L’indagine recente tra i lettori di una delle più prestigiose testate giornalistiche nazionali, su lavoratori dipendenti e autonomi, ha evidenziato che quasi un lavoratore su due gradirebbe vedersi ridotto lo stipendio per lavorare di meno, come a evocare in loro la sensazione di preferire vivere la propria epoca senza paletti e senza un denominatore comune.

Una spiaggia (Foto di Gianni Crestani da Pixabay)

Sarà anche per “cantarla” ognuno a modo suo, retaggio di una etica del nostro passato duro a morire , ma lo zampino di quel patrimonio culturale inestimabile che sono le sale da ballo, da concerto, i locali, pub, rave, festival e club, centra e non poco, almeno quanto la complicità delle giornate calde e soleggiate degli ultimi anni che hanno “sforato” meteorologicamente l’usuale periodo estivo allargandosi a quello autunnale, dandoci la possibilità di godere oltremisura di relazioni pubbliche, ferie e vacanze fuori stagione.

A qualcuno questa Italia “fondata” sulle ferie piace poco, a cominciare da chi vive di turismo in quel territorio della Romagna ancora alle prese con le difficoltà dovute all’alluvione che ha desolato la terra, devastato i terreni con detriti ovunque e con i campi ancora ricoperti dal fango che sta diventando cemento e dove i raccolti vengono stimati con cali del 70%.

Alla maggioranza degli operatori turistici e ai vacanzieri invece questa spiaggia nazional-popolare, che va dai lidi di Comacchio a quelli di Cattolica, tutta “Sole, mare, sorrisi e piada” piace viverla eccome, soprattutto perchè nei decenni questo territorio a differenza di altri si è riconvertito giocando la carta “cultura” anche per il proprio entroterra denso di borghi medioevali dove massificando il volontariato di comunità ed avviando la destagionalizzazione, si è consentito al businness tempi di ammortamento più gratificanti.

Da qui alla nascita delle zone Fiere e Palacongressi in quasi ogni località di mare come la proliferazione di sagre ed il restyling di antiche strutture termali o altre attività di “benessere” in collina il passo è stato breve per “allungare” una stagione vacanziera che fino agli anni ’70 era di qualche mese (luglio-agosto) mentre oggi “parte” a Pasqua e termina ad autunno inoltrato.
Prerogativa questa che ha di fatto messo la Romagna sul gradino più alto del podio per ciò che concerne il comparto turistico nazionale, per come ha sempre saputo attualizzare al meglio la propria struttura culturale e produttiva in funzione dei tempi e della società.

Sugli scudi i lidi “sud” con Rimini e Riccione capofila nell’apertura di nuovi maxi stabilimenti che sono diventati (mini) villaggi zeppi di servizi affacciati sul mare, a ruota quelli “nord” con l’eccezione del veterano Fantini Club di Cervia che quest’anno si è “allargato”, sfiorando così il mezzo ettaro di superficie totale, per poter meglio offrire ai clienti servizi per il relax, lettini maxi area, suite lounge, ombrelloni e gazebo sul mare finanche a poter praticare ogni sport da spiaggia, basket e padel.
Da non perdere inoltre le atmosfere ricercate del risto-bar “Botanico”, l’ultima new entry di questo grande stabilimento del ravennate ed inaugurato proprio poche settimane dal titolare stesso, il vulcanico imprenditore cervese Claudio Fantini, alla presenza dei vertici dell’amministrazione regionale a testimoniare la bontà delle sue iniziative in tema di accoglienza turistica e rimarcare una storia di oltre sessanta anni dello storico bagno.

E’ forse grazie a questo spirito d’iniziativa ed innata professionalità di chi ci lavora che a giugno in Romagna le prenotazioni non sono mancate, malgrado le difficoltà causate dall’alluvione, e c’è stata voglia di “staccare” come a buttare il cuore oltre l’ostacolo di quella catastrofe d’acqua e fango, come d’altronde successo l’anno scorso che è stata l’annata della ripresa dopo i due anni di pandemia e dove si è tornati a spendere per un viaggio, le cene ai ristoranti e gli aperitivi “ore 18”, un trend tutto questo che da così buone speranze per il futuro della filiera di comparto di quest’area.

Per godersi lo svago a tutto tondo servirà comunque porre argine al carovita che alla lunga potrebbe erodere i consumi, dalle bollette salate ai prezzi del supermercato sempre più cari finanche ai libri di scuola per i figli, per far ciò si dovrà “evadere” dal lavoro ed andare in vacanza senza patemi non senza fare a meno di internet che offre alloggi e sistemazioni a un prezzo allettante, come alla voce Couchsurfing rete di scambio-casa oppure visionando l’offerta di bed&breakfast per vivere un’atmosfera familiare, fino agli agriturismi con canoni di affitto di molto inferiori allo stesso soggiorno in albergo o casa in affitto.

Sempre d’attualità le tematiche ambientali e di ecosostenibilità che convivono con il “divertimentificio” made in Romagna, che i titolari degli stabilimenti balneari dicono di intraprendere a parole e fatti nella gestione di beni e servizi, e se ciò potrà diventare una moda per il futuro sarà ancor più accolta come buona notizia, come purtroppo al pari di quella sulla paura di perdere il lavoro, che sarà sempre più “pressante” del pericolo di innalzamento delle acque degli oceani, delle estati che possano diventare sempre più roventi o della “disneylandizzazione” delle montagne che sta iniziando dopo l’inaugurazione della funivia dei record che collega Cervinia a Zermatt.

(Giuseppe Vassura)