi calamitosi e pur considerando positive le prime misure adottate dal Governo nazionale, noi pensiamo per le due fasi , emergenza e ripresa che si debba agire su più versanti:
– Utilizzo del Fondo europeo per i disastri calamitosi se vogliamo assicurare adeguati ristori per le imprese.
– Avviare interventi immediati e a breve e lungo termine non solo per l’ Agricoltura di Pianura ma anche e soprattutto per quella rurale che rischia di scomparire del tutto;
– Favorire processi di aggregazione tra le imprese, incentivando tali modalità anche con misure di riduzione del cuneo fiscale e previdenziale e con caratteri di forte innovazione e di sostenibilità socio-economico-ambientale.
In più su un piano più generale rilanciare un grande piano nazionale di prevenzione e cura dei territori con Cabine di regie istituzionali per evitare mille competenze e rivoli burocratici , ripensando anche diversamente le funzioni dei Consorzi di bonifica. Siamo comunque fiduciosi che il laborioso popolo emiliano romagnolo anche stavolta ce la farà per una forte ripartenza.
(a cura di m.z.)