Torna a Dozza il “Muro Dipinto” dall’11 al 17 settembre. Sei gli artisti che saranno selezionati dalla commissione Inviti che avranno il compito di prendersi cura dei muri di uno dei borghi più belli d’Italia.
“Art in Progress” è il tema della XXIX Biennale del “Muro Dipinto”, che permetterà di vivere per settimane a stretto contatto con gli artisti e di vederli all’opera mentre esprimono la propria arte. Inoltre saranno presenti altrettanti restauratori che opereranno su un nucleo di opere storiche già esistenti che necessitano di un intervento.
La commissione Inviti
Mettere insieme più competenze consente di avere uno sguardo d’insieme più ampio. Per questo, anche in quest’edizione, la Commissione sarà composta da tante figure complementari tra loro. “Il Consiglio é sempre stato variegato – afferma Simonetta Mingazzini – così da garantire una gestione completa nei confronti dei tanti aspetti da affrontare. L’aspetto organizzativo, ad esempio, è seguito da me e da altri due membri della Fondazione Dozza Città d’Arte, Fabrizio Grisoni e Francesca Grandi. L’aspetto artistico invece è affidato a due esperti di arte come Sabina Ghinassi e Claudio Spadoni. Poi c’è il filone restauri gestito dal prezioso apporto di Lucia Vanghi. Un’ulteriore aspetto al quale teniamo fortemente è animare il borgo. A questo proposito verranno allestite mostre durante la settimane della Biennale, dove coinvolgeremo anche artisti meno noti per dare vita a sette giorni di confronto e di scambio di idee”.
Tra passato, presente e futuro
“Devo dire che quello di Dozza è un fenomeno insolito, e per questo davvero interessante e stimolante – racconta la new entry Francesca Billiani, professore ordinario presso Università di Manchester in Gran Bretagna, dove insegna storia e cultura italiane -. Dozza è riuscita a proseguire una tradizione, quella del muralismo, che era stata rapidamente dimenticata nel Primo dopoguerra essendo legata al fascismo.”
Poi prosegue Sabina Ghinassi “Questo borgo è speciale perché si muove tra passato, presente e futuro con un equilibrio che è soltanto suo. Pochi altri posti al mondo possono dire altrettanto.”
L’intuizione di Tommaso Seragnoli e il mondo moderno
“La Biennale del Muro Dipinto è una kermesse di grande tradizione ma in continua evoluzione – commenta Francesca Grandi -, nata 63 anni fa dall’intuizione del sindaco Tomaso Seragnoli e della Pro Loco di Dozza,oggi questa iniziativa prosegue senza sosta nel suo percorso legando due mondi in apparenza paralleli e lontani tra loro: il borgo medievale, con le sue strutture rinascimentali, e l’arte muraria contemporanea, con artisti che si districano tra tecniche di pittura antiche e moderne.”
Sguardo internazionale
“Ho insistito – sottolinea Fabrizio Grisoni – affinché partecipasse anche un giovane writer che ha lavorato molto a Gerusalemme sul tema della guerra, contattato tramite un amico che lo ha conosciuto proprio in Israele. L’ho chiesto alla Commissione per dare alla rassegna di questo anno rilevanza internazionale ma soprattutto per riflettere sull’impatto che i conflitti hanno sui giovani: in un momento in cui sono presenti intorno a noi, penso che sia giusto lanciare un segnale e parlarne, anche tramite l’arte”.
Problematiche di spazio e conservazione
Claudio Spadoni, docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, afferma che i problemi relativi allo spazio disponibile aumentano ogni anno, rendendo necessario lo spostamento di alcuni progetti nelle periferie adiacenti. “Un altro aspetto da tenere in considerazione” – prosegue il professore – é quello della conservazione dei dipinti. Diversi interventi murari soffrono il trascorrere del tempo e con le intemperie è impossibile ovviare del tutto al problema, nonostante l’utilizzo di materiali più resistenti.
Interventi di restauro
Proprio per evitare che le opere raggiungano un livello di usura tale da dover rendere necessario il restauro, risultano fondamentali figuri professionali come quella di Lucia Vanghi, restauratrice di Beni Culturali ed esperta in conservazione preventiva, che spiega “Per ovviare al problema, o quanto meno limitarlo, abbiamo messo in atto alcune strategie per monitorare strumenti e materiali utilizzati dai vari artisti. La mia funzione nella Commissione è proprio questa: verificare le tecniche senza interferire nella poetica e nella creatività degli autori.”
Appuntamento allora per la settimana dall’11 al 17 settembre, quando Dozza verrà vestita a festa per celebrare un evento unico nel suo genere.