Flavia Franzoni moglie del leader dell’Ulivo Romano Prodi, che è improvvisamente morta a 76 anni il 13 giugno, è venuta in un’occasione pubblica ospite del centrosinistra a Imola più volte. Una di queste in particolare, al Bar Roma per parlare di tematiche legate al Welfare, argomento del quale era assai esperta essendo stata docente di Metodi e tecniche del servizio sociale alla facoltà di Scienze politiche di Bologna. Alla presenza dell’allora sindaco (ora purtroppo scomparso, ndr) Massimo Marchignoli e di gran parte della sua giunta, parlò per oltre un’ora rispondendo a parecchie domande di un pubblico molto interessato. Al tavolo con lei, c’erano l’oggi presidente del consiglio comunale del Pd Roberto Visani, l’allora presidente del Consorzio dei servizi sociali Raffaella Salieri, un consigliere di tale cda Guido Soglia e l’allora consigliera comunale dei Ds Elena Costa.
Poi, venne a prenderla, in camicia, lo stesso Romano Prodi, che è stato due volte presidente del Consiglio e una volta presidente della Commissione europea che si fermò brevemente con i giornalisti. Una coppia che rifuggeva le luci della ribalta e che faceva dell’onestà intellettuale e della umiltà le sue virtù.
Così la ricorda “Stino” Visani nel 2005 assessore al Welfare: “Flavia credeva nel Welfare ed è stata un punto di riferimento per le politiche sociali dei nostri territori. Di lei mi ha sempre impressionato la sua riservatezza e la sua umiltà, caratteristiche delle persone che per essere grandi non hanno bisogno di inutili esibizionismi”.
“In molte occasioni – sottolinea il vicepresidente di Confcooperative Terre d’Italia Daniele Ravaglia – abbiamo avuto modo di apprezzarne la straordinaria competenza e la grande passione espressa in quell’area sociale che l’ha resa prossima alla cooperazione e alle cooperative, cui ha offerto tanti stimoli, indicazioni e visioni per sostenere i più fragili in percorsi che sapessero coniugare solidarietà, impresa e una visione del welfare orientata ad autentica sussidiarietà tra pubblico e privato sociale. Con la sua sobrietà, ma anche con quel pragmatismo che la contraddistingueva, ci ha suggerito nuovi ambiti di lavoro, avendo sempre a cuore il benessere delle persone e il ruolo che istituzioni, associazioni, imprese sociali e ogni cittadino possono esercitare per organizzare attività e servizi all’insegna della promozione della dignità dei più fragili. Con dolore e profonda commozione, ci stringiamo al presidente Romano Prodi e a tutta la famiglia di Flavia”.
Chi scrive la conobbe lì e la rivide diverse volte, con saluti di circostanza, a Bologna sotto i portici del centro storico sola con le borse della spesa e le scarpe basse e in treno, da pendolare, in seconda classe. Ma lei era una donna di “prima classe”. Che la terra le sia lieve, perché in questa terra è stata una persona giusta, signora Flavia.
(Massimo Mongardi)