Non è una fotografia, è un piano di battaglia. Non è storica, è programmatica.

Segnaletica, certo: di un’intenzione, quella di attaccare chiunque si ponga sulla sua strada, quella che accende fuochi all’interno degli Stati Uniti.

Foto tratta del social X (ex Twitter)

Donald Trump non ha lasciato niente al caso. Anni di televisione gli hanno insegnato la scelta di tempo e modo. Una frazione di secondo, ma lui ci è arrivato pronto, consegnando la visione di sé che desiderava.

Giovedì l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato messo in stato di fermo in Georgia all’interno di un’indagine per cui è accusato insieme ad altre 18 persone di aver tentato di sovvertire i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato. Secondo la procedura della giustizia statunitense, appena dopo l’arresto a Trump è stata scattata la tradizionale foto segnaletica che lo ritrae dalle spalle in su: una foto storica, perché è la prima volta che viene fatta a un ex presidente statunitense, in occasione della sua messa in stato di accusa da parte di un giudice.

Per il momento Trump è solo incriminato (il processo si deve ancora svolgere): è stato portato nel carcere di Atlanta in custodia cautelare ed è uscito poco dopo pagando una cauzione di 200mila dollari.

Sul profilo Twitter di Trump – che non era più stato usato dopo essere stato bloccato nel gennaio del 2021 ed essere tornato operativo a novembre del 2022 – è stata pubblicata la foto segnaletica con la scritta: «Interferenza elettorale. Mai arrendersi!». Trump ha sostenuto in molte occasioni di essere innocente e che le accuse nei suoi confronti siano motivate politicamente: è inoltre il candidato favorito alle primarie del partito Repubblicano per le prossime elezioni presidenziali del 2024.

Nel giro di pochi mesi l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato incriminato a seguito di quattro diverse indagini, tutte riguardanti reati piuttosto gravi.

Oltre all’ultima in Georgia: il 30 marzo per il presunto pagamento di 130mila dollari all’attrice di film porno Stormy Daniels, che sarebbe servito a convincerla a non divulgare un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima; il 9 giugno per aver conservato nella propria villa di Mar-a-Lago alcuni documenti governativi riservati risalenti al suo periodo da presidente, che contenevano informazioni su armi nucleari, piani militari e di intelligence; e infine il primo agosto per cospirazione contro gli Stati Uniti in relazione ai fatti che portarono all’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021.

Ma tutto quello che fa riflettere ulteriormente è che un milione e centomila persona hanno segnalato il proprio supporto, insieme a duecentomila persone che hanno commentato: è facile intuire in modalità “sostegno a Trump”.

Il nostro Presidente della Repubblica nel suo intervento al Meeting di Rimini ha affermato: “Su cosa si fonda, la società umana?” Sul “carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l’ostilità verso il proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio, che si basa la convivenza tra le persone?” per poi affermare: “la nostra Costituzione: con l’amicizia come risorsa, a cui attingere, per superare – insieme – le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità”.

“Le nostre istituzioni, sono basate sulla concordia sociale, sul perseguimento – attraverso la coesione, dunque la solidarietà – di sentimenti di rispetto e di collaborazione: l’amicizia, riempie questi rapporti, rendendoli condizione per la felicità. Sono, i sentimenti e i comportamenti umani che esaltano la vita della comunità”.

A questo punto la scelta tocca a noi!

(Tiziano Conti)