Perché questo sciopero

Fiom Fim e Uilm lottano insieme per il rilancio industriale, l’occupazione, gli

investimenti, per la transizione sostenibile, per risolvere le crisi aperte.

Sono anni che il nostro Paese vede ridursi la sua base produttiva e,

nell’attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione —

ecologica, digitale, energetica e tecnologica — sono mancati da parte della

politica e dei governi gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e

dell’industria. Per il nostro settore sono sempre più urgenti interventi di

politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e

senza i quali si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e

sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza. E’

necessario rimettere al centro il lavoro dell’industria metalmeccanica e

impiantistica se si vuole una reale transizione, altrimenti si rischia di

aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori già appesantita da

pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record, che

erode il potere di acquisto dei salari.

Fim, Fiom e Uilm si mobilitano per rivendicare il ruolo del pubblico a partire

dalle responsabilità del governo. Servono scelte politiche e industriali per far

sì che i cambiamenti diventino altrettante occasioni.

 

Cosa chiedono i sindacati

– l’apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per

definire i piani di sviluppo;

– l’incremento e il confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori

strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire

l’occupazione;

– di valorizzare e sostenere il reddito da lavoro;

– l’impegno comune al confronto e all’uso delle risorse del PNRR per lo

sviluppo del settore metalmeccanico;

– la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati alla

transizione ecologica e digitale;

– l’incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l’orario

di lavoro e favorire l’occupazione giovanile;

– un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la

valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario;

– di intervenire per aumentare la dimensione d’impresa, superare le gare al

massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.

Il lavoro nell’industria metalmeccanica e impiantistica è da sempre centrale

per l’economia del nostro paese e deve diventare l’elemento propulsore del

suo futuro e di un nuovo sviluppo

 

 

Perché la manifestazione davanti alla Iia (ex Bredamenarini)

A Bologna i metalmeccanici si concentreranno davanti ai cancelli di Industria

Italiana Autobus perchè questa azienda è l’Emblema della situazione

paradossale che stiamo vivendo: una Azienda piena di ordini grazie ai Fondi

del PNNR dati ai Comuni per rinnovare il parco Autobus, una Azienda di

Proprietà Pubblica centrale per la transizione ecologica che

non riesce a produrre per mancanza di investimenti e di una gestione che miri

non solo a difendere, ma anche ad estendere l’occupazione.

 

(a cura di m.z.)