Imola. Lo sappiamo tutti: con il caldo è bene mangiare meno e leggero, sia perché non “spendiamo” calorie nel riscaldamento del nostro organismo, e quindi ce ne servono circa 300 al giorno in meno che inverno, sia perché la digestione di alimenti “pesanti” distoglie il nostro sistema interno dal processo di raffreddamento del corpo che avviene attraverso la traspirazione.
“Prima di tutto dobbiamo bere molto, circa 2 litri di acqua al giorno, con regolarità nell’arco della giornata e senza attendere che insorga la sete – spiega il dottore Gabriele Peroni, direttore dell’Igiene e Sanità pubblica dell’Ausl di Imola -. Vanno infatti reintegrati liquidi e sali minerali espulsi con il sudore. E’ importante ricordarlo soprattutto agli anziani, che hanno maggior bisogno di liquidi, ma a causa di un centro della sete meno efficiente non se ne rendono conto. L’acqua è la bevanda da preferire in assoluto, vanno invece limitate le bevande zuccherate e gassate, e quelle nervine, come the, caffè e cole, che agiscono sul sistema neuroendocrino, sono vasocostrittori ed aumentano la diuresi e quindi la disidratazione. No in generale all’alcol, soprattutto ai superalcolici e ai vini rossi ad alta gradazione. Infine, meglio evitare i liquidi troppo freddi e quelli ghiacciati, per evitare il rischio congestione”.
Quali i latticini da scegliere in estate? “Preferire latte, yogurt e formaggi non stagionati, come ricotta, casatella, stracchino, ecc… evitando invece quelli grassi, come il mascarpone o il gorgonzola e stagionati, ricchi anche di sale. Ottimo il gelato: quello artigianale, prodotto con materie prime di qualità, può ogni tanto sostituire uno dei 5 pasti quotidiani, se accompagnato da un’insalata fresca”.
Per la carne, soprattutto in estate vale la regola generale di non superare due razioni settimanali. “E’ anche meglio indirizzarsi verso carni bianche ed evitare salumi ed insaccati vari, che hanno un alto contenuto calorico, sono ricchi di grassi saturi e comportano un lavoro ‘pesante’ di digestione. Come sempre, invece, il pesce è un’ottima scelta: ricco di acidi grassi polinsaturi che contrastano il colesterolo, altamente digeribile e a basso contenuto calorico. Riso, pane, pasta e patate vanno bene, ma in giusta quantità e magari come piatto unico insieme alle verdure, evitando condimenti grassi come formaggi, panna, salse ed olii. In tutti i casi vanno evitati intingoli, umidi e fritture, dei veri mattoni per il nostro stomaco”.
Frutta e verdura controllata
Tra gli alimenti “obbligatori” frutta e la verdura. “Non mangiare frutta e verdura a sufficienza – avverte la dottoressa Tiziana Campione, medico del dipartimento di panità Pubblica – è un vero rischio per la salute: oltre ad essere ricchi di acqua, questi alimenti hanno poche calorie, essendo praticamente prive di grassi, contengono fibre alimentari solubili e insolubili (le prime interferiscono positivamente con l’assorbimento di grassi e zuccheri, le seconde contrastano la stipsi), e soprattutto sono ricche di vitamine ed antiossidanti, come flavonoidi e licopene, che contrastano l’invecchiamento cellulare, le malattie cardiovascolari e quelle tumorali e sono maggiormente presenti nella frutta ‘colorata’ (uva nera, albicocche, fragole, ecc.). Per non parlare delle doti antitumorali della verdura, soprattutto del cavolo e dei suoi ‘parenti prossimi’, ricchi di composti solforati assai protettivi contro le neoplasie”.
Le dosi giornaliere? “Non meno di mezzo chilo al giorno o almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, ma abbondare è meglio”. E il problema dei fitofarmaci? “E’ davvero molto più rischioso non mangiare queste importantissime risorse naturali di quanto si rischi per i fitofarmaci – riprende il dr. Peroni . Oggi i consumatori sono tutelati da rigide normative nazionali e regionali, che stabiliscono i livelli massimi di residuo che si possono trovare negli ortofrutticoli in commercio, il tipo di prodotto utilizzabile per ciascuna coltura e per i trattamenti post-raccolta, l’intervallo minimo da rispettare fra la somministrazione del prodotto e la commercializzazione dell’alimento così da assicurare la degradazione dei fitosanitari utilizzati”.
Alle Aziende Usl il compito di controllare che le norme siano rispettate e che frutta e verdura siano sicure per la salute dei cittadini. “Nel nostro territorio non sono mai stati evidenziati problemi. Anche quest’estate scorso stiamo svolgendo le consuete attività di vigilanza: nel periodo estivo sono stati finora prelevati 12 campioni e non sono emerse irregolarità. Invece è importante sapere che dal giorno stesso della raccolta, frutta e verdura iniziano ad impoverirsi gradualmente e a perdere caratteristiche nutrienti. Per questo è bene non farne grandi scorte, ma acquistarle giorno per giorno, meglio se al mercato ortofrutticolo o direttamente dal produttore”.