‘Perché la guerra?’ è il titolo di un importante convegno della Fondazione Claudio Sabattini tenutosi il 22 Giugno 2023 presso la Camera del Lavoro di Bologna, guidato dal presidente della Fondazione, Gianni Rinaldini. Sono intervenuti al convegno ‘Raffaella Bolini, della Presidenza Nazionale ARCI, Massimo Bussandri, segretario generale della CGIL in Emilia Romagna, Francesco Garibaldo della Fondazione Claudio Sabattini, Samuele Lodi, segretario della FIOM in Emilia Romagna, Gianfranco Pagliarulo presidente nazionale ANPI e Savino Pezzotta ex segretario nazionale dellaCISL[1] La presenza delle tre forze (CGIL, ARCI ed ANPI[2]) che sin dall’inizio hanno, in posizione isolata nella sinistra, in parallelo ai settori pacifisti attivi nella chiesa cattolica, avversato l’invio delle armi all’Ucraina e richiesto trattative per la pace indica la domanda reale:’ perché non la pace?’ Come siamo entrati in questa guerra? vogliamo continuare ad alzare la posta? Dove porta la continua escalation militare? Queste tre forze rappresentano una parte maggioritaria del paese (distribuita su tutto l’arco parlamentare) che non ha rappresentanza (o quasi) in parlamento, un’area di opinioni soppresse nei media ‘mainstream’ occidentali. Una voce piccola ma ostinata di verità e buon senso. La stessa voce che il 24 Giugno in una manifestazione a Roma si è levata contro i tagli al sistema sanitario nazionale[3].
Tutti ormai, dal Vaticano alla Cina, dal Brasile al Sudafrica parlano di cercare una tregua mentre continua una guerra di attrito che inghiotte migliaia di ucraini, polacchi, russi e centinaia di mezzi corazzati, pezzi di artiglieria e contraerea oltre a velivoli (droni, elicotteri da bombardamento ed aerei) ogni settimana[4]. Si intensificano da parte russa i bombardamenti degli obiettivi militari in tutta l’Ucraina e droni ucraini sono atterrati sul tetto del Cremlino , territori russi oltre il confine sono sotto costanti attacchi dell’artiglieria e dei droni ucraini (attacchi che Kiev addebita ad una fantomatica milizia russa di liberazione dall’attuale governo di Mosca) mentre pesanti offensive e controffensive si osservano dal 4 giugno su tutta la linea del fronte. Pesanti attacchi missilisti hanno colpito i centri ucraini di comando e intelligence centralizzati (command and control), a Kiev Il palazzo dei servizi segreti ucraini che dipendono dal Ministero della Difesa è stato attaccato il 29 Maggio ed anche il bunker ad esso collegato nel sottosuolo è saltato in aria facendo registrare un terremoto di secondo grado sulla scala Richter. Voci insistenti parlano di vittime dei servizi di intelligence USA e Britannici. Non dico la pace, ma nemmeno una tregua pare proponibile.
La Turchia era quasi riuscita ad negoziare una accordo di pace fra Mosca e Kiev a fine Marzo 2022, quando gli anglosassoni fecero sapere a Zelensky che se non firmava avrebbe avuto il loro pieno sostegno, militare ed economico[5]. Noto che le nazioni anglosassoni si muovono spalla a spalla mentre in Europa si approfondisce il solco fra la ‘vecchia Europa’ e le nazioni che si trovavano nel patto di Varsavia (Polonia, Baltico, Romania Cechia e Slovacchia, mentre Bulgaria ed Ungheria molto dipendenti da fonti energetiche russe restarono su posizioni contrarie all’invio diretto delle armi all’Ucraina fino al Dicembre 2022, quando il parlamento bulgaro votò a favore dell’invio delle armi). Le elezioni politiche nel 2023 in Polonia e Slovacchia potrebbero risultare in un governo orientato diversamente e assai meno favorevole al sostenere a oltranza la guerra.
