Silvio Berlusconi è morto, viva Silvio Berlusconi? Non certo per noi. Berlusconi si definiva liberista, mentre era quasi monopolista nel mondo delle televisioni anche durante i suoi anni di governo. Al tempo stesso si diceva liberale quando invece non tollerava mai alcun dissenso interno sia in Forza Italia sia negli alleati, basti pensare a come scacciò Gianfranco Fini da Alleanza nazionale. Voleva essere sempre il Capo e alle ultime elezioni legislative del settembre 2022 mal tollerò di essere superato di gran lunga da Giorgia Meloni, poi divenuta presidente del Consiglio, e perfino da Matteo Salvini.

Berlusconi con Matteo Salvini e Giorgia Meloni alle consultazioni al Quirinale, 12 aprile 2018 (Foto Quirinale.it da Wikipedia)

Partì come costruttore nella Milano da bere del Psi di Bettino Craxi, dove le giunte qualche piacere glielo fecero, mai negò la sua profonda amicizia con Craxi tanto che fu suo testimone di nozze, ed entrò pure nella loggia massonica eversiva P2 rivendicando tale scelta ma dicendo di non conoscere gli scopi della loggia. Pure di questo mai si pentì, come della profonda amicizia con Marcello Dell’Utri, quest’ultimo in carcere per legami con la mafia.

Certo era un abile e capace uomo di televisione introducendo programmi innovativi quali “Drive in” e “Striscia la notizia” che esiste ancora oggi. E delle sue tre reti televisive si servì a man bassa per vincere le elezioni del 1994.

Ma poi il leader della Lega Umberto Bossi lo fece cadere ben presto e alle elezioni del 1996 fu sconfitto dall’Ulivo del tandem formato da Romano Prodi e Walter Veltroni.

L’idea dell’Ulivo era geniale e se il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti non avesse deciso di far cadere quel governo nel 1998, forse Berlusconi non sarebbe mai più tornato alla guida del Paese. Invece ci riuscì e con tante leggi ad personam riuscì a schivare processi conducendo una dura battaglia contro una parte della magistratura. Fu processato tante volte e condannato in via definitiva una voltaper frode fiscale dovendo dimettersi da senatore, poi rieletto nel 2022.

L’ex Cavaliere era, detto in romagnolo, un gran “pataca” a cui piaceva esibire la sua immensa ricchezza e la usava per comprarsi molti favori, in primis avvocati per difendersi da tanti processi, ma anche le famose “cene eleganti” con belle ragazze che potevano essere le sue figlie o nipoti, alcune addirittura minorenni come Ruby “Rubacuori”, che fece passare per la nipote del presidente egiziano Mubarak, mentre era marocchina.

Predicava l’amore per la famiglia tradizionale e poi divorziò da due mogli collezionando in seguito una gran quantità di fidanzate, quasi mogli, ultima delle quali Marta Fascina. Diceva sempre che bisognava ridurre la spesa pubblica dello Stato per far pagare meno tasse, ma non spiegava mai che la spesa pubblica è fatta anche di sanità, scuola, pensioni, assegni di invalidità e che tutti dovrebbero pagare le imposte perché diminuiscano. Mai una parola contro l’evasione fiscale.

Nel circondario e in Emilia Romagna Forza Italia finora non ha mai sfondato e nemmeno il centrodestra. Fi in particolare ha sempre avuto pochi consiglieri comunali, meno di An all’inizio dell’era di centrodestra e poi meno della Lega, da due mandati nessuno in consiglio a Imola dopo un breve passaggio di Nicolas Vacchi che poi, col suo nume tutelare Galeazzo Bignami, ha sterzato prontamente a destra per entrare in Fratelli d’Italia e godere dell’onda nera che sta attraversando l’Italia. Berlusconi è stato l’unico fra tutti i leader di destra e di sinistra a non venire mai a Imola personalmente.

Si dirà che il territorio imolese e il centrodestra erano inespugnabili per il sistema politico-economico e la storia da sempre favorevole prima al Pci fino a diventare Pd, ma non è proprio così. Il Pd a Imola nel 2018 ha perso le elezioni amministrative dal Movimento 5 stelle, mentre il centrodestra non è mai andato nemmeno al ballottaggio e Fi è rimasta ora senza nemmeno un coordinatore circondariale. Il successo pentastellato poteva dare una svolta storica a Imola, ma l’ex sindaca Manuela Sangiorgi rovinò quell’esperienza dimettendosi dopo circa un anno e mezzo. Ora al timone c’è di nuovo il Pd.

Ai familiari, agli amici e ai sostenitori di Berlusconi va giustamente il cordoglio anche dagli avversari, ma noi non lo rimpiangeremo per nessun motivo legato alla politica.

(Massimo Mongardi)