Non possiamo sapere cosa voleva ottenere il presidente di Cavim, Albertazzi quando con una lettera inattesa ha bloccato la trattativa iniziata con Ermes per trovare una soluzioni ai problemi cella coop.

Un risultato lo ha però ottenuto, provocare un totale (quanto pare) “liberi tutti” che non fa certo bene ad una cooperativa che a fine mese è chiamata a decidere del proprio futuro.

Non sapremo mai cosa abbia spinto Albertazzi a scrivere una lettera kamikaze, sappiamo però chi poteva indurre il presidente a miti consigli non lo ha fatto e ora tutti, lui compreso, sono chiamati a scegliere l’albero al quale impiccarsi.

Ma c’è forse un modo per evitare una fine prevedibile? Qualcuno pensa di sì e ha fatto sapere che i soci possono  decidere di consegnare l’uva altrove per il semplice fatto che da due anni non vengono risarciti.

Ma che razza di coop è Cavim? Dove sono gli strumenti di intervento di Confcooperative  per aiutare l’azienda a uscire dai pasticci? Perché  Cia e Coldiretti non  sono in alcun modo intervenute nella vicenda?

Forse una risposta la potranno dare i magistrati che si occuperanno della vicenda.

I soci, dunque, dovranno decidere cosa fare, perché sono loro i padroni dell’azienda e dovranno scegliere i nuovi navigatori. Solo allora  potremo finalmente capire  chi sono gli uomini e chi sono i caporali (e ringrazio il grande Totò per l’efficace sintesi).

Ne frattempo a tutti i soci è stata recapitata una lettera di Isabella Bacchini, sindaco di Cavim, che ripercorre con precisa cadenza gli ultimi mesi della società; in tale lettera, Bacchini si chiede per quale motivo sia stata interrotta l’unica trattativa che consentisse la chiusura sicura della Cnc e cioè la trattativa con Cantine Ermes, perché si sia avviata una trattativa con Agrintesa che di fatto non è mai esistita, e  si dimostra perplessa sull’eventualità di una  proposta di Poletti che peraltro ad oggi non è stata ancora formulata.

Bacchini segnala ai soci gli avvenimenti dell’ultimo mese e mezzo in modo che gli stessi siano informati prima dell’assemblea del 31 luglio 2023 ed in modo che informati possano validamente deliberare e si domanda perché gli stessi soci, data l’inadempienza di Cavum non sono stati semplicemente liberati da conferimento e penali con una semplice Pec della cooperativa. Bacchini si chiede ma perché aspettare ancora e non liberare i soci? Perchè creargli l’ulteriore danno di non potere scegliere dove conferire l’uva 2023?

Arrivati a questo punto, riteniamo opportuno evidenziare ai soci una possibile proposta per evitare alla Cavim un destino comune ad altre cooperative della zona, da tutti conosciuto: in sintesi se i soci congelassero i loro crediti trasformandoli in capitale sociale si potrebbe pensare di chiudere i debiti con i fornitori e le banche ( solo per i prestiti chirografari), trasformando la cooperativa in una immobiliare al fine di salvaguardare il patrimonio e quindi, in prospettiva, di monetizzarlo per i soci. Forse in questa maniera i soci rientrerebbero dei loro crediti trasformati in capitale sociale. A mali estremi, estremi rimedi. Chissà cosa ne pensa il consiglio di amministrazione? Dubitiamo che la proposta delle cantine Poletti possa rimanere quella iniziale, dopo l’uscita, chiamiamola così, di Agrintesa e Ermes.

(m.z.)