Venezia, 30 agosto 2023. Con la cerimonia di apertura, trasmessa in diretta da Rai Movie, comincia la 80a mostra internazionale di arte cinematografica della Biennale di Venezia. In sintesi la mostra di Venezia. Il film di apertura che verrà trasmesso stasera in Sala Grande è il primo film italiano in concorso nella sezione principale: “Comandante” di Edoardo De Angelis, con protagonista Pierfrancesco Favino, il quale si è presentato in nero sul red carpet, acclamato dal pubblico.

Credit Mostra del Cinema di Venezia

La trama riguarda un’episodio della seconda guerra mondiale. Ottobre 1940, all’inizio della guerra Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia marina. Mentre naviga nell’Atlantico, incrocia un mercantile belga che apre il fuoco contro il sommergibile italiano. Todaro affonda la nave nemica a colpi di cannone. Ma decide di salvare i 26 naufraghi belgi, per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Contravvenendo però a quelli dei suoi superiori. Un ‘fascista buono’ che giustifico’ il suo gesto: ‘perché siamo italiani’. Pellicola azzeccata per omaggiare il parterre di apertura con la presenza dei ministri Salvini e Sangiuliano.

Da Favino e dal regista De Angelis, intervistati sul red carpet, si sottolinea sia il messaggio di forza umana del film: “L’uomo davvero forte tende la mano al debole”, sia lo sforzo produttivo osato dal cinema italiano, comprensivo di un sommergibile.

Nella cerimonia di apertura ha fatto gli onori di casa Caterina Murino, attrice italiana che lavora in ambito internazionale, nota anche come Bond girl, vestita in un bell’abito rosso, che ha solidarizzato con lo sciopero in corso da mesi degli attori e sceneggiatori hollywoodiani contro l’uso dell’intelligenza artificiale nei loro settori, sciopero che ha privato Venezia di alcuni film e attori da passerella. La madrina ha presentato le giurie impegnate nelle varie sezioni: per la sezione principale “Venezia 80” il presidente è Damien Chazelle, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, di cui si ricorda il film del 2016 “La La Land”, Oscar alla regia.

Gli altri giurati sono Jane Campion, regista, sceneggiatrice e produttrice neozelandese di cui si ricorda la Palma d’oro di Cannes “Lezioni di piano” (1993); Saleh Bakri, attore cinematografico e teatrale palestinese; Mia Hansen-Løve, regista e sceneggiatrice francese; Gabriele Mainetti, regista, attore, compositore e produttore cinematografico italiano; Martin McDonagh, sceneggiatore e regista irlandese; Santiago Mitre, sceneggiatore e regista argentino; Laura Poitras, regista e giornalista statunitense; Shu Qi, attrice cinese.

“Orizzonti” e “Venezia opera prima Luigi De Laurentiis”, le altre due sezioni della mostra con giurie internazionali vedono come presidenti rispettivamente Jonas Carpignano, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano che con “A ciambra” è stato premiato a Cannes nel 2017 e Alice Diop regista e sceneggiatrice francese che nel 2022 ha vinto il Leone d’argento e il premio Venezia opera prima Luigi De Laurentiis con “Saint Omer”.

Per completare il quadro delle sezioni e immergersi a pieno nella no-stop di ben 4061 titoli tra lungometraggi e cortometraggi che attende i cinefili, gli addetti ai lavori e i semplici spettatori ci sono: quella dei film “Fuori concorso”, che presenta registi e attori importanti tra cui Woody Allen con il suo film francese “Coup de chance”e Roman Polanski con “The palace”; “Venezia classici” con il premio al miglior film restaurato assegnato da 24 studenti di università italiane; “Venezia Immersive”, che accoglie i media immersivi.

Durante la cerimonia di apertura viene consegnato alla regista e sceneggiatrice italiana Liliana Cavani, 90 anni, il Leone d’oro alla carriera. A consegnarlo l’attrice del suo film più famoso “Il portiere di notte” del 1974, una sempre in forma Charlotte Rampling, in abito lungo nero. Tra gli altri film della Cavani si ricorda una trilogia incentrata sulla figura di Francesco d’Assisi. Attiva sia al cinema, sia in tv, sia in teatro nella direzione di opere liriche, ha sempre diviso la critica raccontando figure controverse, con spirito non convenzionale, inquietudine intellettuale e pensiero anticonformista alla ricerca continua di una verità celata nelle parti più nascoste e misteriose dell’animo umano, fino ai confini della spiritualità.

Nel suo film più celebre si narra del rapporto sadomasochistico tra una vittima e un carnefice, dove la vittima è una sopravvissuta al lager nazista (Charlotte Rampling) ed il carnefice è l’ufficiale SS dello stesso campo da cui era stata violentata (Dirk Bogarde). Dopo anni dalla fine della guerra, nel 1957, un casuale incontro a Vienna, nell’albergo dove il nazista fa il portiere di notte e la ex deportata è la moglie di un direttore d’orchestra, fa riemergere il rapporto perverso che li aveva uniti, ora nelle nuove vesti borghesi. Il rimosso e l’inconfessabile, il disturbante, fanno parte di questa esplorazione dell’inconscio messa in atto dalla regista, dove il nazismo ha il ruolo di fare emergere i meccanismi della violenza e della punizione tra quinte sinistre.

Il berretto nazista ed i pantaloni delle SS sul corpo della Rampling ancora oggi fanno effetto.

(Caterina Grazioli)