Voto storico mercoledì 12 luglio al Parlamento Europeo: con 336 voti a favore, 300 contro e 13 astenuti è stato adottato il mandato negoziale sulla legge sul ripristino della natura, permettendo l’avvio di negoziati con il Consiglio Ue.

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Gli eurodeputati, nel festeggiare il voto favorevole dell’assemblea, sottolineano che il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e riduce i rischi per la sicurezza alimentare. Inoltre, evidenziano che la proposta di legge non impone la creazione di nuove aree protette nell’Unione Europea né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile. È stato approvato, infatti, un nuovo articolo che sottolinea come tali impianti siano in larga misura di interesse pubblico.

Il Parlamento sottolinea inoltre che la nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell’Ue, in particolare quelli indicati nel quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal. I deputati sostengono la proposta della Commissione di attuare, entro il 2030, misure di ripristino della natura che coinvolgono almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine del territorio dell’Unione.

Oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni. Il 22 giugno 2022 la Commissione aveva proposto un regolamento sul ripristino della natura per contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata. Secondo la Commissione, la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici.

L’approvazione all’Europarlamento della Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura, è un evento carico di conseguenze non solo sul piano ambientale, ma anche politico. Il via libera al testo segna infatti una vittoria importante per socialisti e democratici, verdi e sinistra radicale, ma anche per i liberali di Renew Europe.

L’esito del voto certifica la sconfitta della strategia adottata dal leader del Partito popolare europeo Manfred Weber: per tentare di fermare la legge il Partito popolare europeo si è alleato con le destre europee riunite nel gruppo Identity and Democracy, uscite a loro volta sconfitte in quello che appare anche come un test in vista delle elezioni Ue in programma nel 2024.

I popolari ne escono spaccati, con 21 eurodeputati che sconfessano apertamente la linea del presidente del partito, che sperava di utilizzare il voto anche come una mozione di sfiducia alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, a sua volta esponente del Ppe.

Sull’esito del voto Europa Verde ha dichiarato: “Oggi, a Strasburgo, abbiamo assistito a un’importante vittoria per il nostro futuro: la Legge per il ripristino della natura, un progetto audace mirato a recuperare aree naturali gravemente compromesse, è stata approvata”.

(Tiziano Conti)