La pace si declina in visioni opposte: per Zelensky (che a fine Settembre 2022 fece un decreto che proibiva negoziati con la Russia) sarebbe un ritorno alla situazione pre-2014, incluso il ritorno della Crimea all’Ucraina, una pace che suppone una lunga guerra ad oltranza, conclusa solo dal crollo dell’esercito e dello stato in Russia[6], per l’attuale dirigenza russa[7]invece è essenziale l’autonomia delle regioni slave e russofone ad est e sud del paese (‘Novorossyia’), la sovranità russa sulla Crimea ed è totalmente inaccettabile l’appartenenza, informale o formale, di esercito e stato ucraini alla NATO, vista come alter ego della potenza americana. Mosca vuol trattare solo con Washington, di cui però non si fida. La Cina, l’India e il Brasile, ed altri importanti paesi africani guidati dal Sud Africa hanno avuto colloqui sia con i paesi che combattono (Russia e Ucraina) sia con il segretario di stato Tony Blinken e , immagino, fra di loro. Sono provati dall’aumento dei costi e diminuita disponibilità di derrate alimentari, fonti dell’energia e fertilizzanti, sono danneggiati dall’aumento dei tassi d’interesse in atto e scandalizzati da come l’Europa ha accolto benevolmente i profughi ucraini mentre continua a respingere crudelmente tutti gli altri richiedenti asilo. Fin dal Febbraio 2022 si sono rifiutati di applicare sanzioni alla Russia ed hanno anche aumentato gli scambi commerciali con essa. Alcuni di loro (Irak, Iran, Zimbabwe, Cuba e Venezuela) conoscono bene i danni economici delle sanzioni avendole subite per decine di anni, la Cina inizia a fare l’esperienza delle sanzioni USA nel campo delle tecnologie avanzate. I paesi che ora gravitano attorno ai BRICS (alleanza di non allineati, spesso astenutisi all’ONU sulle mozioni di condanna dell’aggressione russa) che rappresentano un’ampia maggioranza della popolazione e del PIL globali, sono oggetto di pressioni, lusinghe e minacce del G7 per portarli ‘dalla nostra parte’. Sarà necessario rassegnarsi alla solidità dell’alleanza Cina-Russia, storicamente contrapposte ma complementari economicamente e cugine politicamente. La Cina si preoccupa sia dei danni economici che le vengono dalla guerra e del rischio di escalation nucleare sia di essere sulla lista d’attesa per il prossimo attacco militare. Si noti come la Russia abbia fatto numerose esercitazioni militari congiunte: nell’Artico con la Cina, in Africa con il Sud Africa. Francesco Garibaldo ha illustrato gli aspetti economici di una contrapposizione G7-BRICS: questi ultimi sono autosufficienti per le materie prime e l’energia (sia fossile che rinnovabile), per le derrate alimentari ed hanno creato una banca per lo sviluppo e la Shanghai Cooperation Organisation (SCO) per sicurezza e difesa. Ai BRICS originali (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) si vanno aggiungendo Turchia (paese NATO che tiene i piedi su due staffe), Iran, paesi arabi, africani, Argentina, Messico. Si tratterebbe di una sconfitta economico-strategica epocale per gli USA ed i loro alleati (protettorati?) se a tutto questo si aggiungesse una de-dollarizzazione strisciante del sistema finanziario mondiale. La globalizzazione si divide in due blocchi di potenze (bipolarismo) in concorrenza fra di loro che segna la fine dell’egemonia americana. Annota Francesco Garibaldo che i cinesi hanno una vasta superiorità nelle strutture portuali in grado di recepire le grandi navi porta-container, per di più si sono comprato il Pireo di cui hanno migliorato la gestione
Nelle interessanti relazioni sono intrecciate tematiche sindacali, politiche e analisi storiche degli sviluppi dal 2001 in poi. Viene lamentata l’assenza di politiche industriali proiettate sul futuro da parte dei governi che si sono succeduti a guida dell’Italia. Un esempio: il passaggio all’auto elettrica, se non organizzato dalla struttura politica e fatto senza collegamento con i lavoratori coinvolti (si perderanno molti posti di lavoro) rischia la catastrofe. Diverse voci hanno sottolineato la precarizzazione e subordinazione dei lavoratori alla logica del profitto e il massiccio aumento delle disuguaglianze sociali con una diffusa perdita di potere contrattuale.
La rabbia dei lavoratori si scarica a volte sui loro rappresentanti, rabbia diretta verso una classe politica che né li ascolta né si confronta. Il governo decida insieme ai lavoratori come investire per la transizione, se calata dall’alto essa diverrà rischiosa e sarà sperimentata come oppressiva. La mobilità è un tema molto importante (pensiamo ai gilet jaunes francesi). Isolati, smarriti e impauriti i lavoratori potrebbero rifugiarsi nel corporativismo. Appare necessario riportare la politica in fabbrica. Raffaella Bolini ha descritto la parabola storica che inizia con le manifestazioni di Genova nel 2001:’un altro mondo è possibile’, prosegue con l’imponente lotta pacifista contro la guerra in Irak (che inizierà nel 2003[8]), l’ultima battaglia del movimento pacifista che aveva attraversato il dopoguerra con l’opposizione alle armi nucleari ed alla guerra in Vietnam. Oggi la richiesta di pace viene giudicata negativamente e una soluzione diplomatica identificata con una resa all’aggressore in una prospettiva manichea dove l’altro è Hitler redivivo. Questo si applica ad entrambi i belligeranti: NATO e Russia. L’ispirazione nazionalsocialista delle minoranze di destra ucraine e dei vari battaglioni formati da milizie squadriste attive negli eventi di Maidan e integrate poi nell’esercito ucraino (dove ricevono il training dalla NATO) è storicamente innegabile[9].
