Imola. Il 16 settembre 2022, la 22enne di origine curda Mahsa Amini fu arrestata in Iran perché non indossava correttamente il velo. Tre giorni dopo morì in ospedale. Un omicidio che mobilitò il Paese islamico attraverso proteste senza precedenti che continuano ancora oggi nonostante le repressioni violente del regime.
Esattamente nel pomeriggio di un anno dopo, ieri in piazza Matteotti, una cinquantina di persone (quasi tutte donne) sotto le insegne del “Colletivo Donna Vita Libertà” si sono trovate per ricordare quell’atto violento e vile sotto con cartelli nell’angolo sotto la targa che ricorda le morti di Livia Venturini e Maria Zanotti durante il fascismo. Una donna ha letto il messaggio mandato attraverso i dalla madre e dal padre di Mahsa in tutto il mondo nella ricorrenza.
E’ intervenuta anche l’assessora alle Pari Opportunità Elisa Spada: “Vogliamo ricordare la morte di Mahsa perché è stata uccisa solamente perché cercava di fare qualcosa di assolutamente normale e innocuo nella sua vita quotidiana, magari togliersi il velo e lasciarsi liberi i capelli. Anche Livia Venturini e Maria Zanotti furono uccise perché chiedevano il pane per i loro bambini. Oggi siamo qui a manifestare chiedendo che anche in Iran le donne abbiano finalmente diritto a cose nornali, quali il diritto all’istruzione, ad avere un lavoro e uno stipendio per essere libere da un regime che continua a opprimerle pesantemente senza pietà”
(m.m.)