Nel territorio comunale di Imola, complessivamente a causa degli eventi alluvionali del 2 maggio e del 16-17 maggio abbiamo avuto circa 50 strade comunali chiuse e oltre 300 sfollati. Abbiamo avuto costi di somma urgenza per la gestione immediata dell’emergenza (alloggi, mezzi di soccorso, provvisoria messa in sicurezza delle strade franate, cartellonistica, assistenza alla popolazione, messa in sicurezza di piani viabili e di rivali smottati) pari a un milione di euro come Comune di Imola, comprensivo dei 200mila euro relativi all’alluvione del 2 maggio. A questa cifra, bisogna aggiungere circa 4,5 milioni di euro di danni al patrimonio pubblico per una ricostruzione completa (fra i quali rifacimento fossi e strade). E’ escluso dal totale un intervento ingente per un infrastruttura intercomunale quale la Ciclovia del Santerno, per la quale occorrono 1,5 milioni di euro per ripristinarne la percorrenza con un focus di intervento su tre macro-aree: Mordano, Imola e la Vallata.
Oltre a questo quadro, coordinato e rendicontato dal Comune di Imola, nel nostro territorio sono già in corso interventi di somma urgenza finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e coordinati dall’Agenzia regionale di Protezione Civile con oltre 5 milioni di euro stanziati solo per il ripristino degli argini del torrente Sillaro. Dei quali, 200.000€ per riparare l’argine in via Tiglio (Imola), 200.000€ per via Ladello (Imola), 200.000€ per via Case Nuove (Imola), oltre a 500.000€ all’altezza del Ponte della Bettola e Ponte Dozza e 300.000€ a Portonovo di Medicina. Il cantiere più importante è stato in via Merlo / via Dozza a Imola, che ha cubato oltre 3.000.000€ per una rottura dell’argine larga 40 metri e alta 7 metri.
Nel quadro complesso sento di dover accendere un faro sui settori dell’economia, in particolare dell’agricoltura, che sono rimasti colpiti mortalmente da queste alluvioni. Proprio l’altro giorno in qualità di sindaco ero a Spazzate Sassatelli, una delle frazioni più lontane dal centro di Imola e quella più colpita dagli eventi alluvionali, a confrontarmi con numerosi residenti, contadini e agricoltori che sono preoccupati, angosciati, dalla situazione in cui versano i loro ettari di terreno, coperti da più di 50 cm di fango, limo e sabbia. A tutti loro bisogna dare risposte in tempi celeri, il rischio concreto che rischia di avverarsi ogni settimana che passa è l’abbandono lavorativo e la scomparsa di un tessuto sociale ed economico che produce ricchezza e occupazione, con la conseguente desertificazione definitiva di intere zone e di intere frazioni. Sarebbe un danno irreparabile e un colpo alla nostra economia, cancellerebbe realtà industriali, eccellenze enogastronomiche e innumerevoli prodotti agricoli e alimentari di cui molte filiere nazionali traggono la propria peculiarità. Lo dico dopo aver visto con i miei occhi, già nelle scorse settimane e anche in questi giorni, campagne completamente stravolte e irriconoscibili rispetto a due mesi fa.
La Regione Emilia-Romagna, le Province e i singoli Comuni hanno svolto un meticoloso lavoro per raccogliere e illustrare l’enorme mole di interventi necessari per tornare alla normalità. Come è stato illustrato il 19 giugno in conferenza stampa dalla vicepresidente della Regione Irene Priolo e alla quale ho partecipato in qualità di vicesindaco della Città Metropolitana di Bologna, nel complesso sono 5.885 gli interventi urgenti attivati dalla Regione per un totale di oltre 1,8 miliardi. Nella Città Metropolitana di Bologna sono 1.158 per oltre 337 milioni di euro; di questi, 443 già terminati per 6,33 milioni, 268 in corso per 90,34 milioni e 430 ancora da attivare per 239 milioni. Di questi, nella CMBO, oltre 63 milioni sono in capo ai singoli Comuni perché 404 interventi per circa 17 milioni di euro sono stanziati per la viabilità comunale, mentre 40 interventi per circa 41,3 milioni di euro sono stanziati sulle strade provinciali. Come sindaci siamo in campo senza sosta a partire dal 2 maggio, non solo con i sopralluoghi ai cantieri e l’assistenza alla popolazione, ma anche per rendere concrete le misure e gli interventi che vengono previsti e stanziati. Ogni giorno facciamo i conti con i danni alle nostre strade, con la disperazione e l’angoscia di migliaia di persone che hanno perso tutto. Noi sindaci come Istituzioni territoriali ci fidiamo del governo, una fiducia che riteniamo dovuta visti i ruoli che ricopriamo e vista la fase di emergenza che stiamo vivendo ormai da due mesi. Desideriamo sinceramente che, aldilà delle posizioni politiche, questa fiducia sia reciproca e che vengano confermate quanto prima le risorse necessarie per la somma urgenza e per i lavori di ricostruzione.
Sempre la scorsa settimana, nel corso di un’audizione informale della Commissione VII “Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici” della Camera dei Deputati con alcuni rappresentanti dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), ho rappresentato la situazione attuale del Comune di Imola e del Circondario Imolese, evidenziando ai parlamentari e al governo quanto sia importante la nomina di un commissario all’emergenza e di destinare parte dei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) proprio alla mitigazione del dissesto idrogeologico e alla manutenzione del territorio, esonerando questi fondi dall’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) che oggi dirotta la gran parte dei finanziamenti verso i Comuni del Mezzogiorno d’Italia e attuando un’attenzione particolare ai territori collinari e montani, prendendo atto della straordinarietà degli eventi climatici che stiamo affrontando e prevedendo misure ad-hoc per il sostegno alle aree interne. Inoltre ho sottolineato quanto occorra il ripristino di un’unità di missione o la creazione di un Dipartimento dedicato proprio al dissesto idrogeologico e alla sicurezza territoriale.