Lugo (Ra). Due mesi fa la Romagna è balzata alle cronache terribile alluvione che ha colpito il territorio. Uno dei comuni colpiti, Lugo – da “lucus”, “bosco sacro” in latino – ci rivela che la sua tenacia, insieme a quella di tutte le popolazioni di Romagna, ha radici molto antiche.

Danni dell’alluvione (foto tratta dal sito dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna)

Portiamo ancora nel cuore i video che giravano in quei giorni con i “burdel de paciugh” (versione del XXI secolo degli “Angeli del fango” dell’alluvione di Firenze del 1966, ricordando che anche da Lugo partirono molti giovani verso la città toscana) che spalavano acqua e fango cantando “Romagna mia”.

Nel V secolo a.C. Lugo era una città Celtica circondata da paludi che, con la conquista da parte dai Romani nel III sec a.C., divenne un una centuria, in cui si cominciò a bonificare il territorio per scopi agricoli: ce lo ricorda anche la “centuriazione romana” con le strade che formano quadrati di circa 700 metri, visibili ancora su alcune parti del nostro territorio.

Dopo 800 anni, i Romani erano ancora presenti sul territorio quando un peggioramento climatico durato tre secoli provocò lo spopolamento della zona.

Durante il Medioevo l’area fu bonificata di nuovo e divenne un castrum.

In quel periodo Lugo attrasse dalla Spagna e dal Portogallo una vivace e colta comunità ebraica, di cui ancora oggi esiste il cimitero: il famoso codice Kaufmann della Mishnà del XI secolo, custodito a Budapest, proviene da Lugo.

Quando nel 1796 arrivò Napoleone, la tenacia dei Lughesi si dimostrò in tutta la sua fierezza: dalle truppe napoleoniche vennero requisite varie opere d’arte, tra cui il busto di Sant’Ilario, il patrono della città. La popolazione insorse e ricacciò indietro l’esercito, che poi dovette abbattere le barricate a cannonate.

A Lugo nacque la prima Società Italiana di Aviazione ad opera di Rambaldo Jacchia, noto esponente della comunità ebraica, e non a caso qui è nato l’asso dell’aviazione della Prima guerra mondiale, Francesco Baracca, medaglia d’oro al valor militare. Ad oggi Francesco Baracca detiene il record di trentaquattro abbattimenti di aerei nemici, il numero più alto mai raggiunto da un aviatore dell’Aeronautica italiana. Il simbolo del cavallino nero rampante da lui stesso disegnato sulla carlinga del Nieuport 17 della Macchi fu donato dalla madre, la contessa Paolina de Biancoli, ad Enzo Ferrari perché gli portasse fortuna.

C’è anche un legame diretto tra Lugo di Romagna e la teoria della Relatività Generale di Einstein, che forse non avrebbe mai visto la luce se Gregorio Ricci Curbastro, cui è dedicato il Liceo di Lugo, non avesse inventato il calcolo differenziale assoluto, il linguaggio matematico che ha consentito di descrivere la curvatura dello spazio-tempo, alla base dell’equazione fondamentale della Relatività Generale.

Non è un caso se, il 27 ottobre 1921, nell’anno in cui ricevette il Nobel per la fisica, Einstein si sia recato a Padova per ringraziare personalmente Ricci Curbastro. Einstein parlò in italiano, e ringraziò il grande matematico lughese per avere dato un contributo fondamentale alla sua teoria attraverso il calcolo differenziale assoluto.

Il nostro territorio ha una storia che lo distingue, allora come oggi, per tenacia, intelligenza e spirito di sacrificio.

Una bella eredità da lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti!

(Tiziano Conti)

P.S. Chiedo scusa agli storici lughesi più bravi di me per eventuali imprecisioni del mio testo!