Bologna. Si è svolta a Bologna la commemorazione del 43º anniversario della Strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che causò 85 morti e 200 feriti.
“L’Emilia-Romagna e Bologna non dimenticano. Siamo in piazza al fianco dei famigliari delle vittime e della città intera condividendo un dolore che il passare degli anni non ha certo lenito – ha affermato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna -. Per fare memoria, ribadire che il pensiero va a chi non c’è più, a chi rimase ferito, e che la piena verità su una delle stragi più efferate della storia repubblicana è e rimane il nostro obiettivo. Ringrazio il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna, Paolo Bolognesi: con lui e con tutti loro non ci stancheremo mai di pretendere sia fatta piena luce su quel vile e sanguinario attentato. La democrazia deve avere radici nella verità, nel rispetto della persona e della convivenza civile, valori che i mandanti e gli autori della strage puntavano a sovvertire”.
La sintesi dell’intervento di Paolo Bolognesi
Vi sono molti che non riescono a capacitarsi che si sia potuti arrivare alla scoperta di un livello così elevato di compromissioni. Infatti, oltre ad averne parlato pochissimo (i telegiornali nazionali solo il giorno del deposito della motivazione altrettanto i giornali, ma non tutti) ci si è guardati bene dal trarre tutte le conseguenze di simili risultati. Sembra quasi che negli ultimi processi si sia parlato di uno Stato, probabilmente del Sud America e non dell’Italia.
Ci sono altri fatti, accaduti anche dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, che dimostrano le alte e squallide complicità di cui godono i terroristi fascisti: gli ultimi documenti desecretati annullano ogni speranza per i sostenitori della pista palestinese.
Se ce ne fosse ancora bisogno è bene dirlo chiaramente: “I palestinesi o i loro vicini Libanesi, o i Libici, non hanno nulla a che fare con la strage di Bologna del 2 agosto 1980,
All’apertura del processo d’Appello per il terrorista Cavallini, esecutore della strage condannato all’ergastolo in primo grado ed esecutore materiale dell’uccisione del Sostituto Procuratore della Repubblica Mario Amato, i suoi difensori hanno chiesto la nullità del processo di primo grado:la motivazione era che 4 giudici popolari nel corso del processo avevano compiuto 65 anni.
Avevano, infatti, preso spunto dal casuale provvidenziale annullamento compiuto dalle Corti di Assise d’appello di Palermo e di Messina, che avevano operato secondo la legge del 1951 che regola la nomina dei giudici popolari e che prevede che debbano avere meno di 65 anni al momento della nomina e non durante tutto il processo.
In soccorso a questa tesi temeraria e assurda, perché in contrasto con l’articolo 25 della Costituzione, è intervenuto l’odierno Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il quale nel question time in Parlamento il 16 febbraio scorso affermava falsamente esistere una pronuncia a Sezioni Unite della Cassazione in materia e l’esistenza di una giurisprudenza costante che in realtà non è mai esistita.
Queste affermazioni menzognere non sono state smentite né rettificate. Questo dà l’idea di una impunità assoluta: un ministro, senza subire nessuna conseguenza, fa dichiarazioni mendaci in Parlamento su un tema che può portare a tutelare efferati terroristi fascisti che hanno compiuto la strage alla stazione di Bologna. Un ministro della Repubblica, per proteggere degli efferati terroristi, mente spudoratamente al Parlamento.
… Uno degli impegni per noi più importanti, è continuare ad andare nelle scuole per parlare al nostro futuro, ai bambini e ai ragazzi, per contrastare il degrado culturale che li assedia, attraverso il racconto della storia del nostro Paese.
Ai più piccoli riesce difficile capire come mai chi ha voluto ed eseguito la strage di Bologna e causato la morte di tanti innocenti, si trovi in libertà, “nonostante” i crimini atroci commessi.
Ai più grandi, è fin troppo facile capire che chi ha voluto ed eseguito la strage di Bologna, si trova in libertà e prospera “proprio perché” ha commesso quegli atroci crimini. Alcuni di loro ci chiedono in che modo noi familiari abbiamo fatto a resistere alla tentazione della vendetta.
Noi rispondiamo che, se avessimo imboccato la via del rancore e dell’odio, non solo saremmo andati contro la nostra natura, ma avremmo già perso in partenza.
Questa piazza, piena di tantissime persone che ogni anno fanno di tutto per esserci, questo luogo questo orologio fermo all’ora della strage, sono la dimostrazione che siamo dalla parte giusta e che ci saremo sempre perché vogliamo che l’Italia sia questa e che la legalità, la giustizia, la verità, la trasparenza non siano solo richieste dei familiari delle vittime, ma di grandissima parte del Paese che ogni giorno ha scelto da che parte stare. Grazie per essere al nostro fianco! Grazie perché questo è il paese che resiste!
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La Regione al finaco dei famigliari delle vittime
La Regione Emilia-Romagna da subito si è posta al fianco dell’Associazione dei familiari delle vittime per chiedere la verità sui colpevoli e sostenerne impegno e progetti. Ultimo quello per la digitalizzazione degli atti processuali, fondamentale per fare memoria e arrivare alla scoperta di elementi che hanno portato all’apertura di nuovi filoni investigativi e processuali.
Nel processo a Luigi Ciavardini (e ad altri) per falsa testimonianza sulla strage, assieme all’Associazione dei parenti delle vittime la Regione è stata ammessa come parte civile assieme al Comune di Bologna.
“E’ ormai molto chiaro il quadro che si è delineato – aggiunge Bonaccini alla luce della recente sentenza dei giudici della Corte d’Assise di Bologna sul processo a Paolo Bellini – nel quale, oltre ai mandanti, sono evidenziati anche fiancheggiatori, finanziatori e il ruolo della loggia massonica P2. Le sentenze sulla strage oggi ci sono. Diciamo quindi no a chi, anche in Parlamento, pensa di poter attenuare le responsabilità fin qui accertate, o avviare operazioni di revisionismo o di riscrittura di quanto accaduto e sancito dai Tribunali, risultati preziosi raggiunti con così tanta fatica”.
Alle 21.15, in piazza Maggiore concorso internazionale di composizione “2 agosto”, giunto alla 29ª edizione e dedicato a partiture per orchestra, senza strumenti solisti, con l’Orchestra del Teatro comunale di Bologna. Direttori d’orchestra: Jaume Santonja, per la prima parte del concerto (esecuzione dei tre brani vincitori), e Donato Renzetti, per la seconda parte (esecuzione di “Messa da Requiem” di Verdi). Il Concerto sarà trasmesso in diretta su Rai 5 e Rai Radio 3.