Imola. Era facilmente prevedibile. Gli ambientalisti, in particolare quelli del “Comitato vediamoci chiaro” che seguono con attenzione la vicenda da anni, criticano aspramente e con ironia amara la decisione di riaprire la sopraelevazione della discarica Tre Monti, ufficialmente, per ospitare circa 150mila tonnellate di rifiuti prodotti dall’alluvione di maggio in Romagna.

“Finalmente Bonaccini è riuscito nell’arduo e scandaloso intento di riaprire una discarica vecchissima, in area franosa e con problemi di rilascio di inquinanti, mai risolti. Dopo tutti i rimpalli di responsabilità tra Regione e Governo, l’alluvione ha dato l’occasione agli appetiti di riaprire le fauci. Chissà come mai è stata presa questa decisione notte tempo all’indomani della nomina di Figliuolo a commissario straordinario… – attaccano in un comunicato gli animatori del Comitato che si è sempre opposto per ragioni ecologiche alla riapertura della discarica -. Questo fatto è grave e va letto in tutto il suo significato di sostegno alle lobbies che fanno capo a Bonaccini. questa autorizzazione pretestuosa con la millantata emergenza non sana in alcun modo l’illegalità dei conferimenti passati e già smaltiti illegalmente in discarica ma aggrava soltanto il quadro giuridico della questione e quello ambientale del contesto contaminato delle nostre colline. Auspichiamo ovviamente che Figliuolo dica la sua e che indaghi sulla questione. Se la discarica dovesse davvero riaprire chiediamo al commissario che sorvegli attentamente sullo smaltimento dei rifiuti dell’alluvione: tutto quello che è riciclabile ovviamente non deve finire in discarica. Chiediamo soprattutto di controllare che non finiscano a Imola i rifiuti speciali di tutta Italia, rischio molto concreto. Ciò premesso, non tutto il male viene per nuocere…Ecco difatti la soluzione. I rifiuti dell’alluvione come elemento strategico di riapertura del “capitolo chiuso” discarica Tre Monti. Il sindaco Marco Panieri subito corre a dire che è solo per questa emergenza e solo per la chiusura del terzo lotto: tutto finito entro il 2024 e poi post mortem con campo fotovoltaico”.

Il Comitato ricapitola tutte le fasi del procedimento: “Si è deciso di riaprire dopo anni di tentativi di aggirare la Sentenza del Consiglio di Stato (prima TAR) e dopo una debole e strategica mossa del Governo per evitare ripercussioni politiche locali per chi, a breve, in campagna elettorale dirà che si è tentato di tutto per fermare l’autorizzazione. Il festival della falsa tutela ambientale e della falsa politica a tutela dell’ambiente… La politica, purtroppo, è fatta di compromessi e strategia. Il problema è che la tecnica e la legge sono rimaste escluse dal dibattito politico lobbistico e siamo arrivati a questa nuova fase. Anche i dati relativi agli automonitoraggi HERA sulle acque dei piezometri dicono altro…Ci sono sempre superi relativi a SO4, Fe, Mn, B praticamente in tutti i siti. C’erano superi di As, Ni che sono andati migliorando nel corso degli anni, a volte rientrando nei limiti, mentre in 1 caso il supero è conclamato. Valgono tutti i discorsi già fatti in passato sull’origine di questi elementi, indagini isotopiche, ipotesi, accertamenti da farsi e mai fatti. Di sicuro, solo i piezometri al piede della Tre Monti hanno sempre acqua, ed i contaminanti dentro e fuori sono gli stessi. Quindi? Quindi davanti a questo e a mai eseguite indagini sanitarie, sventolando il “bene comune” si riapre. Poi come mai mobili, come altro, non vengono riciclati? Come mai gran parte di questi materiali non vengono opportunamente inseriti nelle filiere del recupero? La tanto decantata capacità di riciclare non sarà bloccata dal fango presente su legno e plastica? E’ tutto rifiuto speciale? Ci piace ironizzare davanti a questa decisione perché la decisione non è tecnica o di emergenza (se andiamo a rileggere cosa era scritto nelle memorie difensive di Regione, Herambiente e Conami al Consiglio di Stato nel 2018 ci viene da ridere pensare che con visioni catastrofiche di emergenza rifiuti se rimaneva chiusa la Tre Monti…). E’ chiusa dal 2018 e l’unica emergenza è sempre stata riattivare il business e non certo altro”.

Il Comitato Vediamoci Chiaro evita di aggiungere altro, ma di certo analizzerà le carte e valuterà i passi in ogni sede, e ribadisce l’auspicio che il Generale Figliuolo (commissario emergenza Emilia-Romagna) agisca nel controllare che in discarica arrivi quanto detto: il materiale non riciclabile dell’alluvione e non rifiuti da tutta Italia concludendo: “Poi vedremo quando apparirà la proposta del quarto lotto sotto il cappello dell’emergenza che continua… I capitoli chiusi del Pd (e non solo) sono più aperti che mai…”.