Molte persone a Imola lo conoscono, soprattutto se vivono in centro. Sempre vestito male, parla approssimativamente l’italiano (ma bene il romanesco) e sotto l’Orologio dà spesso volantini; gli ultimi contro Putin e Nato, per esempio, che – secondo lui – si fanno la guerra sulla pelle dell’innocente popolo ucraino.

Da qualche giorno il tipo in questione – si chiama Daniele Barbieri – vende per strada, talvolta in modo quasi aggressivo, «365» cioè (dice lui) «il mio primo, e probabilmente ultimo romanzo». Inevitabile intervistarlo.

Dunque lei è uno scrittore?
«No, sono un pensionato medio-povero che quasi per caso ha scritto alcuni libri e ora il mio primo romanzo; siccome l’impresa era difficile e non mi bastavano 2 mani più una testa ho chiesto aiuto al coautore, Gianluca Cicinelli. E’ stato un parto bicefalo, bellissimo e faticoso».

Come mai un romanaccio vive a Imola?
«Avendo io sposato una veneta (Tiziana Dal Pra) in Sardegna era logico che venissi a Imola. E’ una storia leggermente più complicata ma la racconto per intera solo a chi mi offre un gelato al pistacchio».

Beh, se vende tanti libri (in mezz’ora sotto l’orologio 5 copie) starà diventando quasi ricco?
«Macchè, mi impoverisco a ogni copia. Perchè tutti i soldi andranno a sostenere i progetti solidali di ‘Verso Il Kurdistan‘, onlus di Alessandria».

Senza fare spoiler, cioè svelare la trama, cosa possiamo sapere di questo “primo e ultimo” romanzo?
«Trama è un termine per me quasi psicoanalitico… Comunque le ripeto quel che c’è scritto in quarta di copertina: 70 per cento di verosimile follia, 2 per cento di fantascienza, 14 per cento di verità, un po’ di jazz e 35 per cento di politica ribelle. I conti non tornano? Neanche a me e all’altro autore».

Scusi, torniamo indietro: perchè trama è un termine psicoanalitico?
«Perchè mia moglie è stata per oltre 20 anni (adesso è in pensione anticipata) anima e testa dell’associazione ‘Trama di terre’, qui a Imola».

Presenterà, magari con il coautore, il libro anche a Imola?
«Certamente sì. In modo musicale al Bar Giardini, che è uno dei migliori luoghi di questa città. Poi in modo un po’ diverso al circolo Estro-Arci, altra meraviglia imolese. Ma avrei un sogno: parlarne alla Bim, perchè è uno dei luoghi citati nel romanzo».

Progetti per il futuro?
«Se io e Gianluca sopravviviamo al caldo e a tutto il resto, verso ottobre vogliamo mettere in cantiere il nostro terzo libro. Perche “terzo” dirà lei? Perchè, come suggeriva Massimo Troisi (uno dei pochi veri geni in questo Paese di avventurieri, ladri e persone noiose) la seconda opera è più difficile, meglio saltarla. Dunque il nostro terzo libro sarà una specie di rap che gira intorno a un book-game (ha presente? Draghi, spade ecetera), una round robin story (se non sa cos’è vada a guardare su Wikipedia) e una rilettura politica dei Pokemon».

Volevo chiederle ancora…
«No guardi, smettiamo perchè sono tutto sudato. E mi dia 14 euri sull’unghia se vuole il libro».

(g.b.)