Da diversi anni le preoccupazioni a livello mondiali riguardo le mutazioni del clima trovano sempre più spazio nei vari canali di informazione dei quali disponiamo. Da notare, cosa di non poco conto, anche la diversificazione di tali fonti che ora si vanno estendendo anche a fonti non specifiche di studio o ricerca: politici di vario livello fanno sentire la propria voce al riguardo. Al giorno d’oggi i timori espressi riguardo il punto di non ritorno assumono forme sempre più pressanti e insistenti.
Formazioni giovanili di varia natura e consistenza fanno sentire la propria voce, sottolineando, a ragione, il loro diritto ad un mondo vivibile e con maggiori certezze, sottolineando con forza la necessità di una seria inversione di tendenza riguardo il formarsi di emissioni inquinanti. Il loro dito accusatore indica, con estrema precisione lo smisurato ed irresponsabile uso di combustibili fossili.
Gli effetti devastanti (e si tratta solo dei primi accenni …) di tale mutazione sono oramai tristemente presenti nelle loro varie manifestazioni e la nostra regione è senza dubbio tra le realtà più duramente colpite: pochi minuti di auto verso nord-est dalla nostra città ci portano a vedere danni catastrofici che hanno lasciato, e ancora lasceranno per molto tempo purtroppo, danni e drammatici ricordi sulla vita sociale, politica ed economica delle tante persone colpite dal disastro ambientale.
In contropartita il silenzio sempre più colpevole di una politica (a tutti i livelli e di tutte le tendenze) che appare decisamente assente nel decidere (se non nel prendere parte allo smisurato uso di parole) riguardo le iniziative da prendere.
Nessuno si immagini che le decisioni da prendere siano di facile o immediata realizzazione: troppo radicate le nostre “cattive abitudini” e troppo comoda la nostra forma di società sempre propensa nell’addossare ad altri le proprie colpe o leggerezze, incapace le più volte di individuare facili cambiamenti di stili di vita o, quando strettamente necessario, reprimere con decisione inutili sprechi o cattive abitudini.
Il quadro generale ricorda la famosa battaglia contro i mulini a vento del prode cavaliere Don Chisciotte, con la non trascurabile differenza che davanti a noi i “mulini” sono estremamente reali, troppo ben radicati nel territorio e spesso dolorosi da sradicare: si sa che risulta assai più facile assumere nuove cattive abitudini che sradicarne di vecchie.
Poi, il silenzio, quello di troppi, quello dei tanti che sembrano unicamente capaci di attesa “da altri”, come se da loro nulla dipendesse e che nulla spettasse alla propria iniziativa.
In aggiunta, come se non bastasse, il colpevole silenzio dei tanti pronti sempre ad individuare nuove ed impellenti priorità, facile specchio delle allodole per abbagliare gli ingenui, i “sempre contrari”, i “no ad ogni costo”.
Tutto attorno la forte crescita dei “negazionisti”, la stirpe dei “non mi fido”: occorre sottolineare che, in purtroppo molti casi la loro sia una posizione a tratti comprensibile, basti pensare a quante scelte politiche abbiano evidenziato, nel tempo, direzioni assolutamente sbagliate, scelte a dir poco scellerate, coperture di amici degli amici e così via.
Nella nostra piccola realtà sia sufficiente porre attenzione alla grande gloria della Motor Valley, ingrediente indispensabile alla valorizzazione del nostro territorio, alla storia della nostra città, al prestigio dello spirito prettamente locale.
In realtà, si insiste nel bruciare alcune tonnellate di combustibili fossili allo scopo di divertire le persone, a consumare alcune tonnellate di gomme per non parlare di tutto ciò che accade tutto attorno agli eventi di avvincente richiamo turistico, attenti unicamente al prestigio e al ritorno economico.
Si dirà che, forse è pure vero, che si tratta di una goccia nel torbido mare dell’inquinamento, ma è altrettanto vero che ognuno di noi deve essere responsabile della propria goccia ricordando la preziosa indicazione presente nei Vangeli che riguarda una pagliuzza e una trave … Quante, forse troppe preziose parole il cui destino appare come segnato nel perdersi tra le nebbie dell’ignoranza, della faciloneria e dell’ignavia.
Vien da chiedersi quanto ancora si dovrà aspettare per udire una voce politica capace di affermare “abbiamo sbagliato”: unico vero segno di capacità personale e pubblica di ferma e seria autocritica delle proprie capacità decisionali. Temo che i giovani dovranno ancora attendere. Se ancora ci sarà tempo.
(Mauro Magnani)