Il sindacato si trova di fronte muri di irrazionalità e chiusure mentali. Solo con il parlare e ragionare, non con l’insultare (esempio di insulto: ‘putiniano’) si abbattono tali muri, cerchiamo di aiutare i lavoratori ad infrangere la barriera mentale del ‘chi non è con me è contro di me. Anche noi abbiamo avuto terre di confine con gravi conflitti come l’Alto Adige e quella regione è divenuta ponte, non barriera. La militarizzazione dell’Italia, che prevede negli anni una spesa fino a 200 miliardi (in una fase di crisi economica e inflazione alta e forse persistente in Europa) ha come corollario, in assenza di una efficace riforma fiscale, la frantumazione dello stato sociale e della sanità. Il progetto prevede il minimo di una votazione in aula e in sostanza scavalca il parlamento. L’ANPI si è data il compito di difendere l’antifascismo e la Costituzione nata dalla lotta per la liberazione in un paese che non aveva mai sperimentato una democrazia reale. Si è ripetuto ad nauseam che l’articolo 11 della costituzione italiana ripudia la guerra ma i fatti pesano come macigni: nelle basi NATO di Brescia e Vicenza vi sono aerei che possono portare moderne atomiche tattiche B61, gentilmente inviateci nel Dicembre 2022 da Biden, in sostituzione di quelle obsolete, e che su comando della NATO potrebbero alzarsi in volo verso est con il loro carico di desolazione, morte e radioattività. Savino Pezzotta ha parlato in prima persona e con grande umanità del pacifismo di ispirazione cristiana e di Papa Francesco (citato già da diversi relatori) che coraggiosamente hanno remato contro la corrente guerrafondaia e russofoba, a favore del dialogo, per la difesa dell’obiezione di coscienza, hanno operato per il sostegno ai profughi, ai civili ucraini e a favore della diplomazia per la pace.
Abbiamo parlato dell’Europa, un progetto politico imperniato su pace e riconciliazione a tal punto che il bilancio europeo non può essere usato per spese militari. I due miliardi di euro necessari per l’acquisto di missili e munizioni di cui l’esercito ucraino ha urgente bisogno sono quindi usciti, paradossalmente, dal fondo europeo per la pace che è fuori bilancio. Un relatore ha osservato che al progetto iniziale ispirato al federalismo social democratico si è sostituito, in modo strisciante fin dai trattati di Maastricht nel 1993, un progetto europeo centralista, nazionalista e neoliberista. L’Italia è un’illustrazione dei risultati di tale ribaltamento, che hanno contribuito allo spostamento dei voti verso la destra/estrema destra e alla frammentazione sulla scena politica. La prolungata ‘austerità’ ha indotto gravi costi economici attraverso una riduzione del PIL, dell’occupazione, degli investimenti privati e dei salari. Le recessioni causate dall’austerità amplificano notevolmente i costi politici delle flessioni economiche, aumentando la sfiducia nell’ambiente politico e disaffezione nei confronti del progetto europeo. La UE si incammina verso una (prolungata?) recessione a causa della vicenda ucraina, del fenomenale aumento dei costi dell’energia e dell’incremento dei tassi d’ interesse della BCE inteso a fermare un presunto aumento del costo del lavoro, mentre lo stesso IMF riconosce che l’alto livello d’ inflazione è principalmente causato dall’incremento dei profitti ottenuto con aumenti dei prezzi[10]. La fonte citata in nota afferma ‘l’aumento dei profitti è responsabile di almeno la metà dell’inflazione degli ultimi due anni in Europa. Le aziende hanno alzato i prezzi oltre la percentuale di aumento dei costi dell’energia…Per recuperare l’inflazione sarebbe necessario un aumento del 14% dei salari entro il 2025’.
La guerra continua a dominare giornali e telegiornali e quanto riferito sopra non riceve l’attenzione dovuta, a pagare per le spese e le distruzioni belliche sara’, come sempre, il popolo: Brecht scrive che dopo una guerra il popolo vinto e il popolo vincitore soffriranno ugualmente la fame.
Anders Fogh Rasmussen, già primo ministro danese e segretario NATO (2009-Luglio 2014), è ora consulente di Zelensky. La stampa britannica si è distinta nella guerra mediatica a favore dell’Ucraina ed il Guardian riporta il 7 giugno 2023 che Rasmussen è a favore di un rapido ingresso dell’Ucraina nella NATO[11], ma se ciò non potesse avvenire nella prossima, importante riunione della NATO a Vilnius (11-12 luglio 2023)[12]afferma: ‘Credo che i polacchi considerino seriamente la possibilità di riunire una coalizione di volonterosi’ (‘coalition of the willing’ a guida USA, dizione usata per l’intervento in Iraq nel 2023 mancando nella NATO unanime assenso per l’intervento).
