Ignorato dai più, il campionato “Saudi Pro League” dell’Arabia Saudita partito una decina di giorni fa ha finito per adombrare l’inizio quello nostrano di serie A a suon di titoloni sugli eccellenti ed inaspettati trasferimenti di cui si è reso protagonista, soprattutto in ottica futura.
Manager di fondi sovrani che controllano squadre iscritte ai principali tornei calcistici di mezza europa sono infatti già da tempo “operativi” in campagna acquisti ad assicurare fior di campioni ai propri organici, come ad esempio l’ex Milan Sandro Tonali acquistato recentemente dal Newcastle.
Un esempio su tutti dell’ambizione soprattutto saudita di “convincere” i migliori del calcio a salutare Liga spagnola, Premier League inglese, Bundesliga tedesca, ecc. è stato quello di Cristiano Ronaldo che a gennaio ha raggiunto un accordo faraonico con la squadra dell’Al-Nassr di Riad, non ha perso tempo la rivale e campione in carica Al-Ittihad ingaggiando Benzema, Kantè e Fabinho a cifre iperboliche.
A differenza di altri ribaltoni del genere esauritisi in breve tempo, dove vecchie glorie e campionissimi a fine carriera hanno imboccato un “dorato viale del tramonto” lastricato in valuta cinese o made in Usa, questo è un vero e proprio esodo di fuoriclasse del pallone ancora in piena attività verso un torneo senza nessun “rating” internazionale di categoria ed in una location (Arabia Saudita) dove fino alla metà degli anni ’70 non si disputavano campionati nazionali di calcio.
Non sembra bastare la teoria espressa da qualcuno degli addetti ai lavori che il fiume di petroldollari versati in ingaggi stellari e “magnificenze” correlate abbiamo avuto il sopravvento, piuttosto convincente è invece ciò che si sta ventilando ossia che l’area saudita possa diventare a breve-medio termine uno dei centri gravitazionali per qualsiasi attività sportiva (Calcio, F.1, Golf, ecc.), soprattutto per “ripulire” con lo sport ad alto livello i fenomeni di violazioni dei diritti umani e religiosi imputati a Riad.
Presto lo vedremo se sarà tanta competizione (ma con fair-play) e grande onore per i vincitori (ma pure per gli altri) e soprattutto se questo trend sfrenato di lusso si allargherà ad una cornice di “lustrini” anche a favore degli ultimi.
Ombre quindi anche sul campionato nazionale di massima serie appena iniziato che teme defezioni ed addiì, dove il Napoli campione dovrà guardarsi dall’attacco tricolore delle sei sorelle (Inter, Milan, Juve, Lazio, Roma e Atalanta) e soprattutto contro la “cabala” che vede da ben quattro anni non verificarsi che la squadra campione d’Italia si riconfermi tale.
La sponda nerazzurra di Milano sembra la principale antagonista dei partenopei tanto per l’ottimo finale del campionato trascorso quanto per la tenace rincorsa ai titoli, come ad esempio quello mancato per un soffio della Champions League.
Grinta e motivazioni a mille perciò in casa Inter che confermando Inzaghi gli ha messo a disposizione una rosa ampia e di qualità, anche se ciò vorrà dire mettere al bando tante delle “distrazioni” della stagione passata e soprattutto quella di un eventuale flop inerente la conquista della seconda stella.
Ai cugini rossoneri servirà forse un po’ più di “rodaggio” dopo l’addio di Tonali per l’oltremanica, il coach Stefano Pioli mescolerà le carte adattando i nuovi acquisti a Giroud ed a quelli della vecchia guardia rimasti, ma soprattutto si “coccolerà” il giovane fuoriclasse Leao, da cui il Milan si aspetta qualità (e gol).
Un’attenzione particolare alla Juventus di Max Allegri che orfana delle competizioni internazionali ha a disposizione un temibile attacco e nessuno stress da “turn-over”, Chiesa, Pogba, Vlahovic, Weah davanti saranno dirompenti, centrocampo di spessore ed uno dei migliori portieri in circolazione garantiranno alla “Signora” quella quantità e qualità di risultati di cui è rimasta orfana nelle ultime stagioni.
Alle due romane e all’Atalanta la campagna acquisti ha dato soddisfazioni ma delle sei sorelle sembrano quelle con meno appeal per la lotta finale, ciò che invece gli addetti ai lavori non dicono delle aspettative sui campioni d’Italia malgrado l’addio dell’allenatore Luciano Spalletti diventato recentissimo responsabile della Nazionale.
Sarà difficile scucire dalla maglia lo scudetto all’undici partenopeo in quanto il neo allenatore Rudi Garcia ha cambiato poco e baderà “al sodo” perchè la squadra si conosce a memoria ed i 26 gol della passata stagione del capocannoniere Osimen fanno capire che il modulo è quello giusto ed è meglio lasciare poco spazio a filosofie tattiche.
Poi tutte le altre, Lecce, Monza, Salernitana, Sassuolo, Udinese in lotta per un “posto al sole” con le “nobili decadute” Bologna, Cagliari, Fiorentina, Genoa, Torino, Verona che (forse) dalla polvere della bassa classifica proveranno a salire all’altare delle sette big.
(Giuseppe Vassura)