È uscita la prima puntata la prima puntata di “L’ombelico di un mondo”. Un podcast, ospitato dal Post, nel quale ogni 21 del mese Claudio Caprara racconta delle cose su come erano i nostri antenati negli anni ’50 del secolo scorso e come il mondo di oggi ha a che fare con la loro vita.

Ascolta la prima puntata: “Perché si dice che i comunisti mangiano i bambini” >>>>

“L’ombelico come metafora, l’ombelico della mia vita è stato Imola, che è l’ombelico dell’Emilia Romagna, ma è stata anche una città ombelico della storia della storia della sinistra italiana – afferma Caprara -. Il tortellino poi inventato da quella parte era definito l’ombelico di Venere. L’ombelico è il nome della tomba del cimitero del Verano a Roma dove riposano i più importanti dirigenti del Partito comunista italiano”.

“L’ombelico di un mondo” racconta pezzi della storia degli anni ‘50, “più che un racconto di Storia con al S maiuscola parleremo della vicende umane delle donne e degli uomini che hanno fatto qualcosa per fare arrivare noi fino a qui”, spiega Caprara.

Claudio Caprara è nato a Imola, come dice lui, 40 anni prima del Duemila in una sezione del Pci, l’appartamento camere e cucina di Imola dove abitavo con i miei genitori una volta alla settimana diventava una camera a gas per il fumo delle sigarette dei militanti che si riunivano per discutere e studiare le direttive del partito. Per me bambino era un mondo assurdo, poi ho cominciato a capirlo e ad amarlo la politica è diventata una malattia incurabile.

Nella vita poi ho conosciuto altri mondi, altre storie, altre cose attorno alla comunicazione

A Imola è stato segretario della Fgci (Giovani comunisti) e direttore del settimanale “sabato sera”.