Ancora Rasmussen: se l’Ucraina ‘non ottiene nulla a Vilnius’ (Il bersaglio sono le esitazioni tedesche) la minaccia è che Polonia ed altri potrebbero intervenire militarmente. In verità lo hanno già fatto: migliaia di soldati polacchi ‘volontari’ insieme a soldati professionisti di molti paesi vestono la divisa ucraina, senza contare esperti di intelligence e consulenti militari stranieri. La minaccia è un intervento militare a guida polacca (e rumena?) unilaterale e ufficiale in Ucraina, la scusa il motivo potrebbe essere un ‘false flag operation’[13]: poniamo che gli ucraini provochino un’esplosione nella centrale atomica di Zaporizhia[14] e ne accusino i russi, che sono gli indiziati favoriti per ogni sabotaggio delle infrastrutture che posseggono o controllano.
In conclusione citerò l’autorevole Mario Draghi che si trovava a Boston all’MIT per ricevervi il prestigioso premio Miriam Pozen l’8 Giugno 2023.
‘l valori esistenziali dell’Unione Europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica’ ed è ‘per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra. Accettare una vittoria Russa o un confuso pareggio… infliggerebbe un colpo fatale all’Unione Europea’. Questa dichiarazione di guerra a tutto campo nel nome della pace (sic) e della libertà non lascia alcuno spazio per mediazioni diplomatiche. Si noti la dizione ‘sovranità democratica’: la sovranità che non viene certificata come democratica non ha diritto ad essere rispettata?. A pensarci bene anche la nostra sovranità ‘democratica’, ci venisse mai in mente di reclamarla, non sarebbe rispettata.
Non mi resta che augurare a tutti noi una tranquilla vacanza…
(Cecilia Clementel)
[1] Mi scuso se ho scordato qualche nome: i relatori si sono avvicendati a ritmo serrato per più di tre ore nel corso della mattinata.
[3] Questo accoppiamento: no all’invio delle armi, no ai tagli alla sanità si osserva nella proposta di referendum promossa da persone vicine al movimento 5 stelle, che stanno raccogliendo le firme necessarie.
[5] Si veda il contributo, come sempre informato, dettagliato e documentato, di Roberto Iannuzzi ([email protected] ) datato il 23 Giugno 2023:Come l’occidente ha sabotato il negoziato fra Russia e Ucraina.
[6] L’unico quadro persino più pericoloso per l’Europa della attuale escalation militare della NATO.
[7] Nella quale Putin media fra gruppi d’interesse, alcuni molto favorevoli ad una guerra che dispieghi tutte le capacità di attacco russe, altri nostalgici dell’URSS a differenza dei ‘siloviki’ (uomini d’affari ed altri personaggi di primo piano legati ad agenzie statali per la sicurezza) più vicini a Putin.
[8] Una gloriosa sconfitta?
[9] Si veda l’ottimo, puntuale e documentato articolo di Roberto Iannuzzi (intelligence for the people) [email protected] : Maidan 2014: come Washington trasformò l’Ucraina in una colonia americana. Si noti in particolare il ruolo della diaspora ucraina in USA, che ha tendenze nazionaliste, se non peggio, cui appartengono numerosi collaboratori del presidente Biden. Sia Victoria Nuland che Tony Blinken hanno ascendenza ucraina. Interessanti anche i collegamenti allo ‘stato profondo USA’ della diaspora europea da Madeleine Albright nata Marie Jana Korbelovà a Praga, al figlio dell’ambasciatore polacco in Canada, il consigliere di J.Carter, politologo Zbigniew Brzezinski.
[10] @phillipinman ‘Corporate profits drove up prices last year, said ECB President’, in The Guardian 27 giugno 2023.
[11] Associazione proposta nel 2008 da George W. Bush contro l’opinione dell’ambasciatore USA a Mosca-ora capo della CIA-che vedeva il rischio di conflitto militare, contro l’opinione della Merkel e della Francia. Accessione Improbabile ed inaccettabile per la Federazione Russa.
[12] Rasmussen saprà certamente che per statuto la NATO non può accogliere paesi in guerra o anche solo con dispute frontaliere.
[13] Dall’ inglese: operazione con falsa bandiera: un’azione fatta da X allo scopo di addossarne la colpa ad Y.
[14] La Russia ha chiesto la collaborazione di Rafael Grossi direttore dell’agenzia internazionale per l’energia atomica, IAEA dell’ONU, per aumentare la sicurezza della centrale atomica. Un argentino distratto che non riesce a determinare da quale parte sparasse l’artiglieria (ucraina) che bombardava la centrale, ma coraggioso quando i detti ucraini sparavano a lui o ai suoi esperti quando dovevano attraversare la linea del fronte, un buon uomo che non si lamenta.