L’estate è finita e abbiamo cercato di capire cosa stava succedendo in Cavim. Abbiamo registrato una realtà  spiacevole: i soci, stanno abbandonando la cantina e conferiscono il loro prodotto nelle più diverse direzioni, Ermes, Agrintesa, Poletti (in pochi) e altre strutture private. Hanno cioè deciso senza dirlo chiaramente che in questo momento la cooperativa è in coma profondo. Chi ha formalmente in mano la direzione , cioè il presidente Albertazzi è praticamene irraggiungibile, e allora abbiamo parlato con un socio che voglia di reagire ce l’ha ma non sa da che parte cominciare.

Perchè è mancato un serio intervento?
“Quando a dicembre la società Analisi ha prodotto il suo elaborato sembrava tutto perduto, ma in realtà le risorse della società consentivano di proseguire tentando una prosecuzione d’azienda indiretta, cioè trovando un partner serio che affittasse l’azienda e che consentisse il proseguimento della cooperativa.
E questo era l’intento della coop, il reperimento di un serio partner.
Purtroppo il Presidente che era stato nominato in aprile del 2023 ha interrotto inspiegabilmente le trattative con l’unico partner che avrebbe consentito il raggiungimento degli obbiettivi.
Avere affittato l’azienda  a Poletti ( ma dov’è il contratto’) comporterà la perdita del patrimonio; ricordo che i periti che erano stati nominati per valutare il patrimonio immobiliare avevano stimato l’intero compendio in € 10 milioni, contro un’offerta di Poletti  che si aggira al massimo sui 2 milioni e 800.000 €, meno di un terzo del vero valore.
Quindi i soci saranno becchi, bastonati e apparentemente anche contenti visto che nonostante tutto quello che sta succedendo di contestazioni non si parla.”

Confcooperative ha fatto la bella statuina, Coldiretti e Cia hanno guardato in silenzio. E allora come consegnare davvero ai soci di Cavim la possibilità di costruire il loro futuro?
“I soci Cavim dovrebbero compatti ribellarsi a tale scempio e finalmente fare sentire la loro voce. Il patrimonio è ancora lì e può essere venduto a stime di mercato. Ma devono farsi sentire perchè se non lo faranno nel giro di pochi mesi avremo  davanti agli occhi la solita scena che in Italia è ormai è diventata quotidiana: la società verrà svenduta per pochi miseri dollari e come sempre si andranno ad arricchire pochi imprenditori che speculano  sulle miserie degli altri, che in una vita di duro lavoro si sono creati una piccola realtà. I soci Cavim vogliono veramente regalare la loro azienda?”

(m.z.)