I soldi per l’alluvione non stanno arrivando perchè il governo nazionale ha sbagliato tempi emodalità di approccio ad un problema enorme come quello causato da ciò che, mai capitato prima,è accaduto nei nostri territori quattro mesi fa.
Questa potrebbe essere, in estrema sintesi, la fotografia dell’attuale, estremamente complicata,situazione.Mentre i riflettori tendono ad essere colpevolmente spenti sulla catastrofe che ha colpito ben 59 comuni della nostra Regione, migliaia di famiglie, imprese, aziende agricole, è utile ricordare che dal primo al diciassettesimo giorno di maggio si sono rovesciati su un territorio di 16.000 km² circa 4,5 miliardi di m³ d’acqua, l’equivalente della capienza di 128 dighe di Ridracoli e, per portata, senza precedenti in Italia.
Oltre il 65% dei pluviometri ha registrato il record di pioggia caduta: alcuni di questi hanno una serie di dati superiori ai 100 anni e mai si sono registrati numeri simili.
Su un territorio di ampiezza eccezionale occupato da 4 province della Romagna sono caduti quasi 500 ml di pioggia nei due eventi che si sono succeduti nello scorso mese di Maggio; in sostanza la metà di quello che cade nell’arco di un intero anno.
In quei momenti, mentre la valanga d’acqua si abbatteva sulla Romagna, 23 fiumi e corsi d’acqua esondavano contemporaneamente in Emilia Romagna; 13 superavano il livello di allarme e oltre 1000 frane si sviluppavano in collina e montagna.
Abbiamo apprezzato la solerzia e la qualità con cui il sistema di Protezione Civile, donne e uomini,professionisti e volontari (di tutti i Corpi), è accorso in aiuto nei nostri territori in pochissimo tempo. Fin dal primo momento ci sono stati assoluta condivisione e coordinamento fra i diversi comitati operativi comunali di Protezione Civile (Coc), guidati dai Sindaci, e con tutti gli altri livelli di gestione dell’emergenza.
Lo stesso principio di solidarietà e condivisione fra le Città e di intensa collaborazione fra i diversi livelli di governo della Repubblica, andava mantenuto in piena continuità anche nella seconda fase della gestione dell’emergenza e in quella della ricostruzione.
Ma il governo, per mero e cinico calcolo politico, come hanno e stanno quotidianamente dimostrando gli esponenti territoriali, in particolare del partito della Presidente del Consiglio, ha scelto di non compiere il proprio dovere istituzionale, contravvenendo al prorio ruolo, ai compiti basilari dell’esecutivo nazionale.
Le nostre comunità hanno attraversato giornate pesantissime. Sono comunità ferite per i danni subiti, consapevoli di avere davanti grandi criticità sociali in relazione alla popolazione, e serissimi problemi economici rispetto alle imprese colpite, a partire dall’intera filiera agricola e agroalimentare.
Occorreva tempestivamente una gestione unitaria dell’emergenza riconducibile ad una strategia complessiva sia di vigilanza che di innalzamento dei livelli di sicurezza dei territori, come abbiamo chiesto con forza come Comuni, Province e Regione.
Le richieste avanzate dagli Enti Locali hanno l’unica finalità di migliorare la risposta complessiva delle Istituzioni ai problemi di imprese e famiglie e sono state poste in maniera rispettosa delle prerogative del Governo. Ci troviamo davanti a famiglie che hanno perso tutto, imprese distrutte, aziende agricole che rischiano di non poter più produrre per diversi anni. Va assicurato il pieno risarcimento a tutti i cittadini e alle imprese colpite e ricostruire il territorio con interventi di somma urgenza e investimenti per assicurare maggiore sicurezza idraulica.
Occorrono risorse straordinarie che permettano di realizzare tempestivamente gli investimenti, o rischiamo di non dare risposte adeguate ai cittadini e alle imprese.
Al primo documento presentato da Regione, Province, Enti Locali interessati dal catastrofico evento alluvionale, la Presidente del Consiglio Meloni ha risposto utilizzando l’espressione “Obiettivo 100%” per quel che concerne gli indennizzi, chiedendo giustamente una puntuale ricognizione dei danni.
Ad oggi invece cominciano ad essere chiare 2 cose: la prima è che dopo 4 mesi le risorse (insufficenti) stanziate non sono ancora arrivate, segno che il governo ha scelto una procedura poco efficace,come avevamo paventato dall’inizio. Per essere estremamente chiari mi riferisco a risorse per opere già realizzate in somma urgenza e non ancora pagate, o di cantieri che non partono perchè manca la copertura finanziaria che doveva essere garantita dal governo; la seconda è che “una parte consistente dei soldi previsti dal primo decreto rischia di non poter essere spesa per la Romagna, se non viene messa nelle disponibilità di Figliuolo; in sostanza basterebbe una norma di 2 righe, ma nel decreto dello scorso mese non c’è.
E infatti cittadini e imprese non stanno ricevendo gli indennizzi, senza sapere neanche, tra l’altro, come rendicontare i danni”.
Perchè la Meloni e i suoi “supporter” con incarichi istituzionali lautamente retribuiti non chiedono a Comuni e imprese se hanno ricevuto quanto promesso, o alle famiglie se sono state ristorate dei danni?
Le risposte non arrivano perchè gran parte dei territori colpiti dal catastrofico evento alluvionale sono amministrati da sindaci non dei partiri ora al governo del Paese?
Assistiamo, da parte di esponenti di Fratelli d’Italia (molti dell’ultima ora, improponibili per scarsa cultura istituzionale e onestà intellettuale), al peggior modo di tentare di abbindolare le persone, da comunicati in cui si spacciano risorse già dei Comuni (i trasferimenti dello Stato relativi al gettito Imu e a bilancio dei Comuni dall’inizio di ogni anno) come fondi erogati post-alluvione, allamagmatica, non trasparente, equivoca consegna di elettrodomestici per centinaia di migliaia di euro senza criteri oggettivi legati ai danni realmente subiti, ma con una connotazione partitica ben precisa (da parte di chi materialmente consegna la donazione, scordando spesso di evidenziare i “benefattori”), oppure la nascita “spontanea” di comitati che non fanno della trasparenza la loro prerogativa peculiare.
Chi, come i sindaci, vive quotidianamente a stretto contatto con le proprie collettività, coglie immediatamente tali aspetti.
Continueremo a batterci in ogni sede affinchè siano assicurate garanzie per il futuro (ripristini, indennizzi, ecc), chiedendo contestualmente tempestività perchè non possiamo accettare che le nostre comunità vivano con apprensione l’attesa di eventi meteorologici che, anche se ordinari, allostato di fatto attuale produrrebbero danni straordinari.
(Daniele Bassi, sindaco di Massa Lombarda)